Nana – Rileggere il manga di Ai Yazawa

Quasi dieci anni fa si interrompeva il popolarissimo manga di Ai Yazawa Nana. Dopo anni di distanza lo abbiamo riletto e ancora una volta ci siamo lasciati trasportare dalle sue tematiche: il destino, l’amore e la musica.

Il 22 luglio del 2002 è uscito per la prima volta in Italia il manga Nana. Il suo arrivo era stato annunciato su diversi albi della Planet Manga e sopratutto sul manga Paradise Kiss, la cui stesura stava procedendo parallela in Giappone a quella di Nana.

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I Black Stone, la band di Nana.

Il 2002 è stato una grande anno per le fan della Yaza: la ripubblicazione di Cortili del cuore con una nuova e bella edizione, quella di Ultimi raggi di luna, e infine l’arrivo di questo nuovo titolo che prometteva di far faville.

Nana racconta la storia di due ragazze, Nana Ōsaki e Nana Komatsu, che si incontrano sul treno della linea Shinkansen diretto da nord verso Tōkyō in un nevoso giorno d’inverno. Le due non potrebbero essere più diverse: una è una punk con abiti strappati, catene al collo e sigarette in bocca, mentre l’altra una ragazza che si innamora facilmente e con i vestiti sempre alla moda, la classica giapponesina kawaii. Destino vuole che le due ragazze si trovino a contendersi un appartamento, ma invece di litigarselo decidano di viverci insieme.

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Nana Ōsaki

Nana Ōsaki ha avuto un’infanzia difficile: abbandonata dalla madre quando era piccola e cresciuta con i nonni, terminati gli studi si trasferisce in Tōkyō per diventare una cantante professionista e ritrovare il suo grande amore Ren, chitarrista che suona con i Trapnest, la band che sta scalando le classifiche giapponesi. Ma una volta ritrovato il ragazzo, e pur amandosi, non possono dichiarare al mondo il loro amore: il successo dei Trapnest dipende anche dal fatto che tutti i componenti siano single e appetibili dalle fan, per questo gli agenti del gruppo non vogliono che si sappia dell’amore fra Nana e Ren.

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Nana Komatsu

Nana Komatsu è una ragazza volubile, al liceo ha avuto molte relazioni con uomini più grandi fino a quando non si è innamorata di Shōji e per lui si trasferisce in Tōkyō. Poco dopo però rompe la loro relazione a causa del tradimento di lui, e si trova a cambiare spesso lavoro e fidanzato a causa della sua instabilità affettiva. Per un periodo si fidanza con Takumi, il bassista dei Trapnest, conosciuto tramite Nana Ōsaki, ma poi capisce che il loro rapporto non può funzionare e si innamora del dolcissimo Nobu dei Blast, il gruppo in cui canta l’amica. Nana però scopre di essere incinta di Takumi e per questo motivo torna da lui lasciando Nobu.

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Fin dai primi albi Nana ha conquistato il pubblico femminile come pochi altri manga hanno saputo fare, sia per il tratto pulitissimo e dettagliato, che non disdegna però qualche espressione caricaturale con i tratti “stravolti” per rendere l’idea di rabbia-felicità-tristezza nelle espressioni, sia per la maniacale attenzione a ogni singolo particolare e a ogni cambio d’abito dei protagonisti. Se in Cortili del cuore e Paradise Kiss la Yaza ha fatto notare come e quanto le creazioni degli stilisti influenzino il suo disegno, qui un altro tema a lei caro irrompe con prepotenza: l’amore per la musica e sopratutto la musica punk, che era stato già presentato sia in Cortili sia in ParaKiss, ma che qui diventa elemento predominante più della moda stessa.

In questo manga poi ci sono altri temi, primo fra tutti quello del destino. Le due Nana sono destinate a incontrarsi e a vedersi anche in una metropoli enorme come Tōkyō a dispetto delle probabilità: il destino che secondo Nana Komatsu è rappresentato dal «Grande Demone Celeste» che influenza la sua vita.

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Nana e Ren.

Poi c’è il tema dell’amore, o meglio ci sono due diversi tipi di amore. Uno è l’amore assoluto e unico, quello che non ammette né distrazioni né tradimenti, ed è l’amore puro che c’è fra Nana Ōsaki e Ren: anche se si sono persi di vista rimangono legati per la vita. C’è poi l’amore insaziabile di Nana Komatsu: lei si innamora e ama con tutta sé stessa, ma la sua fragilità e insicurezza, e forse il desiderio di essere amata più che di amare, non le permettono di avere legami stabili con nessuno. Il suo unico legame indissolubile è con l’altra Nana, e proprio quando questo legame si spezzerà (rappresentato nell’iconica scena dal bicchiere con le fragole che si spezza) la vita delle due non sarà più la stessa.

L’amore in Nana non sfocia in allegria, ma si trasforma in dramma. La storia d’amore fra Nana Ōsaki e Ren si evolve albo dopo albo in tragedia quando Ren, a causa dello stress, comincia ad abusare di stupefacenti, perdendo il contatto con ciò che è davvero importante per lui: Nana e la musica. Questo lo porta al loro straziante epilogo finale.

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Simile dramma vive (in misura inferiore) Nana Komatsu, incapace di prendere decisioni chiare, che si lascia trasportare dalle situazioni, accettando di vivere una vita che non la rende felice, lontano da Nobu, per quieto vivere e per cercare una vita agiata e senza preoccupazioni di tipo economico – anche se (forse) rimpiangerà questa scelta.

Altro tema più nascosto, ma su cui si basa secondo me tutto il manga, è quello del doppio. Ogni personaggio ha il suo doppio, e non solo le due Nana. Reira è il doppio “artistico” di Nana, Takumi è il doppio di Nobu, e via discorrendo. L’unico personaggio che sembra non avere un “doppio”, un vero alter ego, è per l’appunto Ren.

Nana, come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, ha sviluppato la storia parallelamente alla stesura di Paradise Kiss. Dato che Yazawa però non riusciva a portare avanti i due lavori in contemporanea, ha deciso di accorciare la trama di ParaKiss anticipandone la fine e proseguire con Nana a cui si era appassionata maggiormente. Purtroppo però il Grande Demone Celeste si è abbattuto sull’autrice, che per problemi di salute ha lasciato e ripreso spesso la pubblicazione del manga. Questo ha portato i fan ad aspettare dai tre a sei mesi tra l’uscita di un volumetto e l’altro, fino all’interruzione (definitiva?) senza un finale, che si è avuta in Italia con il volumetto numero 42.

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Da allora sui vari forum dedicati si sono rincorse innumerevoli voci: chi dice che a causa di problemi alla mano la Yaza non possa più disegnare, chi la vede in preda alla depressione e chi invece pensa che non voglia più disegnare. Fatto sta che è uscito il calendario di Nana 2016 disegnato con nuove illustrazioni da Yazawa stessa, il che ha portato i fan di vecchia data a sperare in un ritorno delle due Nana in fumetteria e in una degna conclusione. Tutta la storia di Nana è narrata come un flashback, il ricordo di una delle due protagoniste, e ciò fa pensare che la Yaza fin dall’inizio sapesse come la storia doveva evolversi e terminare; purtroppo però da quasi dieci anni la storia si è fermata.

Dal manga sono derivate diverse opere, in particolare un anime e un drama che hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico. Anche il merchandising legato alla serie è andato a ruba, come se questo manga avesse stregato il pubblico di tutto il mondo.

In Italia sono state pubblicate da Planet Manga due edizioni di Nana: una prima versione “sottiletta” (coi volumi originali spezzati in due uscite) al prezzo di 2 euro a volumetto, e un’edizione ristampa con copertina in brossura che ha il classico formato tankōbon. Piccola curiosità: nella prima edizione italiana il numero 1 aveva la copertina “sbagliata” per un errore di stampa (il numero 1 e il numero 2 avevano la stessa copertina), ma in seguito Planet Manga ha ripubblicato il numero 1 con la copertina originale.

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Nana Komatsu sulla spiaggia.

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