Diabolik&Science 02/2024: anche il ladro mascherato si preoccupa per il clima

Il rapimento di una giornalista, un parco a Clerville che deve diventare area edificabile, diventano lo spunto perché Eva Kant, e di conseguenza Diabolik si interessino, a livello locale e globale di ciò che sta avvenendo al clima. Per fortuna sulle pagine di Comics&Science

Affrontare un argomento scottante e controverso (poi vedremo in che senso) come il cambiamento climatico su un fumetto che vuol essere scientificamente corretto, è roba da far tremare i polsi.

Ma due veterani come Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo non potevano certo tirarsi indietro. E forti di alcuni numeri insieme su Comics&Science, in particolare The Leonardo Issue e The MUDEM Issue, nonché di una sostanziosissima collaborazione con la casa editrice Astorina hanno pensato bene di proporre a Diabolik di vivere una storia che mettesse al centro il cambiamento climatico.

Nasce così Colpo di calore.

Il primo crossover del progetto Comics&Science che non poteva che essere firmato dal Re del Terrore. Il motivo? Ce lo racconta Mario Gomboli, direttore editoriale di Diabolik: «Per esplicita volontà delle sorelle Giussani, le creatrici del personaggio, tutto deve essere sempre chiaro, accettabile, comprensibile a chiunque. E pertanto “spiegato” al lettore. Per questo, in molti casi il Re del Terrore si è trasformato in una sorta di divulgatore scientifico. Per questo, nel nostro caso, è stato scelto per un episodio di Comics&Science

Per questo il protagonista è il ladro più famoso del fumetto italiano, al punto che possiamo parlare, e lo fa anche la copertina, di un numero di Diabolik&Science.

Supportati, come al solito, dai fisici, climatologi e geologi del CNR che forniscono il supporto scientifico. Ed omaggiano il protagonista del fumetto, che mai come questa volta è presente anche nella parte redazionale.

Per un distratto ed estemporaneo lettore di Diabolik come il sottoscritto, che sporadicamente, soprattutto d’estate, ha trovato numeri in giro per la casa al mare, non è però difficile trovare i caratteri tradizionali e attesi del ladro più famoso del fumetto italiano.

Una apparente indifferenza ai problemi che ci sono intorno, una moglie d’altro canto attenta e sensibile, la risolutezza e attenzione nel portare a termine i piani, una non dissimulabile attenzione alle persone. Un rapporto profondo e attento con Eva. Insieme a una preparazione tecnica ineccepibile, a piani preparati nel minimo dettaglio e utilizzando risorse spesso impensabili. In realtà ancora una volta, il personaggio creato dalle sorelle Giussani, si dimostra assai più sensibile e attento di quanto lui stesso vorrebbe disegnarsi. Anche se è il tramite di Eva a portarlo a interessarsi, questa volta, del caso della sparizione di una giornalista.

Diventa così una occasione di presentare, anche con toni mediamente distaccati, e quindi non catastrofistici, i problemi molto gravi che affliggono il nostro mondo dal punto di vista ambientale, e come essi si stiano riverberando anche sulla politica e sulla società.

Considerando effetti locali e globali, come le conseguenze che il riscaldamento provocato dal Nord del mondo sta producendo nel Sud del mondo. Prendendo quindi una posizione politica (non in senso partitico, ma nel senso di esprimere in modo inequivocabile la propria posizione, cosa che invece tanti “politici” non fanno). E d’altra parte notando quanto manchi la cultura della cura del suolo, per cui ogni evento viene, magari economicamente vantaggioso viene affrontato con un “vabbé, cosa vuoi che sia, noi ci preoccupiamo dell’ambiente quando in Cina, India nessuno se ne cura”, o, ancora peggio con “perché questa cosa dovrebbe creare problemi ambientali?”.

Dal punto di vista strettamente fumettistico, la storia, a colori e nel formato de Il grande Diabolik (o addirittura de Il grandissimo Diabolik), ha la possibilità,  rispetto al formato tradizionale, di giocare in modo più efficace con la griglia delle pagine e con i colori, appunto.

Eccher e Palumbo possono dare così il meglio di sé, nella storia ma anche nella trasposizione in disegni. I colpi di scena non mancano, come in ogni storia di Diabolik che si rispetti.

Il contenuto è, come dicevamo anche sopra, un po’ diverso dal solito. La sensibilità di Eva (ma tutto sommato anche quella di Diabolik) fanno si che perdano di vista i loro interessi (o forse no? il dubbio ci rimarrà sempre…)

Graficamente la struttura delle pagine gioca molto tra orizzontalità e verticalità, spesso infatti le vignette sono su una sola colonna, tre o quattro per pagina, dando molta ariosità alla scena. Ben undici tavole hanno una struttura di questo tipo, mentre altre cinque hanno una struttura con due o tre vignette a larghezza di pagina e una riga più alta, a volte fino a metà della tavola, divisa verticalmente in due o più vignette.

In questo modo la gestione della scena risulta particolare, con molto spazio per i personaggi, che possono interagire anche se molto distanti, oppure vengono messi al centro di uno sguardo quasi panoramico. Mentre se la scena di stringe, l’effetto è quasi di guardarla con un campo visivo basso e largo, quasi come se si stringessero un po’ gli occhi.

Con questo schema l’occhio si muove peraltro quasi solo verticalmente, dando alla scena uno svolgimento più cinematografico. La struttura della singola vignetta, infatti, non contiene tipicamente più soggetti da prendere in considerazione.

La parte grafica, oltre alla maestria con le chine di Palumbo, è caratterizzata da un utilizzo particolare dei colori, che non sono definiti. Sui numeri precedenti di Comics&Science da lui disegnate, Palumbo ci ha un po’ abituato a questo stile.

Colori acquerellati, macchiati, che fanno perdere la definizione spazio-temporale della storia. Colori che vanno dall’ocra alla terra di Siena, ad azzurri e verdi mai troppo carichi.

Tocco da maestro, la riproposizione del personaggio chiave della storia nella pagina successiva alla fine della storia a fumetti, come avviene da sempre in quarta di copertina nei volumi Astorina.

Palumbo, come ammette lui stesso nelle interviste del volumetto, è ormai una colonna di Diabolik, lavorandoci ormai da quasi un quarto di secolo. E non ha faticato a trascinarsi in questa avventura Diabolika il suo amico e collega Eccher, con cui ha più volte condiviso le pagine di Comics&Science.

Mentre Walter Leoni trova il modo di giocare con i tormentoni legati a Diabolik, dalla sua proverbiale capacità di travestirsi alla frustrazione di Ginko, Davide La Rosa ci racconta un momento quasi familiare, che peraltro nulla ha a che fare con il tema dell’Issue, ma è un piacevole intermezzo.

In effetti i redazionali, a parte quello di Gabriele Bianchi che ci parla di Diabolik e dei suoi “fratelli di K”, pur senza catastrofismi ci presentano un quadro realistico e anche un po’ ansiogeno. Fisici, geologi, biologi e climatologi ormai ci avvisano da tempo che non è il pianeta in quanto tale ad essere in pericolo, ma noi che ci stiamo sopra. Ribadendo che siamo noi gli unici artefici del nostro (immediato e non remoto) futuro, e non è chiaro se questo sia un bene o un male, visti gli interessi in gioco e l’incapacità dell’opinione pubblica di comprendere spesso situazioni complesse, come la differenza tra clima e meteo.

Trovate il titolo, oltre che sul sito di Comics&Science, anche sul sito diabolik.it.

P.S. in realtà il cosiddetto riscaldamento globale antropico non è assolutamente controverso dal punto di vista scientifico, i dati sono chiari. L’unica controversia è se decideremo di fare qualcosa, per mitigare degli effetti che sono su tempi scala non più così lunghi come si credeva qualche anno fa…


Titolo: Comics&Science: The Climate Change Issue
Editore:
 CNR Edizioni
Colore o B/N: 
Colore
Data di pubblicazione: 
10/2024
Formato e rilegatura: 
16.8×24,6 cm, brossura
Pagine: 
48
Prezzo: 
€ 7.00
ISBN: 
9788880806653

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