Fehida – Un racconto di ‘ndrangheta + intervista a Tommaso Renzoni e Raffaele Sorrentino
Renzoni e Sorrentino scrivono e disegnano Fehida, la vita di due ragazzi calabresi negli anni novanta viene segnata da una lunga faida che coinvolge le loro famiglie.
Minimum Fax prosegue il suo egregio lavoro nel mondo del fumetto e pubblica un interessante romanzo grafico scritto da Tommaso Renzoni, sceneggiatore per il cinema (Con chi viaggi, Blackout Love), e disegnato da Raffaele Sorrentino, giovane e talentuoso fumettista che viene dall’autoproduzione (Habitat, Armata Spaghetto).
Siamo negli anni ’90, a San Michele (RC), un piccolo paesino in Aspromonte. Questo è l’ultimo periodo di quella che venne definita dai media Anonima sequestri, cioè un lungo periodo che va dagli anni sessanta alla fine dei novanta in cui la ‘ndrangheta calabrese attuava sequestri di persona per accumulare capitali. I sequestrati venivano nascosti in Aspromonte dove i capi (capobastone) delle ndrine si riunivano e sancivano patti, alleanze, regolando il potere delle varie famiglie e dividendosi il territorio.
Proprio in questo contesto si svolge la storia di Luca e Francesco, due ragazzini che giocano ai videogiochi e che si ritrovano in mezzo a una faida che segnerà per sempre le loro vite.
Un lancio di uova durante il carnevale farà partire quella che diverrà una guerra atroce, che supererà lo spazio e il tempo e inseguirà i due protagonisti fino alla fine dei loro giorni. Non mi dilungherò sulla trama del libro per due motivi: per non fare spoiler e perché è esattamente la trama che vi aspettereste da un libro che parla di malavitosi.
Allora che cos’ha di speciale questo libro per cui valga la pena di essere letto? Come è facile capire, in un periodo in cui c’è una sovrapproduzione di letteratura (a fumetti e non), non è tanto il cosa ma il come. In questo caso il matrimonio fra sceneggiatura e disegno è ottimamente riuscito. Il tempo cinematografico che Renzoni detta alle pagine è efficacissimo e crea un ritmo incalzante e nello stesso tempo sospeso. Atmosfere senza tempo che il disegno (e la colorazione di Riccardo Pasqual) di Sorrentino imprime nella mente del lettore. Siamo in Calabria, negli anni novanta, ma siamo anche in un altrove, un regno incantato (maledetto?), da cui è difficile (impossibile?) fuggire. La vita di un adolescente di San Michele che per certi versi è identica a quella di un classico adolescente di provincia (la sala giochi, i primi amori), ma che qui è funestata da un’ombra nera e divoratrice che inghiotte tutto.
La famiglia, da cui si vuole scappare e a cui ci si ribella in età adolescenziale, è in questo libro un blob melmoso che ti avvinghia, ti soffoca, ti segna per sempre. La rigida strutturazione delle ndrine e la sacralità della famiglia di cui sono formate crea un corto circuito di valori. La famiglia ti protegge, la famiglia ti accoglie, ti custodisce, ma la famiglia ti impone anche, ti costringe, ti impedisce di deviare dal percorso a cui lei ti ha destinato. Il padre di Francesco, a un certo punto, per renderlo “uomo” lo costringe a uccidere un maiale e contemporaneamente stacca la testa dell’action figure di He-man che il ragazzino aveva con sé. Francesco capisce che è arrivato il momento di crescere e di smettere di sognare, di rimboccarsi le maniche e di fare quello che ci si aspetta da lui, diventare un capobastone.
Basta alla guerra fra famiglie
fomentata dalle voglie
di una moglie colle doglie
che oggi dà la vita ai figli
e domani gliela toglie
Cantava Frankie-hi nrg mc in Fight the Faida, pezzo di denuncia sociale in cui parlava delle mafie e delle loro atrocità. Di donne ce ne sono poche in questo romanzo grafico, sono personaggi collaterali, sono strumenti da sposare, ma non per amore, solo per sancire alleanze e per fare figli, che potranno portare avanti le ndrine e il business di famiglia. Proprio questa mancanza del femminile, a favore di una patriarcalità malsana, definisce l’ambiente malavitoso di quel periodo e di quel luogo.
Un fumetto potente, tragico e incisivo, che analizza le pieghe dell’animo di uomini che sono nati per non essere mai liberi.
Abbiamo fatto alcune domande ai due autori su Fehida e più in generale sul mestiere del fumetto.
Ciao Tommaso e ciao Raffaele. La prima domanda che voglio farvi è la più classica: come è nato Fehida e come è successo che vi siete incontrati?
Tommaso Renzoni: È stato un incontro del destino! Carlotta (Colarieti, la curatrice della collana Cosmica di Minimum Fax) ci ha messi in contatto e ci siamo trovati immediatamente e da lì è partita la decisione di lavorare di concerto, anche perché questo è il mio primo graphic novel. Raffaele è stato fondamentale!
Raffaele Sorrentino: La lavorazione del volume è iniziata nel 2021, dopo che Carlotta ci ha messi in contatto. Fortunatamente Tommaso e io abbiamo avuto da subito una fortissima intesa. Quindi partendo dal soggetto che mi ha proposto abbiamo lavorato palleggiandoci la sceneggiatura in un metodo di lavoro che ci ha permesso di arricchire l’uno il lavoro dell’altro. Si è poi unito infine al team Riccardo Pasqual con il quale abbiamo lavorato sui colori del volume!
Fehida parla di ‘ndrangheta e di una faida tra famiglie, come è stato approcciare questo argomento e che ricerche avete fatto per parlarne in maniera realistica e credibile?
Renzoni: Essendo una storia che prende spunto da molte vicende realmente accadute, per raccontare al meglio il mondo trattato ho proceduto come si fa con i film: mi sono chiuso a fare ricerche leggendo libri, inchieste, tesi di laurea e atti processuali fino a farmi un’idea piuttosto nutrita del funzionamento di alcune dinamiche. Poi ho lasciato depositare tutto fin quando non mi sono sentito che quella mole di documenti non soffocasse il racconto di una storia che non è solo ‘ndrangheta, ma anche un’indagine dentro al mondo dei maschi, di cosa vuol dire essere maschi e quali sono le pressioni viriliste della società. E allora ho iniziato a intessere le diverse storyline del racconto, anche perché ce ne sono quattro principali e attraversano diversi piani temporali, non è banale tenere la struttura di una storia così senza perdere ritmo.
Sorrentino: La maggior parte delle ricerche sono state fatte da Tommaso, io ho cercato per quanto mi riguarda di tenermi più libero possibile dalle varie influenze. Non volevo che la Storia influenzasse eccessivamente il racconto.
Domanda per Tommaso: è la tua prima volta nel mondo del fumetto? Che differenze ci sono tra scrivere per il fumetto e il mondo del cinema e della TV?
Renzoni: Sorprendentemente poche! Io sono un grande appassionato di struttura del racconto. È quello che insegno nei miei corsi, e trovo che la struttura sia universale. Il fumetto consente di liberarsi con agilità dai vincoli del reale, del fotogramma. E poi ha una capacità di sintesi e densità visiva ineguagliabile. Per cui mi sono sentito uno sceneggiatore coni superpoteri… E devo dire dà dipendenza, non voglio più smettere di fare fumetti!
Domanda per Raffaele. Il tuo modo di disegnare è abbastanza unico, ci si possono scorgere numerose influenze dal fumetto giapponese a Moebius, almeno questo è quello che ci vedo io. Quali sono stati e sono tutt’ora i tuoi maestri?
Sorrentino: Grazie del complimento, in realtà quello che hai scritto è tutto corretto. Sono cresciuto leggendo tutti i volumi di mio fratello, che è molto più grande di me, quindi sin da piccolo ho avuto accesso a una libreria immensa per ciò che concerne l’immaginario a fumetti. Poi è arrivata quella che probabilmente è stata la collana più importante per la diffusione del fumetto e della sua storia in Italia, parlo de I classici di Repubblica, che raccoglievano in un centinaio di volumi tutta l’indispensabile base di conoscenza della storia del fumetto.
In ogni caso, oltre Moebius, sicuramente Paolo Bacilieri, Andrea Pazienza, Francesco Cattani, mentre per quanto riguarda il Giappone la lista è enorme, cito al volo Katsuhiro Ōtomo, Satoshi Kon, Naoki Urasawa, Gōseki Kojima, Ryōichi Ikegami, Kiriko Nananan, i fratelli Tsuge, Yoshihiro Tatsumi, Taiyō Matsumoto e Shigeru Mizuki. Fra gli autori più giovani Tatsuki Fujimoto, che con Goodbye Eri e Look Back ha realizzato alcuni fra i volumi più interessanti degli ultimi anni.
Un’ultima domanda. Noi di DF siamo appassionati di playlist: ci consigliate cinque titoli a testa (fumetti, film, serie, libri) che quando li avete visti/letti avete pensato “cavolo, avrei voluto scriverlo/disegnarlo io!”?
Renzoni:
1 – Santa Maradona, un pezzo di cuore immortale;
2 – Big Sur di Jack Kerouac, perché tutti insegnano come diventare famosi, ma nessuno parla di cosa succede dopo;
3 – L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell, un libro che si può scrivere una sola volta nella storia dell’umanità;
4 – Tiger King, perché ho una perversione per le storie del reale e questo è un must assoluto;
5 – Toutes des connes di François Jaros, un cortometraggio secondo me perfetto, che per me è il modello di tutti i corti e parla della mia altra fissazione: indagare il maschile nelle sue forme più morbide e irrisolte.
Sorrentino:
1 – Trama di Ratigher;
2 – Old Boy di Park Chan-wook
3 – Una giornata particolare di Ettore Scola
4 – Bestiario di Julio Cortázar
5 – I tre film della trilogia dell’appartamento di Roman Polanski
Grazie!
Tommaso Renzoni, Raffaele Sorrentino
Fehida
Minimum Fax, Collana Cosmica, 2023
191 pagg., colore, brossura, €20.00
ISBN: 978-88-3389-415-7