Hawking: Ottaviani e Myrick ancora al lavoro
La biografia a fumetti di uno degli scienziati più importanti e iconici degli ultimi 50 anni, anzi, forse il più importante
Stephen William Hawking, fisico, cosmologo, matematico, colpito da una malattia del motoneurone, e anche per questo assai noto al grande pubblico.
Non si è fatto infatti fermare dalla malattia, sia per le attività scientifiche, sia per quelle ludiche.
Ed è stato un proficuo scrittore, non solo di articoli scientifici. Basti pensare al libro Dal Big Bang ai buchi neri, che ha aperto lo sguardo sull’universo a una generazione, ma anche ai romanzi per ragazzi, ovviamente a sfondo astronomico, scritti con la figlia.
Per questo, oltre che per il suo impatto sulla fisica, è stato una parte importante degli ultimi venti anni del secolo scorso, e anche di questo, fino alla sua scomparsa.
Dopo Feynman, un altro gigante della fisica. Ancora Jim Ottaviani e Leland Myrick, stavolta con i colori di Aaron Polk. In una idea nata nel 2012, quando Hawking era ancora vivo.
D’altra parte le opere biografiche di Hawking sono cominciate ben prima della sua morte. Il film della BBC con Benedict Cumberbatch (2004), quello candidato all’Oscar del 2015. Oltre a numerose biografie scritte, una anche da solo nel 2013.
Mancava una biografia a fumetti, peraltro progettata dallo stesso scienziato, come scrive Jim Ottaviani nella nota in postfazione:
some of the things you read have changed since July 4, 2012, when Hawking – trough our friend Lois Kane – inviter us to do this.
Ottaviani, che abbiamo intervistato tempo fa, come al solito ha fatto un lavoro certosino sulla biografia, e anche sui contenuti scientifici.
Tratteggia la figura del genio con tantissimi dettagli: nella nota finale, Ottaviani scrive che Myrick ha dovuto lavorare con oltre quattrocento (!) note a piè di pagina che completavano con i riferimenti la sceneggiatura, già di per sé lunga e complessa. Il lavoro è diviso in tanti piccoli capitoli, oltre cinquanta, alcuni di una sola pagina. Ciascuno ha una indicazione temporale. Sia essa il riferimento biografico di Hawking, l’intervallo di anni in cui si è sviluppata una teoria, o l’anno di pubblicazione di un lavoro, e il titolo della pubblicazione è anche quello del capitolo.
L’opera è quindi corposa: quasi trecento pagine, e ciascuna appare densa, dovendo spesso anche creare un minimo di background scientifico per dare un’idea di cosa si stia parlando. Perché non è possibile scindere lo scienziato dalla persona.
E la complessità del protagonista è davvero notevole.
La sua vita personale è legata a una malattia neurologica progressiva, mai identificata con assoluta certezza (alcuni medici propendono per l’Atrofia Muscolare Progressiva, i più per una forma lenta di Sclerosi Laterale Amiotrofica), anche se comunque affini.
Questa ovviamente ha condizionato la sua vita. Basti pensare all’impatto psicologico (inizialmente con la diagnosi del 1963 gli erano stati dati due anni di vita). Ma non gli ha impedito di sposarsi due volte, di avere tre figli, di avere un posto decisivo nella fisica degli ultimi cinquanta anni e di avere molteplici passioni.
Tutto questo emerge dall’opera di Ottaviani.
Il carattere spigoloso e forte, la capacità di non tirarsi indietro, la coscienza della bontà del proprio lavoro. Tutto emerge in maniera chiara dall’opera. Il pensiero “politico” si mescola spesso a concetti scientifici non facili.
Compaiono nel fumetto anche alcune equazioni e alcuni diagrammi tecnici, che servono a chiarificare la fisica di cui il libro è intriso, ma non riuscendoci sempre a pieno.
Dall’equazione di Einstein ai Diagrammi di Penrose.
La scienza si affianca agli scienziati di enorme rilievo con i quali Hawking condivide gli ultimi sessanta anni della storia della fisica, in particolare della cosmologia. Da Hoyle che creò polemicamente il concetto di Big Bang, e che un giovane Steven non riuscì ad avere come tutor a Cambridge, a Rober Penrose, fino a Kip Thorne, premio Nobel per le onde gravitazionali nel 2017 e consulente scientifico del famoso film Interstellar.
E i passaggi non sempre sono facili.
Sovrapponendosi (e a volte interponendosi) alla storia personale. Fatta anche di tanti episodi e aneddoti, come quello diventato proverbiale per cui ogni equazione dimezza i lettori di un libro di divulgazione (anche se, per sua stessa ammissione, la formula non si applicava alle sue opere).
Credo che se fosse stata più corta di così, sarebbe mancato qualcosa: dal punto di vista della possibilità, non sempre facile, di comprendere a grandi linee la grandezza scientifica di Hawking, o dal punto di vista della ricchezza dell’altra parte della sua storia personale.
Si può in effetti solo accennare, per motivi di scelta autoriale, ad alcuni aneddoti pure interessanti, come la passione per I Simpson e la simpsonization, o la presenza indiretta in serie cult come The Big Bang Theory.
Come pure sono stati selezionati gli eventi biografici, che possiamo ulteriormente approfondire con la ricchissima bibliografia in calce al libro, ma anche con quella presente nel sito ufficiale dello scienziato, o con quella dedicatagli da Wikipedia (che nella versione in lingua inglese ha addirittura una sottopagina dedicata a Hawking nella cultura pop). E come è successo ad altri grandissimi del secolo scorso, Einstein in primis, le opinioni in merito ad argomenti non prettamente scientifici sono diventati di dominio pubblico, a volte più famosi degli stessi contenuti fisici e matematici.
Secondo me facendo anche un po’ torto allo scienziato, che certamente viene interrogato sul significato delle sue ricerche e sul destino ultimo dell’universo o sulla sua struttura più intima, ma che a volte è più citato per gli aforismi, talvolta anche malamente attribuiti.
Nonostante la (pur ricchissima, ma obbligata) selezione, l’opera ha una sua omogeneità, come guardare un poliedro con tante facce da punti di vista diversi. Talvolta alcune restano nascoste, e giustamente, perché la divulgazione deve far sorgere domande.
Ma deve dare almeno qualche risposta.
E qui il senso generale, o se vogliamo la forma complessiva del poliedro, non sfugge.
A questo contribuisce il tratto asciutto di Myrick, con i colori piatti e arricchiti solo da qualche ombreggiatura ottenuta col tratteggio.
In questo modo il disegno non diventa di ostacolo, anzi addolcisce una lettura impegnativa. I testi di balloon e didascalie sono a loro volta densi, spesso lunghi. E non solo quando parlano di fisica.
I disegni sono regolari, quasi ligne claire. La struttura delle pagine è monotona, sei vignette per pagina per lo più. Raramente quattro o cinque. La forma stessa sempre rettangolare. La composizione standard, realistica: uno sfondo e i personaggi. Oppure il disegno scientifico. Raramente ci si sofferma su un dettaglio, che potrebbe interrompere l’intenso flusso narrativo ed emotivo.
Tranne quando c’è da sottolineare qualcosa: un gesto del Papa (che sembra non fare una bella figura), la fine del primo matrimonio. A quest’ultimo viene dedicata una cesura di due pagine, una bianca, l’altra nera, che non ha eguali nel libro. E fa riferimento comunque a una frase di Wheeler sull’esistenza e la percezione dei buchi neri.
Il disegno lineare di Myrick non pretende di essere iperrealista. Così l’aspetto di Hawking si mantiene uniforme per tutto il libro, nonostante l’evolvere della malattia.
E ci sono alcune trovate grafiche che aiutano, una fra tutte l’utilizzo del lettering per far capire quando le frasi pronunciate da Hawking sono parzialmente incomprensibili. E l’utilizzo dei font diversi per il sintetizzatore vocale.
Quello che non si perde anche nel tratto chiaro di Myrick sono i passaggi emotivi, fino alla dissolvenza finale.
Una lettura impegnativa, emotivamente ma anche intellettualmente. Ricca di riferimenti biografici e scientifici. Si mescolano quindi l’approccio biografico e quello strutturale di cui ha parlato Marco Abate nel 2003 in Narrare matematica nel fumetto, Int. J. Sci. Comm. 7 (2003), 1-10, riferendosi alla sola matematica.
L’edizione italiana di BAO Publishing ha rimosso la sovraccoperta, nascondendo il disegno che vedete, in negativo, sopra il titolo, ed escludendo la sinossi originale, che traduciamo qui liberamente:
La genialità e il buonumore di Stephen Hawking erano evidenti per tutti coloro che lo incontravano. Un giovane popolare e attivo, non è sorprendente che più tardi nella sua vita sia assurto al ruolo di celebrità.
A 21 anni gli fu diagnosticata la SLA, una malattia degenerativa neuromuscolare. Anche se questa malattia indebolì i suoi muscoli e ridusse la capacità di muoversi e parlare, non riuscì certo a limitare la sua mente. Portò avanti idee innovative in cosmologia e in fisica teorica per decenni, dopo che gli fu detto che gli restavano pochi anni da vivere. Condivise la profonda comprensione che aveva della struttura dell’universo con il grande pubblico nel suo bestseller del 1998, Una breve storia del tempo. Poco dopo, aggiunse alla lista dei suoi risultati l’essere annoverato tra le icone della cultura pop interpretando sé stesso in Star Trek:TNG, I Simpson e The Big Bang Theory, e diventando schietto difensore dei diritti delle persone disabili.
In Hawking, lo scrittore Jim Ottaviani e l’artista Leland Myrick hanno realizzato un complesso ritratto del grande pensatore, della figura pubblica e dell’uomo che sta dietro queste due identità.
Sono state tradotte dall’inglese alcune scritte e altre no. Personalmente non condivido ad esempio la traduzione di alcune parole sulle lavagne o di alcuni titoli di conferenze (ad esempio a pagina 144) che potevano essere lasciati in originale, mentre in alcuni disegni esplicativi delle teorie sui buchi neri mantenere l’inglese sarebbe stata una inutile complicazione. Non mi hanno convinto altri piccoli passaggi delle traduzioni e la totale rimozione dalle fonti degli articoli scientifici, pure citati nei titoli. Come dice la nota della versione originale, avrebbero potuto
tracciare lo sviluppo (spazio) cronologico delle idee scientifiche presenti nel libro
far apparire erudito chi leggesse il libro in metropolitana
ma ancora meglio, essere comprensibili, almeno in larga parte, se non si guardano, e non si cerca di capire, le equazioni.
Hawking
Jim Ottaviani (testi), Leland Mirick (disegni), Aaron Polk (colori)
300 pagine, colore
2019, First Second
2020, BAO Publishing
€ 23