Hirohiko Araki e Gucci – JoJo è fashion victim e gli otaku fashion maniac

Fin dal suo esordio Le bizzarre avventure di JoJo, considerato un’imprescindibile pietra d’angolo del fumetto giapponese contemporaneo e al contempo uno dei suoi più clamorosi outsider, si è posto come il manifesto a caratteri cubitali degli interessi personali dell’autore Hirohiko Araki, ovvero «un amante della musica, dell’arte rinascimentale, dell’Italia, della moda, dei romanzi ottocenteschi e della letteratura in generale, della prestidigitazione, della psicologia, dell’archeologia, della storia, del cinema, del fumetto e di altra robetta», tutte passioni incastrate insieme in forme via via sempre più clamorose ed esasperate.

Hirohiko Araki e la copertina di ""Heroes"" di David Bowie.
Hirohiko Araki in posa plastica sul risvolto di copertina di un volume de Le bizzarre avventure di JoJo: è sempre stato un insopportabile fighetto, d’altronde nonostante vada per i 60 anni ne dimostra meno di 30, quindi se lo può permettere. Ma questa posa… a chi somiglia? Ovviamente a David Bowie sulla copertina dell’album “Heroes” del 1977, ennesima conferma dell’amore del fumettista per la musica rock. Fra l’altro Araki che interpreta Bowie è un cerchio che si chiude, dato che quello scatto fu realizzato proprio da un fotografo giapponese, ovvero quel Masayoshi Sukita storico collaboratore del musicista britannico.

La genialità di Araki gli ha consentito non solo di portare avanti il suo improbabile melting pot per decenni, ma persino di ricevere indietro attenzione dai suddetti ambiti. È successo ad esempio nel 2010, anno in cui il fumettista ha collaborato nientemeno che con il Museo del Louvre (privilegio che condivide solo con Enki Bilal e Jirō Taniguchi) realizzando il volume originale autoconclusivo Rohan au Louvre, in cui il protagonista si imbatte nel mistero del dipinto realizzato con la tinta nera più nera mai creata.

Ancor più significativo è però l’interesse per il mangaka dimostrato dal mondo della moda, come quando nel 2011 la rivista giapponese SPUR ha avuto l’originalissima e inedita intuizione di celebrare insieme il trentesimo anniversario d’attività di Araki e il novantesimo della casa di moda italiana Gucci, commissionando al fumettista un breve episodio a colori in cui i protagonisti si contorcono, si sciancano e si deformano nel tipico stile grafico del fumettista, ma ben vestiti con gli abiti della collezione A/I 2011/2012.

La strana coppia Gucci & Araki funzionò così bene ed ebbe così successo che per la successiva stagione P/E 2013 fu direttamente Frida Giannini, al tempo direttrice creativa del marchio fiorentino, a chiedere al fumettista di curare le vetrine dei propri negozi, col risultato che la mente di Araki partorì immagini di cavalli radioattivi e cupole del Brunelleschi fucsia, in una tale esplosione di colori che valse l’allestimento di una mostra di tavole originali direttamente nella sede del marchio a Firenze.

Fotografie e relative illustrazioni di Hirohiko Araki di abiti di Gucci.
Due abiti della collezione Flora di Gucci (quella il cui profumo ha uno degli spot tv più belli di tutti i tempi diretto da Chris Cunningham) nell’interpretazione del fotografo e di Araki. Non è chiaro come sia umanamente possibile che Jolyne cavalchi in quelle posizioni, ma il rispetto della fisica newtoniana non è la priorità di Araki.

Quindi Araki e la moda sono strettamente collegati, e non è una novità: basta vedere come i personaggi di Le bizzarre avventure di JoJo siano ricoperti di cuori e simboli della pace, cioè esattamente i marchi iconici di Moschino, casa di moda dichiaratamente d’ispirazione al fumettista. Non è una novità nemmeno che i suoi lettori sono moltissimi e quindi se ne trovano negli ambienti più disparati, redazioni di fashion magazine incluse.

La novità però è che, per religiosa devozione al loro idolo, gli otaku di Araki sono diventati non solo esperti di moda, ma addirittura investigatori. D’altronde lo diceva bene un servizio sul numero 61 di Colors, la rivista di Benetton curata da Oliviero Toscani: «in Giappone l’importante non è l’oggetto della devozione, ciò che conta è la devozione stessa, lo sfogo di energie ribelli, la creazione di un santuario privato». E proprio per approfondire gli studi gnoseologici sulla loro divinità, i devoti di Araki hanno ricostruito le fonti da cui il loro demiurgo ha attinto per creare la Bibbia, aka Le bizzarre avventure di JoJo.

Tre stereotipi dell'otaku: l'utente 731 di "Train Man", Tanaka di "Otaku no video" e Kanon degli AN CAFE.
Tre varianti del perfetto stereotipo dell’otaku. A sinistra: l’utente 731 interpretato da Takayuki Yamada nel film di Train Man, insieme a Miki Nakatani nella parte di Hermès. A destra: sopra, Tanaka dal basilare OAV documentaristico, mezzo cartone animato e mezzo dal vivo, Otaku no video; sotto, il bassista Kanon della rock band visual kei AN CAFE indossa il completino sfoggiato nel videoclip-cortometraggio Kyū. In Giappone la divisa ufficiale degli otaku è composta da bandana (su capelli abbandonati a sé stessi), camicia a quadrotti, jeans sformati, scarpe da ginnastica e zainetto, il tutto 24/7 e 365 giorni l’anno: la moda non è proprio il primo interesse dell’otaku medio.

Dalla fine dello scorso mese di aprile sono apparse su Matome, una BBS giapponese, alcune pagine in cui i fan di JoJo stanno progressivamente analizzando e sviscerando tutte le varie influenze del maestro, raccogliendo insieme e catalogando in pagine omogenee i riferimenti che utenti distinti avevano via via individuato in anni di ricerche. Anche se la maggior parte sono pagine di riferimenti musicali, più facilmente comprensibili perché Araki spesso usa veri titoli di canzoni e album o nomi di musicisti (a partire dallo stesso nome JoJo che viene da Get Back dei Beatles), la pagina più interessante è proprio quella legata alla moda: gli instancabili otaku infatti non si sono limitati a cercare su Google il nome del personaggio Pucci scoprendo lo stilista Enrico Pucci, ma come topi di biblioteca hanno frugato fra decenni di immagini di moda per ritrovare quelle a cui si è rifatto il fumettista.

Il risultato è particolarmente impressionante perché mostra non solo che Araki possiede una cultura del fashion molto vasta nello spazio e nel tempo, ma anche e soprattutto che l’autore è riuscito a incamerare una gran quantità di spunti rielaborandoli in maniera del tutto personale, applicando pose, gesti, abiti, colori e quant’altro alle sue necessità visive e narrative, senza banalmente copiare qualcosa di bello o famoso.

Non solo (Araki rielabora creativamente la fotografia di) moda. Per i complessi balletti del gruppo vocale giapponese Perfume, la loro coreografa Mikiko ha dichiarato di rifarsi alle pose delle modelle nelle riviste glamour: i passi di danza delle cantanti non hanno praticamente alcuna attinenza coi testi dei brani, ma altro non sono che passaggi da una posa all’altra in una sorta di servizio fotografico cantato, come è particolarmente ben visibile nelle coreografie dei brani Natural ni koi shite e Nee (non a caso realizzati per le stagioni P/E e A/I 2010 della catena di negozi d’abbigliamento NATURAL BEAUTY BASIC) e soprattutto in Fushizen na girl (“Ragazza innaturale”, non a caso), che è fondamentalmente una serie di pose fotografiche una dietro l’altra. La cosa peraltro acquista perfettamente senso considerando che lo scopritore, produttore, paroliere e compositore unico delle Perfume è il dj Yasutaka Nakata, che ha iniziato la carriera proprio come compositore di musiche per sfilate di moda. Strike a pose!

Di seguito sono riportati solo alcuni esempi fra i più lampanti e riusciti del processo con cui Araki ha introdotto le immagini di moda nel suo paese delle meraviglie nelle quattro categorie d’uso principali, ovvero copertine di riviste, pubblicità, foto di moda e illustrazioni. Per maggiori informazioni e soprattutto per scoprire molti, molti più confronti rimandiamo alla succitata pagina su Matome, al paradiso del fandom (qualunque fandom) ovvero Tumblr, e alle molte pagine di utenti giapponesi sull’argomento.

Fonti iconografiche de "Le bizzarre avventure di JoJo" 01: copertine di riviste di moda.
La prima tipologia di fonti di Araki riguarda le copertine delle riviste di moda che, essendo la parte della pubblicazione più esposta al pubblico, giocoforza presenta spesso immagini di forte impatto. In questo caso, a sinistra la modella Christy Turlington posa sulla copertina della rivista americana V Magazine (caratterizzata sempre dalla presenza di una enorme V a tutta grandezza con cui il fotografo deve rapportarsi), e a destra J.Lo Zeppeli si mangia le unghie sulla copertina di un capitolo della settima serie Steel Ball Run.
Fonti iconografiche de "Le bizzarre avventure di JoJo" 02: pubblicità di moda.
Aperta la rivista, ecco che ci si imbatte nella seconda fonte iconografica di Araki: le pubblicità. È risaputo che le pubblicità di moda non sono semplici inviti all’acquisto, ma opere d’arte che esprimono la filosofia del marchio prima ancora che mostrare il prodotto, e che alcuni dei più grandi fotografi di sempre sono appunto fotografi di moda. È stato il caso dello statunitense Richard Avedon, la cui importanza e influenza nell’arte della fotografia è paragonabile all’importanza e influenza di Duchamp nelle arti visive. A sinistra: uno scatto dei primi anni ’90 di Avedon per Versace, a destra Giorno Giovanna ci dà il buongiorno.
Fonti iconografiche de "Le bizzarre avventure di JoJo" 03: libri fotografici di moda.
La terza grande ispirazione di Araki sono i libri fotografici di moda. Data la mole di “prestiti”, Araki pare apprezzare particolarmente Men without Ties, un libro di Gianni Versace del 1995 con testi suoi e fotografie di Herb Ritts, Bruce Weber e di nuovo Richard Avedon; di quest’ultimo Araki ha rimaneggiato molte foto, come questa (a sinistra) tratta dal celebre e splendido servizio fotografico del 1993 con Stephanie Seymour e Marcus Schenkenberg in pose di danza, che diventa una presa fra J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar sulla cover del quinto volume di Steel Ball Run (a destra).
Fonti iconografiche de "Le bizzarre avventure di JoJo" 03B: libri fotografici di moda.
A sinistra, un’altra foto tratta da Men without Ties, stavolta scattata da Bruce Weber, un fotografo noto come ritrattista di Madonna nei primi anni ’80 e diventato celebre per indagare spesso il tema del doppio: un tema caro anche a Hirohiko Araki, ed esplicitato nel personaggio doppio in tutto Josuke Higashikata dell’ottava serie JoJolion, il quale possiede doppie iridi, doppia lingua, persino doppi genitali e anche doppio nome dato che è lo stesso del protagonista della quarta serie Diamond Is Unbreakable (e 8 è il doppio di 4). A destra, la 15esima copertina di Diamond Is Unbreakable ribatte ancora il tema del doppio rifacendosi alla foto di Weber per illustrare il rapporto fra Stand e Portatore, con Crazy Diamond e Josuke Higashikata ricoperto di cuori e simboli della pace di Moschino.
Fonti iconografiche de "Le bizzarre avventure di JoJo" 04: illustrazioni di moda.
Infine, l’ultima grande fonte di Araki sono le illustrazioni di moda, un tipo di immagini ancora molto vivo e attivo fino agli anni ’80 e poi purtroppo caduto progressivamente parecchio in disuso negli ultimi decenni. In particolare, Araki sembra ammirare molto il portoricano naturalizzato americano Antonio Lopez, che lavorò tantissimo anche per marchi italiani come Missoni e a cui la Rizzoli ha dedicato un grande volume celebrativo nel 2012. A sinistra un doppio ritratto di Lopez del 1983, e a destra il sesto volume di Vento aureo col ritorno del doppio tema del doppio.

Pare che insomma il matrimonio fra Hirohiko Araki e il mondo della moda, specialmente quella italiana, fosse più che naturale: il fumettista si ispira continuamente alle immagini fashion, e i marchi erano da decenni alla ricerca di un nuovo illustratore dopo la dipartita di Lopez. A questo punto per chiudere il cerchio manca solo una collaborazione di Araki con le succitate Perfume, cosa peraltro per nulla improbabile dato che il trio ha già collaborato con un anime, che nel videoclip di Natural ni koi shite al minuto 2:00 le tre fanno il popolarissimo gesto di Jonathan Joestar con la mano davanti alla faccia, e che Kashiyuka (quella coi capelli lunghi) è dichiaratamente una fan persa de Le bizzarre avventure di JoJo. Araki & l’arte, Araki & la moda, e prossimamente forse Araki & la musica: la conquista del mondo continua, wryyy.

Mario Pasqualini

Sono nato 500 anni dopo Raffaello, ma non sono morto 500 anni dopo di lui solo perché sto aspettando che torni la cometa di Halley.

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