Deadly Class, una (ir)recensione scatologica

Attenzione: questo articolo potrebbe sembrare a prima vista una recensione molto negativa del fumetto di Remender-Craig. L’autore ci tiene però ad invitare il lettore ad una lettura più attenta: soltanto allora si renderà conto che il seguente articolo non è affatto una recensione.

Uno dei nostri redattori mi ha sbolognato la recensione di Deadly Class, dicendomi che non si sentiva in grado di affrontarla. Mentre leggevo i due volumi targati Panini HD, mi chiedevo come mai fosse così difficile. Piano piano che proseguivo, cominciavo a sentirmi inadeguato al pari del mio collega. Era una sensazione difficilmente spiegabile che mi è rimasta dentro fino al momento di iniziare a scriverne.

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Quindi vi avverto: questa non è una recensione. È una spiegazione del perché non si può recensire Deadly Class. Compito non semplice, in ogni caso.

Giunge in mio aiuto un passaggio ben preciso, tratto dal secondo volume, che in un momento di lucida trasparenza ci spiega perchè Deadly Class è un fumetto così irrecensibile. Ve lo riportiamo per intero: i disegni sono di Wes Craig, i testi di Rick Remender, l’edizione, come già detto, Panini Comics.

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Fermo immagine.

Deadly Class parte come una scoreggia in bocca. La sinossi è l’apoteosi del classico per young adults: un giovane senzatetto che ha perso i genitori in un misterioso incidente viene prescelto per frequentare una scuola per assassini. Lezioni di tattica, veleni e arti marziali si mescolano a problematiche adolescenziali, citazionismo e nostalgia hipster degli anni ’80. Siccome però questo è un fumetto Image, la casa editrice più cool del momento, e lo scrittore è Rick Remender, questa specie di Harry Potter punk-rock si ammanta di psichedelia, LSD, sesso, ultraviolenza, nichilismo e gangsta.

L’ambientazione scolastica viene presto abbandonata per concentrarsi sulle avventure di Marcus e del suo gruppo di amici punk che si immischiano in situazioni tarantiniane. L’ambientazione anni ’80 sembra pescare dal vissuto dello scrittore. Nella pagina della posta degli albi originali Remender non perde occasione per ricordarci che le assurdissime situazioni in cui si trova Marcus lui le ha in qualche modo vissute durante il periodo della sua scapestrata e maledetta adolescenza: come l’episodio in cui Marcus viene pestato a sangue dal fidanzato geloso di una tizia e lasciato a terra a boccheggiare.  O quella volta che si è preso troppo LSD. O quell’altra che ha lavorato in un negozio di fumetti.

Capito ora perché questo fumetto è irrecensibile? No?

Allora andiamo avanti con la nostra sequenza: avevamo lasciato Marcus, che, appunto, lavora in una fumetteria, con gravi problemi di doposbornia e la voglia di scoreggiare in bocca ad un piccolo nerd rompipalle.

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Ora, chi scrive non trova davvero niente di male nella scatologia.  Grandi artisti come Raubelais, Plauto, persino Joyce riuscirono a fare letteratura dalla cacca; e il grande De Andrè ci raccontò di come dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. Qui Remender ci racconta di “otto litri di diarrea”, “un torrente di liquido caldo”. È il racconto di un (ex) adolescente ad altri (ex) adolescenti, di quelli che abbiamo visto mille volte seduti su una panchina o parcheggiati in macchina o al bar, con la banda di compari. Potremmo quasi dire che le amicizie si cementano anche sulle sghignazzate comuni, generate da storie pruriginose, zozze o disgustose. Non è un caso se il più grande cantore dell’amicizia adolescenziale, Stephen King, fa del vomito il tema centrale di uno degli episodi più belli della sua opera, contenuto in uno dei racconti di Stagioni Diverse.

Quindi non c’è niente di male a parlare di diarrea in un fumetto. Però questo episodio ci fornisce un po’ la cifra di Deadly Class, lo specifico fumetto di cui stiamo parlando.

Ecco perché il mio esimio collega non riusciva a recensirlo. Deadly Class suona come il lungo racconto dell’amico cazzaro, quello che sa un sacco di storie strane, che a volte sa anche raccontarle bene ma che tutti ascoltano con una certa condiscendenza.

Avete presente, no? Che ci ficca dentro le bonazza giapponese, l’amico nero che nasconde il segreto, il mistero, la scopata, e quella volta che s’è fatto così tanto che madonna mia, e quell’altra che quante ce ne ha prese. Se non è chiaro, lasciatemi agevolare un filmato.

Come puoi recensire il racconto dell’amico cazzaro? Deadly Class è il fumetto che avrebbe scritto il cuggino di Elio. Io, personalmente, non so se andrò avanti nella lettura, ma se lo farò sarà soltanto per arrivare al punto della scritta “Benvenuto nell’AIDS”.

Ecco, quindi, perchè Deadly Class non si può recensire. Quale adolescente siete (eravate)?

1- Quello che ascoltava l’amico cazzaro ridendo come un pazzo ed esortandolo a dirne un’altra. Allora, comprate Deadly Class.

2- Quello che si allontanava quando l’amico cazzaro cominciava le sue sparate. Allora, evitatelo.

3- Se poi eravate proprio voi l’amico cazzaro, prendetelo senza se e senza ma: sarà fonte di infinita ispirazione.

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