San Gennaro: il patto è il sangue – Storia di un martire emblematico
Di Virgilio & Baroni raccontano San Gennaro e Napoli: la storia di un patto e di un martirio, di una testimonianza che dal passato arriva direttamente al futuro. Perché questo sono i martiri, testimoni di sangue di scelte portate fino all’estremo.
Martire, dal latino tardo ecclesiastico martyr -y̆ris; dal greco μάρτυς -υρος, propriamente “testimone”.
Miràcolo, dal latino miracŭlum “cosa meravigliosa”, derivato di mirari “ammirare, meravigliarsi”.
Dice il sito Treccani.
Questi sono i due passaggi fondamentali che trovano spazio nel racconto San Gennaro: il patto è il sangue: la testimonianza e il verificarsi di eventi straordinari. Che sono nella maggior parte dei casi ciò che contraddistingue i santi.
E per un napoletano verace come Alessandro Di Virgilio scrivere una sceneggiatura che mettesse in evidenza queste caratteristiche in San Gennaro e nel suo rapporto con la città, deve essere stato un grande onore, e un grande onere.
Ne è venuto fuori un racconto veramente adatto a tutti. Leggibile cioè da tutte le età, avendo tanti chiavi di lettura. Da quelle più immediate con la conoscenza delle tradizioni legate al santo, al significato dei personaggi che percorrono quasi due millenni.
D’altra parte a Napoli non c’è distinzione per la devozione a San Gennaro. È una cosa per tutti e a tutti i livelli. Il che è spesso positivo, basti pensare al fatto che tale devozione accomuna anziani e giovanissimi. Altre volte lo è meno, visto che coinvolge anche quelle parti di società che non dovrebbero in nessun modo essere “devote”, o che manifestano questa devozione in modo quanto meno ambiguo. Perché, come dice il suggestivo sottotitolo stesso del fumetto Il patto è il sangue, l’intera città ha stretto un patto con il suo patrono. Anche nelle sue parti più fosche.
Ma di quest’ultimo aspetto non si parla nel libro. Si vede la parte positiva, a partire dalla tigna con cui la città si è schierata con il vescovo di Maleventum fin dai tempi più antichi.
Le due caratteristiche del legame fra San Gennaro e i napoletani infatti sono:
- il Patto, ovvero il Voto che la città fece nel gennaio 1527 per la costruzione e dotazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, istituzione che ha collaborato direttamente alla produzione dell’albo
- il Sangue, raccolto direttamente in occasione del martirio da Eusebia e notissimo per il miracolo della liquefazione (più volte spiegato dalla scienza, ma collegato a un atto di devozione profondissima della città), ma anche il sangue che il martire deve versare per essere tale.
I miracoli di San Gennaro sono noti fin dall’antichità, ma viene instillato il dubbio che si sia trattato di fortunate circostanze, a volte dovute anche all’inettitudine dei soldati romani. Ma tante cose non tornano, e non si capisce se siano o no tutte spiegabili senza ricorrere ai miracoli.
La capacità di Publio Fausto Janiarius di resistere alle ferite e alle torture in genere, fino al caldo di una fornace accesa, ha tante fonti. Anche le apparizioni di Eusebia sono testimoniate da tanti almeno fino alla decapitazione del vescovo, in cui la sceneggiatura dà una interpretazione particolare del taglio del dito di Gennaro, raccontato in tanti commentari e storie sui santi.
Per quasi venti secoli Dragonzio, il proconsole che ha dovuto prima gestire la figura storica di Gennaro, poi ha visto suo malgrado la fine delle persecuzioni, e Eusebia, la donna delle misteriose apparizioni, e legata al santo probabilmente come nutrice, continueranno a incrociarsi. Viaggeranno nel tempo attraverso i momenti più significativi del rapporto fra Napoli e il suo patrono.
Non è un caso che abbiano gli stessi lineamenti uno dei principali estensori del patto del 1527, e il deputato a seguire i lavori di costruzione della cappella nel 1630.
Fino a un futuro in cui ancora i discendenti (?) dei due personaggi si incontrano grazie al santo.
Un bel modo di parlare di tradizione e di devozione.
Anche i disegni sono interessanti e mantengono la capacità di parlare a lettori di tutte le età. Benedetta Baroni infatti ha disegnato e colorato le 64 pagine dell’albo con uno stile a volte un po’ parossistico e caratterizzando i personaggi con qualche caratteristica fisica riconoscibile (per Dragonzio il naso, per Eusebia le lentiggini).
Senza tralasciare nulla delle crudeltà che Gennaro ha subito, ma utilizzando uno stile non troppo realista, che quindi risulta accettabile anche per una lettura non adulta.
Lo schema delle pagine è abbastanza regolare, con tre o quattro righe per pagina, con lo spazio bianco della closure tipicamente ben definito. Questa definizione viene meno nelle vignette in cui accade qualcosa di non comune, ad esempio quando il personaggio in quel momento al centro della scena perde i sensi oppure quando si manifestano le situazioni sovrannaturali collegabili al santo.
Nei salti temporali spesso vengono utilizzate delle splash page che riproducono la città da diversi punti di vista. Anche le pagine perdono completamente la loro regolarità quando ci sono dei salti temporali, o dei momenti in cui prevale il flusso di coscienza di qualche personaggio (solitamente Dragonzio). In quel caso le vignette diventano quasi delle bolle in cui si riflettono i personaggi.
Il volume alla fine fa arrivare la storia di San Gennaro con una modalità che è adatta ai più giovani, ma anche ad una lettura più adulta. Infatti, mentre ci si può fermare a un primo livello collegato ai soli fatti storici, la mediazione attraverso le figure di Dragonzio e Eusebia consente di guardare i fatti al di là delle leggende della tradizione. Sottolineando come la stessa devozione è cambiata (e forse cambierà) nel tempo, ma la conoscenza del nostro passato e la nostra proiezione verso il futuro possono portarci a un destino inatteso. Che raramente però decidiamo da soli.
Il volume alla fine serve anche a far capire a napoletani e non l’importanza da una parte del legame della città con il suo patrono, dall’altra dell’istituzione del Tesoro di San Gennaro che è una testimonianza storica e museale presente da circa cinque secoli.
E che, al di là del credere o meno, è diventato fondamentale anche per capire Napoli. Così il fumetto diventa ancora una volta un modo per preservare e presentare, in un tempo in cui tutto corre, fermando sulle pagine i disegni. Dando tempo, a chi sa, di riflettere, a chi non sa, di acquisire nuove informazioni e di farle proprie.
Alessandro Di Virgilio, Benedetta Baroni
San Gennaro: il patto è il sangue
Kleiner Flug, 2023
64 pagg., colore, brossura,21×29,8 cm, €14.00
ISBN: 978-88-94950-89-2