Jim Ottaviani: un italoamericano tra scienza e fumetto

Jim Ottaviani, un passato da caddie, ingegnere nucleare, bibliotecario, ha trovato la sua strada scrivendo le biografie a fumetti di grandi scienziati. Lo abbiamo intervistato.

Dopo Eric Shanower, abbiamo fatto qualche domanda a un altro scrittore e sceneggiatore americano, in un settore di nicchia come le biografie di scienziati.

Come ormai avranno capito gli affezionati di Dimensione Fumetto, è un settore del quale siamo grandi appassionati.

Così prendendo spunto dalla recente collana sugli scienziati pubblicata in edicola dal Gruppo Editoriale Repubblica L’Espresso, in cui ben sei delle dieci opere pubblicate sono opera di Jim Ottaviani, abbiamo realizzato questa intervista, di cui, come per quella a Shanower, qui trovate la versione originale. Jim Ottaviani è uno sceneggiatore di chiare origini italiane (anzi marchigiane), le cui storie hanno dato un grosso impulso ai fumetti di stampo storico-scientifico.

Abbiamo letto la tua biografia su Wikipedia (pubblicizzata anche sul sito ufficiale www.gt-labs-com, ndr): perché, e come, un ex caddie di golf e ingegnere nucleare diventa prima un bibliotecario e poi uno scrittore di fumetti sulla scienza?
Bè, il passo da caddie a ingegnere è stato piuttosto diretto: facevo il caddie per pagarmi gli studi di ingegneria. E credo che l’aver conosciuto un sacco di membri del club del golf mi abbia anche aiutato a ottenere una borsa di studio, che ha a sua volta aiutato a pagarmi la scuola. Per il passaggio da ingegnere nucleare a scrittore, passando per l’esperienza da bibliotecario, ho dovuto semplicemente interessarmi alle vite delle persone di cui stavo studiando le equazioni. E l’ho fatto!

Sarebbe ugualmente interessante scrivere fumetti sulla scienza e gli scienziati anche se non fossero disegnati da artisti così validi?
Probabilmente no. Se sapessi che i lettori dovessero sorbirsi dei libri disegnati da me, per esempio, lascerei perdere immediatamente la scrittura, dato che non sono un artista abbastanza bravo (e molto meno veloce).

Disegni e illustrazioni danno grande concretezza alle biografie da te scritte. In qualche modo interferisci con gli aspetti grafici del lavoro o lasci completa libertà ai tuoi co-autori?
In realtà do istruzioni chiare e dettagliate agli artisti con cui lavoro, ma sono sempre liberi di disegnare o rappresentare le scene in modo diverso, se hanno idee migliori. Fino a che la storia viene raccontata efficacemente, mi rifaccio completamente all’interpretazione dell’artista.

Pensi che un medium comunque statico come il fumetto possa aiutare a far crescere l’interesse per la cultura scientifica nel mondo? Pensi che i giovani possano essere attratti dalla scienza e dalla cultura attraverso le tue opere e quelle dello stesso tipo?
Certamente lo spero. Ci sono alcuni vantaggi nell’utilizzare un medium statico. Quello principale è che presenta poche barriere legate alla tecnologia (carta e inchiostro continuano a funzionare sempre, per lo meno durante il giorno!) e la possibilità per il lettore di controllare il ritmo del loro viaggio attraverso la storia che stanno leggendo.

In Italia c’è un interesse crescente nelle biografie dei nostri scienziati e artisti. Una casa editrice in crescita (Kleiner Flug) lavora da qualche tempo sulle biografie di italiani famosi (per lo più artisti, ma anche alcuni scienziati, uno per tutti, Galileo). Ma c’è una parte di fantasia. I tuoi lavori sono completamente documentati e didascalici, o a volte devi utilizzare scene di fantasia? Pensi sia importante usare una certa dose di fiction per amalgamare le storie, o per renderle più adatte ai lettori odierni?
Ci sono elementi romanzati nei miei libri. Sono necessari alcuni vincoli: la lunghezza del libro, la capacità di attirare l’attenzione e l’interesse del lettore. Un esempio banale è che io (e altri colleghi che producono opere simili) creo spesso dei caratteri compositi, e ho, diciamo così, una o due persone che rappresentano gli assistenti di laboratorio di uno scienziato, piuttosto che mostrare tutte le dozzine di persone che hanno lavorato su una serie di esperimenti. Non è molto carino nei confronti di quelle dozzine di persone, naturalmente, ma non c’è modo di mantenere una sorta di comprensibilità della storia e mantenere ogni singola persona che in qualche modo ha contribuito, o ha detto una cosa interessante.

Diversi scienziati hanno biografie interessanti, o, per lo meno, hanno avuto delle parti delle loro vite così particolari da poter essere benissimo argomento di un romanzo. Penso ad esempio a Einstein, Newton, la famiglia Bernoulli. Come scegli di quali scienziati parlare? Hai dei criteri standard?
In realtà no. Penso più a chi mi interessa di più in un dato momento. Ci sono molte persone sulle quali varrebbe la pena scrivere un libro, ma a volte non sono la persona giusta per scrivere quel libro, o perché non farei un buon lavoro, o perché non riuscirei a trovare il punto di vista giusto da quale raccontare la loro storia.

Come sviluppi il tuo lavoro? Quali sono i punti di partenza? Collabori di solito con esperti nella vita degli scienziati? Ad esempio in Italia spesso, nelle università in cui c’è una facoltà scientifica, c’è anche qualche esperto di storia della scienza, e che conosce benissimo o studia gli scienziati che hanno lavorato in quell’università. È lo stesso negli USA? E questo ti aiuta? Altrimenti, cosa ti aiuta nelle tue ricerche e nella scrittura?
Leggo moltissimo circa le persone di cui scrivo e, quando possibile, parlo direttamente con gli esperti (o a volte direttamente con i protagonisti delle mie storie). Ci sono anche qui degli studiosi come quelli che descrivi nella domanda, tuttavia io non ho mai collaborato con degli storici della scienza professionisti. Però sarebbe una esperienza interessante da fare, prima o poi!

Sfortunatamente non tutti i tuoi libri sono tradotti in Italiano (alcuni di loro lo sono stati molto recentemente per la collana appena uscita). Ho letto anche delle tue origini italiane (viviamo nella regione di cui sei originario, le Marche, solo un po’ più a sud di Sassoferrato): hai mai pensato a scrivere la vita di scienziati italiani? Immagino che alcuni di loro, penso a Galilei, o Enrico Fermi, siano estremamente famosi anche oltreoceano!
Ovviamente sono assolutamente d’accordo su Galileo e Fermi. Ci sono moltissimi libri a fumetti su Galileo, compreso quello nella collana che abbiamo citato. Per quanto riguarda Fermi, mi piacerebbe scrivere un libro su di lui. Ho letto finora pochi libri su di lui, e la sua vita sarebbe perfetta per un fumetto. Comunque lui compare nel mio libro Fallout!

In una intervista pubblicata in Italia che ho letto qualche tempo fa, hai detto che hai cominciato a scrivere queste biografie perché hai incontrato queste persone sui libri che stavi studiando e non ne trovavi delle biografie disegnate. Perché pensi non sia abbastanza avere biografie tradizionali, scritte, magari con foto e formule? Non credi che, dovendo avere due aspetti su cui lavorare, in un fumetto, cioè la storia e la parte grafica, devi essere il doppio più attento nel fare un ritratto fedele dello scienziato di cui stai parlando? Cerchi di essere sempre preciso nel descrivere le caratteristiche storiche, scientifiche e grafiche dei protagonisti delle tue opere?
Molte persone trovano i fumetti più accessibili e di più facile approccio (e lettura) di lavori scritti lunghi e privi di parti romanzate. Per esempio, ho probabilmente una dozzina di libri su Niels Bohr, alcuni pieni di equazioni, altri lunghi centinaia di pagine. A me piace quel tipo di libri, ma non tutti la pensano così! Così, le mie opere vogliono raggiungere un pubblico fatto di persone che non si sognano neanche di prendere un libro di 500 pagine, pieno di formule che parla di uno scienziato. Provo a fare una foto accurata dei personaggi di cui parlo. Come abbiamo detto sopra, devi necessariamente lasciare delle cose fuori da un libro che racconta una storia, ma anche quelle lunghe biografie che a me piacciono tanto devono per forza lasciar fuori qualche dettaglio. Ecco perché ne ho così tanti: per avere un quadro più completo.

Anche io cerco di collegare tra loro le persone, la scienza e i fumetti con le mie (assolutamente non professionali) recensioni e alcune pillole di divulgazione scientifica che autoproduco per una piccola webradio (Radio Incredibile). Perché secondo te è così importante conoscere la scienza e gli scienziati? E pensi che i tuoi fumetti possano aiutare? Come?
Cito Mustafa Kemal Ataturk (il padre della Turchia moderna, ndr): la scienza è la guida più affidabile per la civiltà, per la vita, per il successo nel mondo. Credo nel profondo che questo sia vero. Comunque, ci sono cose con cui la scienza non può aiutare (aver a che fare con problemi emozionali, specie le tragedie) ma anche in quelle situazioni può essere una guida e un buon modo per affrontare le cose difficili. E il mondo è pieno di cose difficili.

In Italia, e a quanto posso vedere anche negli Stati Uniti, ci sono movimenti antiscientifici. Forse i più famosi sono gli antivaccinisti, ma anche sui cambiamenti climatici e altri aspetti, e sembra che questo atteggiamento si espanda (le predizioni dei terremoti, l’atterraggio sulla luna). I fumetti possono certamente aiutare: pensi sia necessario anche produrre fumetti più tecnici e con contenuto più scientifico, o storie di narrativa basate sulla scienza, o sono sufficienti le biografie degli scienziati?
Non sono certo sufficienti, ma sono un pezzo del puzzle. Qualunque cosa che aiuti le persone ad apprezzare maggiormente quanto la scienza può dirci sul mondo in cui viviamo ci aiuta a vivere meglio.

Da un punto di vista strettamente tecnico: come hai cominciato a scrivere fumetti? Hai qualche sceneggiatore a cui ti sei ispirato? Hai uno stile che reputi personale o hai dei modelli, sia come biografo che come sceneggiatore?
Mi sono ispirato a molti scrittori di fumetti, sia fiction che non-fiction. Inoltre, sono davvero troppi per citarli tutti! Non so se ho uno stile personale che si evidenzia dalle mie opere, ma neanche qui sono in grado di elencare delle persone specifiche a cui mi sono ispirato. Ho letto (e mi sono piaciuti) troppi autori, credo!

Ringraziamo di cuore Jim per averci concesso questa intervista. Per chi volesse maggiori informazioni sulle opere di Ottaviani, questo è il suo sito ufficiale.

Se invece volete leggere la versione inglese, la trovate qui!

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