World Masterpiece Theater – Generazioni di anime

DF inaugura con questo primo articolo introduttivo un lungo viaggio nel World Masterpiece Theater, la grande serie di anime della Nippon Animation che ha accompagnato intere generazioni di spettatori nel mondo fra il 1975 e il 2009.

Dimensione Fumetto celebra il World Masterpiece Theater, una delle opere più grandiose, influenti e identitarie della storia dell’animazione giapponese, con una retrospettiva completa su tutte le 26 serie animate di cui è composta.

In questo primo articolo: una introduzione sulle caratteristiche generali dell’opera, le sue origini e il suo valore specifico nella storia degli anime.


È dalla notte dei tempi che quello che manda avanti il mondo sono le storie. Da millenni, generazioni di uomini hanno tramandato le loro storie attraverso tutti i mezzi di narrazione orale, scritta in prosa, in versi, cantata, disegnata, scritta e disegnata insieme, e dalla fine del XIX secolo anche ripreso su pellicola. Il XX secolo poi ha offerto un nuovo efficace metodo di trasmissione delle storie: la serialità televisiva, capace di raccontare in grande e a milioni di persone contemporaneamente.

I giapponesi hanno saputo cogliere questo metodo comunicativo e sposarlo alla tecnica dell’animazione: grazie a una felice intuizione di Osamu Tezuka, fondatore dello studio d’animazione Mushi Production, il primo gennaio 1963 con Astro Boy nasce l’animazione seriale. Il successo è immediato perché i giapponesi capiscono fin dall’inizio che il mezzo è ottimale per la narrazione lunga: verso la fine degli anni ’60, ben prima dei robottoni di Gō Nagai, la Mushi Pro. realizza gli adattamenti animati di Dororo di Tezuka, della serie Mumin di Tove & Lars Jansson e delle fiabe di Hans Christian Andersen. Poi all’inizio degli anni ’70 qualcuno nella casa di produzione Zuiyō ha l’idea di convertire in serialità lunga un romanzo occidentale: Heidi di Johanna Spyri. Il suo successo clamoroso apre la strada a una serie di anime durata dal 1975 al 2009: il World Masterpiece Theater.

Cartello di inizio episodio del "World Masterpiece Theater".
Un’immagine celeberrima per ogni giapponese sopra i 30 anni: il cartello che annunciava l’inizio dell’episodio del Word Masterpiece Theater ogni domenica sera alle 19:30 su Fuji TV. Sopra c’è scritto semplicemente Sekai meisaku gekijō, ovvero appunto “Teatro dei capolavori del mondo”. Ogni serie aveva un cartello introduttivo diverso, solo le due serie Lucy May e Le avventure della dolce Kati l’hanno avuto uguale (questo, appunto).

 

La serie

World Masterpiece Theater, titolo internazionale ufficiale e traduzione letterale inglese dell’originale 世界名作劇場 Sekai meisaku gekijō “Teatro dei capolavori del mondo”, e anche noto per brevità come WMT o Meisaku, è un glorioso brand nipponico, fra i più celebri nel mondo anche per chi non ne conosce il nome, diventato una delle massime espressioni internazionali del Made in Japan grazie alla sua grande longevità e diffusione.

Immagine promozionale della serie "World Masterpiece Theater".
Chi non riconosce in questa immagine almeno alcuni (o tutti!) i personaggi? Letteralmente la storia della televisione per tutte le persone nate fra gli anni ’70 e ’80, in Giappone e in Italia.

Inizialmente la serie non si chiamava così e non era nemmeno strutturata come una serie organica. Tutto nasce nei tardi anni ’60 dalla necessità di Fuji TV di riempire la sua fascia preserale della domenica dalle 19:30 alle 20:00, comprata dallo sponsor Calpis (azienda alimentare produttrice della celebre bibita omonima per bambini al sapore di latte): si decide di inserirvi serie animate che vengono commissionate a vari studi a rotazione, per l’esattezza Mushi Production, A Production e Zuiyō Enterprise (dal 1972 rinominatasi Zuiyō Eizō).

Quest’ultimo studio, guidato dal mitico imprenditore Shigeto Takahashi, realizza nel 1974 Heidi: nonostante il successo inimmaginabile di questa serie, Zuiyō Eizō non riesce a far fronte agli enormi debiti contratti negli anni precedenti, fallisce e viene sostituita da Takahashi con due nuove aziende, la prima omonima (ma scritta con una grafia diversa in giapponese, da 瑞鷹 a ズイヨー, per motivi fiscali) che si occupa solo della gestione legale del catalogo titoli, e la seconda che ne riassorbe lo staff artistico e tecnico in un nuovo studio d’animazione, ovvero Nippon Animation guidata dal nuovo manager Kōichi Motohashi.

Confezioni di prodotti Calpis con personaggi della serie "World Masterpiece Theater".
La Calpis usa tutt’ora i popolarissimi personaggi del World Masterpiece Theater sulle confezioni dei propri prodotti.

Dato il successo di Heidi, a partire dal 1975 Fuji TV decide di investire maggiormente negli anime e chiama a collaborare vari studi (Nippon Animation, Tōei, Tatsunoko, Tokyo Movie ed Eiken) assegnando a ognuno un giorno e una fascia oraria fissi da riempire. Nippon Animation, fresca di fondazione, ma in realtà con un’esperienza decennale alle spalle, eredita la suddetta fascia della Calpis e decide di continuarla alla stessa maniera, ovvero con una serie all’anno della durata di un anno solare, da gennaio a dicembre (format ideato a partire da Le fiabe di Andersen della Mushi Production del 1971, e in particolare la serie Peline Story cadrà proprio fra domenica 1º gennaio 1978 e domenica 31 dicembre 1978), ispirata da opere occidentali di letteratura per l’infanzia e improntata alla celebrazione del valore della “famiglia” in senso ampio: nasce così il World Masterpiece Theater come lo conosciamo oggi.

La denominazione World Masterpiece Theater è stata introdotta solo dal quinto titolo in poi (Anna dai capelli rossi del 1979), mentre prima la serie si chiamava col nome del suo sponsor Calpis; durante gli anni ’80-’90 e gli anni 2000 la serie porta il nome del nuovo sponsor House Foods, pure un’azienda alimentare. Comunque la si chiami, si tratta comunque di una divisione del tutto aleatoria, dato che le serie erano comunque sponsorizzate sia prima sia dopo l’introduzione del nome WMT, quindi i cambi di nome non cambiano la sostanza. La vera grande divisione, invece, è quella prima e dopo la fondazione della Nippon Animation: dal 1975 in poi le serie sono state realizzate con un preciso progetto artistico e produttivo dietro, di lunga durata, a catena di montaggio e curato sempre dallo stesso staff. Questa “macchina produttiva” è iniziata consapevolmente con la fondazione della Nippon Animation ed è per questo che i titoli precedenti sono considerati “pre-WMT“, a prescindere dallo sponsor.

Di seguito una tabella riassuntiva con tutti i titoli prodotti nel preserale di Fuji TV dal 1969 in poi.

N.B.: alcune di queste serie TV hanno avuto due o più versioni italiane che hanno comportato cambi di titolo. Poiché nella maggior parte dei casi il titolo usato nell’ultima versione è quello più noto, per convenzione si è scelto di usare sempre e soltanto il titolo dell’ultima versione. Cambi di titolo ed eventuali maggiori informazioni sulle singole serie TV saranno specificate negli articoli a loro dedicati.

 

Anno Serie No.
WMT
Titolo originale Titolo italiano Episodi Studio
1969 Calpis manga gekijō Dororo 26 Mushi Pro.
1969-1970 Mumin 65 A Pro., Tokyo Movie, Mushi Pro.
1971 Andersen monogatari Le fiabe di Andersen 52 Mushi Pro.
1972 Mumin 52
1973 Yamanezumi Rocky Chuck Le favole della foresta 52 Zuiyō Eizō
1974 Alps no shōjo Heidi Heidi 52
1975 Calpis kodomo gekijō 1 Flanders no inu Il fedele Patrash 52 Nippon Animation
1976 2 Haha wo tazunete sanzenri Marco – Dagli Appennini alle Ande 52
1977 3 Araiguma Rascal Rascal, il mio amico orsetto 52
1978 Calpis family gekijō 4 Peline monogatari Peline Story 53
1979 Sekai meisaku gekijō 5 Akage no Anne Anna dai capelli rossi 50
1980 6 Tom Sawyer no bōken Le avventure di Tom Sawyer 49
1981 7 Kazoku Robinson hyōryūki – Fushigi na shima no Flone L’isola della piccola Flo 50
1982 8 Minami no niji no Lucy Lucy May 50
1983 9 Alps monogatari – Watashi no Annette Sui monti con Annette 48
1984 10 Makiba no shōjo Cathy Le avventure della dolce Kati 48
1985 House shokuhin Sekai meisaku gekijō 11 Shōkōjo Sara Lovely Sara 46
1986 12 Ai shōjo Pollyanna monogatari Pollyanna 51
1987 13 Ai no wakakusa monogatari Una per tutte, tutte per una 48
1988 14 Shōkōshi Ceddie Piccolo Lord 43
1989 15 Peter Pan no bōken Peter Pan 41
1990 16 Watashi no Ashinaga oji-san Papà Gambalunga 40
1991 17 Trapp ikka monogatari Cantiamo insieme 40
1992 18 Daisōgen no chiisana tenshi – Bush Baby Le voci della savana 40
1993 19 Wakakusa monogatari – Nan to Jo sensei Una classe di monelli per Jo 40
1994 Sekai meisaku gekijō 20 Nanatsu no umi no Tico Un oceano di avventure 39
1995 21 Romeo no aoi sora Il cielo azzurro di Romeo 33
1996 22 Meiken Lassie 26
1996-1997 23 Ienakiko Rémi Dolce piccola Remi 26
2007 House shokuhin Sekai meisaku gekijō 24 Les Misérables – Shōjo Cosette Il cuore di Cosette 52
2008 25 Porphy no nagai tabi Il lungo viaggio di Porfi 52
2009 Sekai meisaku gekijō 26 Kon’nichiwa Anne ~ Before Green Gables Sorridi, piccola Anna 39

Tutte le serie sono state trasmesse in Giappone su Fuji TV, le prime 23 sul suo canale terrestre analogico in chiaro e le ultime tre su quello satellitare digitale a pagamento.

 

L’influenza

Il World Masterpiece Theater non ha avuto eguale successo sociale e commerciale per tutta la sua durata: la cosa è facilmente verificabile notando come il numero degli episodi delle serie è calato progressivamente dai 52 iniziali via via fino ai 26 di Meiken Lassie e Dolce piccola Remi del 1996, che furono tali insuccessi da venire entrambi cancellati prima della conclusione e da interrompere il WMT per ben undici anni.

Immagine da "Meiken Lassie" di Sunao Katabuchi.
Meiken Lassie (“Il bravo cane Lassie”) è uno dei titoli più sfigati della storia degli anime. Perse così tanti ascoltatori già durante la programmazione che Fuji TV decise di trasmettere l’ultimo dei soli 26 episodi proprio il giorno in cui c’era la finale di un campionato di baseball: se ci fosse stato il bel tempo Fuji TV avrebbe trasmesso il baseball, se invece avesse piovuto avrebbe trasmesso l’ultimo episodio. Ci fu il bel tempo.

Nonostante ciò, nel loro complesso questi quattro decenni di animazione hanno prodotto materiale in così grande quantità e popolarità da aver definito la grammatica degli anime, sia in virtù delle loro qualità intrinseche, sia per essere stati laboratori di talenti estremamente influenti come Hayao Miyazaki e Isao Takahata, sia perché queste serie, essendo rivolte a un pubblico infantile, sono state viste da quei bambini che poi da adulti sono diventati disegnatori, animatori, registi eccetera, e sono quindi, di fatto, il livello base del linguaggio degli anime.

Tutto parte dal World Masterpiece Theater, persino quello che apparentemente non gli sembra vicino. L’idea di base infatti influenza ancora oggi gli anime: il format della storia unitaria con una durata predeterminata pari a un anno solare e suddivisa in episodi settimanali, sempre allo stesso giorno alla stessa ora, per un totale di 52 puntate, in alcuni casi 26 (sei mesi) oppure 13 (tre mesi, una stagione), è infatti un’eredità di questa serie.

Praticamente l’intera industria dell’animazione giapponese ha avuto nel World Masterpiece Theater la sua cartina tornasole in termini di diffusione del medium, trend narrativi e incassi economici, sia in positivo che in negativo: il periodo di maggior successo della serie (fine anni ’70-inizio anni ’80) è anche quello in cui tutti gli anime gli assomigliavano, mentre il periodo di maggior insuccesso (anni ’90) è proprio quello in cui l’animazione giapponese ha preso altre strade, soprattutto per via dello shock generazionale causato da Neon Genesis Evangelion.

Uno spot TV del caffè in lattina con il celebre cantante Gackt che si commuove guardando l’ultimo episodio di Rascal, il mio amico orsetto. Gli anime del World Masterpiece Theater sono senza dubbio un patrimonio condiviso transgenerazionale della popolazione giapponese.

 

Il valore

Requisiti fondamentali

I 26 titoli canonici della serie World Masterpiece Theater sono quelli che rispettano i tre requisiti fondamentali:

  1. soggetto non originale derivante da opere letterarie occidentali
  2. racconto della quotidianità familiare
  3. produzione dalla Nippon Animation e trasmissione su Fuji TV

Al di là dei punti 1 e 3, più specifici e con alcune eccezioni puntuali, è il punto 2 quello che rappresenta il vero valore delle serie: il racconto della vita quotidiana, spesso fatta di storie semplici ed eventi minimi in un contesto familiare (parentale, scolastico o amicale che sia), consentiva ai giovani spettatori di rivedersi facilmente nei personaggi, di conoscerli meglio e di stabilire con loro un legame affettivo, emotivo, persino umano. È la tecnica di narrazione sfruttata per decenni dagli anime nei cosiddetti “filler”, episodi riempitivi ininfluenti per la trama, ma fondamentali per approfondire i personaggi e quindi far appassionare lo spettatore a loro e alla serie in generale: un’altra importante eredità lasciata agli anime post-WMT.

Fotogramma da "Pollyanna" di Kōzō Kusuba.
Una scena rimasta negli annali dell’animazione: Pollyanna appende dei prismi (i cristalli di una lampada) alla finestra per creare arcobaleni, uno dei “giochi della felicità” della protagonista.

Questo vuol dire che il World Masterpiece Theater ha fatto il grosso del lavoro nel diffondere l’animazione giapponese nel mondo sia con le sue serie canoniche, sia con il profluvio di anime derivativi (da Remì le sue avventure fino a Romeo × Juliet, passando per gli exploit più autoriali de Il fiuto di Sherlock Holmes e Nadia – Il mistero della pietra azzurra, tutti WMT non canonici tratti da opere letterarie occidentali), sia attraverso serie totalmente non correlate, ma che ne utilizzano le stesse caratteristiche come il formato a 52/26/13 episodi, oppure i filler, o la rappresentazione della vita quotidiana, o gli intenti morali o altro ancora. Alla fin fine, gli anime dagli anni ’70 a oggi sono tutti in qualche maniera figli, nipoti e pronipoti di Heidi, tenera, piccola, con un cuore così.

Layout da "Conan il ragazzo del futuro" di Hayao Miyazaki.
Conan il ragazzo del futuro rispetta i punti 1 e 2, ma non il 3 (è stato sì realizzato da Nippon Animation, ma per il canale televisivo nazionale giapponese NHK e non per Fuji TV), ed è quindi considerato un WMT non canonico. In questa serie Hayao Miyazaki si occupò della regia generale, della regia dei singoli episodi, degli storyboard, del character e mechanical design, e mise mano anche a buona parte delle animazioni, come in questo splendido layout di sua mano (notare il loghetto “Na” di Nippon Animation in alto a destra).

 

Lo “stile Meisaku

Inoltre, fra le caratteristiche stilistiche non fondamentali, ma comunque molto diffuse fra le serie del World Masterpiece Theater e anch’esse estremamente influenti negli anime successivi come “stile Meisaku“, si trovano:

  1. protagonista orfan* e possibilmente accompagnat* da un animaletto (realistico, non magico e non sempre presente nell’opera letteraria di partenza);
  2. sentimentalismo usato sempre in maniera costruttiva per dare una lezione morale ai giovani spettatori e celebrare il concetto di famiglia;
  3. stile grafico morbido e con colori brillanti (precursore di quello tipico dello Studio Ghibli, non a caso Miyazaki proviene appunto dall’esperienza con il WMT);
  4. ambientazioni in luoghi reali e tempi reali, solitamente in Occidente fra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Le prime due caratteristiche si legano al secondo dei tre requisiti fondamentali, ovvero il racconto della quotidianità familiare. In alcune serie, la mancanza o lontananza di genitori è la spinta narrativa perfetta per far muovere il personaggio alla ricerca di un’equivalente figura di riferimento e guida, ovvero quello che Vladimir Propp ha chiamato “mentore” nel suo saggio Morfologia della fiaba e che generalmente corrisponde a un parente (come in Peline Story), una persona amata (come in Papà Gambalunga) o una figura autorevole (come in Dolce piccola Remi).

La terza caratteristica è lo stile grafico sorprendentemente omogeneo che caratterizza tutte le serie del World Masterpiece Theater, riconoscibile per il tratto molto morbido e molto sintetico, e si deve ad almeno due fattori. Certamente hanno avuto una forte influenza sulla serie i primi e fondamentali artisti che vi hanno lavorato, fra cui spiccano grandi personalità come Yasuji Mori (che secondo Isao Takahata ha avuto un’influenza tecnica e artistica incalcolabile sull’animazione giapponese), Hayao Miyazaki (che esporterà quello stile tal quale nelle sue produzioni successive dentro e fuori Nippon Animation) o persino insospettabili come Yoshiyuki Tomino.

Settei di Yasuji Mori per "Il fedele Patrash".
Settei per il personaggio di Nello ne Il fedele Patrash di Yasuji Mori. Mori è stato il primo sakkan della storia degli anime, ovvero il direttore dell’animazione: in pratica è l’animatore capo che disegna di suo pugno i fotogrammi principali di tutti i personaggi e gli oggetti in movimento, supervisiona anche il lavoro altrui, rende omogeneo lo stile, e in generale è la figura responsabile della qualità tecnica e artistica generale dell’animazione. È questa un’altra differenza lavorativa rispetto all’animazione statunitense, dove ogni singolo personaggio e oggetto è affidato a un diverso animatore che ne cura design e movimenti fotogramma per fotogramma (ecco perché a volte capita che ci siano disparità di qualità, un esempio su tutti: Crudelia De Mon, animata dal geniale Marc Davis vistosamente meglio rispetto a tutti gli altri personaggi del film La carica dei 101). Per il World Masterpiece Theater, Mori ha lavorato alle serie Il fedele Patrash, Peline Story e Lovely Sara, definendo di fatto l’estetica dell’intero franchise.

Soprattutto, però, l’uniformità grafica del World Masterpiece Theater è dovuta al fatto che lo staff produttivo dietro le serie si è mantenuto in larga parte intatto per gli oltre 30 anni di produzione. Leggendo i crediti delle serie sono sempre gli stessi nomi a tornare più e più volte e nemmeno sempre negli stessi ruoli, a dimostrazione che lo staff della Nippon Animation funziona come una sorta di grande comune artistica in cui tutti fanno tutto: un tratto caratteristico degli studi d’animazione giapponesi che si ritrova anche in altri casi celebri (primi fra tutti la Gainax e lo stesso Studio Ghibli) e che differenzia radicalmente il metodo lavorativo nipponico da quello statunitense, a struttura piramidale e con una chiara suddivisione dei ruoli. Spesso questi nomi ricorrenti non sono nemmeno particolarmente famosi, ma benché non abbiano raggiunto il livello di celebrità di auteur come Oshii o Anno, sono stati comunque fondamentali nel tratteggiare lo “stile Meisaku” e con esso il linguaggio degli anime in generale. Artigiani dell’animazione.

Va notato infine che le ultime tre serie 24, 25 e 26, quelle “nuove” realizzate dopo il disastro commerciale di Meiken Lassie e Dolce piccola Remi, hanno utilizzato volontariamente uno stile diverso rispetto a quello classico (forse anche per dare un chiaro segnale di svolta): Il cuore di Cosette e in particolare Il lungo viaggio di Porfi sono stati realizzati da artisti esterni a Nippon Animation o che comunque non avevano mai lavorato al WMT, mentre con Sorridi, piccola Anna, essendo un prequel, si è tornati allo stile classico e a collaboratori usuali.

Di seguito una tabella riassuntiva con alcune delle principali personalità ricorrenti nelle 26 serie del World Masterpiece Theater (il cerchietto indica la loro presenza nello staff). Per maggiori dettagli su quali ruoli hanno ricoperto si rimanda alle schede tecniche delle singole serie.

N.B.: la ricorrenza degli stessi nomi nello staff tecnico non si limita ai soli professionisti di scrittura e disegno, ma anche a musicisti, attori vocali e altro. Per maggiori dettagli si rimanda alle schede tecniche delle singole serie.

No. Kazue Itō Shigeo Koshi Yoshio Kuroda Kōzō Kusuba Akira Miya-
zaki
Shi-
geru Mori-
moto
Masaru Ōshiro Hiro-
shi Saitō
Shū-
ichi Seki
Michiru Shimada
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Infine, l’ultima caratteristica ricorrente dello “stile Meisaku“, ovvero il setting occidentale e solitamente fin de siècle, è evidentemente collegata con la scelta dei titoli da adattare, ma offre anche a sceneggiatori e animatori la chance di realizzare storie con illuminazione a gas, carrozze, piccoli lord, niente elettricità, gonne a ruota, nobili, lettere, collegi, l’India misteriosa, persone naturalmente bionde, chiese gotiche e tutto quel repertorio che compone l’immaginario akogare no Paris, ovvero quell’Europa idealizzata portata al suo massimo splendore da Le rose di Versailles e che poi ha prosperato nei film Studio Ghibli da Il castello di Cagliostro in poi.

Di seguito la tabella con la periodizzazione e le ambientazioni di tutte le serie del World Masterpiece Theater.

No.
WMT
Titolo Anni Luoghi
1 Il fedele Patrash 1875-1876 Belgio
2 Marco – Dagli Appennini alle Ande 1879 Italia, Francia, Spagna, Senegal, Brasile, Argentina
3 Rascal, il mio amico orsetto 1914-1915 Stati Uniti d’America
4 Peline Story 1878-1879 Bosnia, Croazia, Italia, Svizzera, Francia
5 Anna dai capelli rossi 1886-1902 Canada
6 Le avventure di Tom Sawyer 1845 Stati Uniti d’America
7 L’isola della piccola Flo 1883 Svizzera, Australia
8 Lucy May 1837-1841 Regno Unito, Australia
9 Sui monti con Annette 1900-1907 Svizzera
10 Le avventure della dolce Kati 1912-1918 Finlandia
11 Lovely Sara 1885-1886 Regno Unito
12 Pollyanna 1920-1921 Stati Uniti d’America
13 Una per tutte, tutte per una 1863-1865 Stati Uniti d’America
14 Piccolo Lord 1890 Stati Uniti d’America, Regno Unito
15 Peter Pan 1905 Regno Unito, Isola che non c’è
16 Papà Gambalunga 1920-1923 Stati Uniti d’America
17 Cantiamo insieme 1936-1938 Austria
18 Le voci della savana 1965 Kenya
19 Una classe di monelli per Jo 1882-1883 e 1893 Stati Uniti d’America
20 Un oceano di avventure 1994 (contemporaneo) Mari di tutto il mondo
21 Il cielo azzurro di Romeo 1875-1876 Svizzera, Italia
22 Meiken Lassie 1934-1936 Regno Unito
23 Dolce piccola Remi 1900-1901 Francia
24 Il cuore di Cosette 1819-1834 Francia
25 Il lungo viaggio di Porfi 1953 Grecia, Italia, Francia
26 Sorridi, piccola Anna 1881-1886 Canada
Cronologia dei titoli della serie "World Masterpiece Theater".
La cronologia dei periodi storici in cui sono ambientate le serie World Masterpiece Theater: la maggior parte è compresa fra il 1870 e il 1940.
Luoghi dei titoli della serie "World Masterpiece Theater".
L’atlante delle location in cui sono ambientati i 26 titoli del World Masterpiece Theater esposto alla mostra itinerante celebrativa della serie. La maggior parte è compresa fra l’Europa continentale e il Nord America: in totale ce ne sono sette ambientate negli Stati Uniti d’America, quattro in Francia, Italia, Regno Unito e Svizzera, due in Australia e Canada, e una serie in Argentina, Austria, Belgio, Bosnia, Croazia e Finlandia, Grecia e Kenya, più una ambientata in un luogo inesistente (l’Isola che non c’è in Peter Pan) e tre che toccano numerose nazioni del mondo via mare (Marco – Dagli Appennini alle Ande indicata con la linea arancione, L’isola della piccola Flo con la linea rossa e Un oceano di avventure con la linea blu).

Ultima ma non meno importante, la condizione economica e sociale dei personaggi. La maggioranza delle serie è ambientata in contesti sociali medio-bassi con personaggi a volte poveri o persino ridotti alla fame. Di nuovo si tratta evidentemente di una caratteristica drammaturgica derivata dai romanzi originali, nondimeno mostrare personaggi che riescono a trovare la felicità negli affetti e non nell’affermazione personale, nel successo e nei soldi è senza ombra di dubbio un messaggio volontario della Nippon Animation poiché trasversale a tutto il World Masterpiece Theater.

 

Il successo

Pur coi suoi alti e bassi, i quattro decenni di produzione del World Masterpiece Theater testimoniano da soli il successo popolare della serie. A ulteriore prova ci sono la produzione tuttora florida e continua di merchandise fisico e virtuale, le collaborazioni e sponsorizzazioni di Nippon Animation con altre aziende, e gli eventi pubblici. Forse il mutato gusto del pubblico e delle sue abitudini di fruizione hanno fatto calare il successo commerciale della serie, ma certamente non il suo appeal.

In particolare, a partire dal 2015 e in occasione del 40ennale della serie World Masterpiece Theater, la Nippon Animation ha organizzato una serie di grandi eventi celebrativi. Fra questi ci sono stati il restauro e trasporto su pellicola 16mm in HD delle tre serie storiche Marco – Dagli Appennini alle Ande, Anna dai capelli rossi e Conan il ragazzo del futuro (quest’ultimo WMT non canonico) e la loro proiezione al cinema, il concerto della Tokyo Philharmonic Orchestra con musiche degli anime, la collaborazione con la catene di pasticcerie gourmet Café comme ça e molti altri ancora.

Ciambelle ispirate ai personaggi della serie "World Masterpiece Theater".
Ciambelle a forma di animali e personaggi del WMT realizzate in collaborazione con la catena di pasticcerie floresta. Sono adorabili, dai.

 

C’è poi naturalmente il successo che il programma ha avuto all’estero, soprattutto nei Paesi europei o di lingue europee (come quelli di lingua spagnola in America e Asia), e in particolare proprio in Italia, che è senza dubbio il Paese che ha maggiormente recepito il World Masterpiece Theater, essendo l’unico al mondo che ha comprato tutti i titoli canonici WMT della Nippon Animation, più tre pre-WMT, più ancora 17 titoli non canonici (ovvero prodotti da Nippon Animation fuori dal WMT, basate su soggetti originali e/o non trasmesse da Fuji TV), più infine almeno 55 titoli derivativi (ovvero realizzati da altre case di produzione con uno stile simile al WMT); le uniche serie non acquistate, come i pre-WMT Mumin o il canonico Meiken Lassie oppure il non canonico post-WTM Agatha Christie no meitantei Poirot to Marple, sono quelle che non possono uscire dal Giappone per motivi tecnici legati ai diritti d’autore. Le serie 0 Heidi e 1 Il fedele Patrash sono state trasmesse dalla Rai, la 2 Marco – Dagli Appennini alle Ande prima dalla Rai e poi da Mediaset, la 3 Rascal, il mio amico orsetto da Mediaset, la 4 Peline Story da vari canali locali, la 5 Anna dai capelli rossi sia dalla Rai sia da Mediaset sia dai canali locali, la 6 Le avventure di Tom Sawyer dalla Rai, e tutte le successive diciannove serie dalla 7 L’isola della piccola Flo in poi sono state trasmesse da Mediaset.

In attesa dell’arrivo del 50ennale e dei suoi festeggiamenti, DF celebra questo franchise seminale approfondendo le serie una a una. Partiamo dunque per questo lungo viaggio dagli Appennini alle Ande, per i sette mari, sui monti, nei comignoli, per i canali di Francia, in Kenya, in Canada, in Australia, in India, e soprattutto nel cuore degli spettatori.


[ Introduzione: caratteri generalila mostra | Le serie: pre-WMT1: Il fedele Patrash2: Marco – Dagli Appennini alle Ande3: Rascal, il mio amico orsetto4: Peline Story5: Anna dai capelli rossi6: Le avventure di Tom Sawyer7: L’isola della piccola Flo8: Lucy May9: Sui monti con Annette10: Le avventure della dolce Kati11: Lovely Sara12: Pollyanna13: Una per tutte, tutte per una14: Piccolo Lord15: Peter Pan16: Papà Gambalunga17: Cantiamo insieme18: Le voci della savana19: Una classe di monelli per Jo20: Un oceano di avventure21: Il cielo azzurro di Romeo22: Meiken Lassie23: Dolce piccola Remi24: Il cuore di Cosette25: Il lungo viaggio di Porfi26: Sorridi, piccola Annapost-WMT | Appendici: il modello produttivola moda e HeidiRascal, il mio amico orsetto negli USAJules Verne e gli anime | La memoria ]


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