The End – La perdita, il lutto e la rinascita
L’elaborazione del lutto secondo Anders Nilsen in The End: un volume ricchissimo di numerose e interessantissime tecniche creative diverse
Vi confesso che sono un assiduo ascoltatore di Copertina, il podcast di Matteo B. Bianchi che ogni mese dispensa consigli letterari. Non lo conoscete? Recuperatelo, è un buon modo per rimanere aggiornati qualora foste avidi lettori di narrativa. Nell’episodio 72, quello prima delle vacanze estive, Bianchi consiglia ai suoi ascoltatori due graphic novel: il grande classico Blankets, appena ripubblicato da Rizzoli Lizard, e The End di Anders Nilsen, pubblicato da Add, con la traduzione di Francesco Pacifico. Riguardo questo secondo, cito quasi testualmente le parole di Bianchi:
Un volume di altissimo livello. Si tratta di un tentativo da parte dell’autore di elaborare il lutto per la morte della giovane fidanzata. Un volume a cavallo tra il fumetto vero e proprio, l’illustrazione astratta, le riflessioni personali e stralci di natura poetica. Nielsen cerca di trovare un senso e una ragione mentre attraversa questo momento doloroso nel quale si sente letteralmente monco per l’assenza della sua compagna di vita. Il risultato è un libro che non somiglia a nessun altro con pagine che a volte sono rappresentazioni molto concrete del dolore e altre che sono simboliche e rarefatte.
Capite voi che dopo una presentazione di questo tipo, il sottoscritto non ha potuto fare a meno di leggere una copia di The End e conseguentemente di parlarvene qui.
Come detto da Bianchi, The End è un oggetto raro e prezioso, un libro non-libro, un fumetto non-fumetto, per cui è qualcosa da maneggiare con cura e a cui approcciarsi con curiosità, rispetto e senza pregiudizio. La morte di Cheryl, la compagna di Nilsen, a marzo del 2005, a causa di una malattia, fa sprofondare l’autore in una vera e propria voragine di dolore e disperazione: comincia così a riempire pagine e pagine di appunti e disegni che poi decide di trasformare in un libro, una prima versione The Rnd #1 esce nel 2007. Questa appena uscita The End #3, cioè una versione riveduta e ampliata dallo stesso autore della prima stesura. Alla fine della bella edizione di Add, trovate fitte pagine scritte dall’autore in cui racconta per bene la genesi del libro e le sue fortune editoriali. Si dilunga poi sul suo rapporto con Cheryl e infine fa alcune riflessioni sulla morte e sull’elaborazione del lutto.
Nilsen condensa nelle pagine del libro anni di dolore e sgomento, riflessioni acute e profonde sulla morte e sulla mancanza. I suoi pensieri diventano tanto estemporanei quanto labirintici e le pagine diventano uno sfogatoio privilegiato in cui concretizzare e mettere nero su bianco, per esorcizzare paure e rendere reali i fantasmi.
Mia cara Cheryl,
ancora non voglio abituarmi a questa vita che
sto vivendo senza di te.
Ma sta succedendo comunque.
Se non posso avere te, voglio almeno il mio
dolore. Il mio dolore è il mio unico conforto.
Grazie anche alla bella traduzione di Francesco Pacifico e a un efficace impaginato, le parole di Nilsen si piegano alla metrica e diventano poesia.
E tu ti infilerai di nuovo nel grembo di tua madre, rimpicciolendoti in un nulla, te ne andrai a dormire e poi scomparirai. E a quel punto avremo finito, mia cara. Le luci verranno spente, le finestre verranno chiuse, così come lo saranno tutte le porte. E tu sarai di nuovo a casa.
Leggere The End è un’esperienza onirica, quasi astratta, allo stesso tempo concreta e capillare. Ti entra sotto pelle e ti lascia quel senso di vuoto e di dolore, di perdita e alla fine di speranza. Le immagini stesse, alternate a testi più o meno lunghi e pieni di cancellature, riportano a una dimensione altra in cui il tratto sintetico di Nilsen si alterna alla fotografia e alla grafica. Un happening di stili e tecniche che però infondono una coerenza al libro e non sono mai dissonanti tra loro.
Le opere concettuali di Cheryl, che è stata un’artista visiva in vita, alcune delle quali sono presentate alla fine del libro, sembrano aver influenzato Nilsen, che dimostra una capacità unica di esprimere sentimenti, concetti e emozioni con pochissimi tratti. La scelta stessa di autorappresentarsi per la maggior parte del tempo con uno stickman, un omino stilizzato, segue la volontà di arrivare al punto e di parlare universalmente a tutti. Sia che si trovino a vivere la sua stessa esperienza sia che non l’abbiano mai conosciuta.
Le fiamme che per tutto il libro si propagano dal corpo di Nilsen a un certo punto si affievoliscono, ma non si estinguono mai, anzi vengono chiuse gelosamente in una scatola da conservare per sempre all’interno del proprio petto. Questa immagine, tanto potente quanto minimale, dimostra come il libro sia intriso di un simbolismo onirico che forse farà storcere il naso a chi non è abituato a questo tipo di narrazione, ma che lo eleva e lo fa diventare una delle opere più significative sul tema.
Un’esperienza da leggere.
Anders Nilsen
The End
Add Editore, 1 giugno 2023
160 pagg., colore, brossura, 17×24 cm, €25.00
ISBN: 978-88-6783420-4