Due monete – La sua Africa
Due monete è un libro che racconta delle vacanze estive forzatamente passate di una ragazza europea in Senegal a seguito della madre: un viaggio che cambierà completamente la sua percezione del mondo.
Due monete è una graphic novel scritta e disegnata da Nùria Tamarit, edita da BAO Publishing e tradotta da Valentina Grieco.
In un caldo e assolato Senegal, Mar, un’adolescente spagnola, affronta per la prima volta un viaggio in Africa. Con sguardo semi documentaristico osserva la realtà senegalese, la popolazione wolof che vi abita e il loro modo di vivere, il caos del mercato, le donne per strada, le danze, i piatti tipici.
Mar è arrivata in Senegal a seguito della mamma Sabina, architetto che sta realizzando un centro culturale. Trattasi di una missione umanitaria per la costruzione di un edificio che ospiterà una radio e una biblioteca per la comunità. Ad aiutarle un gruppo di volontari europei e alcuni autoctoni.
Il tanto tempo libero e la mancanza di connessione Wi-Fi daranno la possibilità a Mar di girovagare liberamente e incontrare i ragazzi del posto come Astou e Khadim, che le insegneranno molto su quello che è il vero spirito del Senegal.
Due monete è un romanzo grafico pieno di riflessioni non banali sul Senegal, o meglio sull’Africa, che tenta di abbattere alcuni stereotipi e forse involontariamente di rafforzarne altri, «sempre felici, sempre a ballare». Ne esce un paese umano, rilassato, felice e gaudente, estremamente povero ma fiero e orgoglioso.
«Avevo paura di venire. Pensavo che avrei trovato gente in fin di vita. Gente disperata, in cerca di aiuto. A volte però penso che state meglio di noi. Perfino che siete migliori di noi» dice Mar ad un’attonita Astou che le risponde con un sardonico «Boh».
Pensieri dell’occidente industrializzato messi in bocca a un’adolescente ingenua che letti nero su bianco ne dimostrano la pochezza e l’infinita superficialità. Le due ragazze, una accanto all’altra, in una spiaggia lunare, si osservano, si parlano, si aprono e mostrano con estrema onestà le contraddizioni della modernità. Cosa significa essere felici? Che valore hanno gli oggetti? Cosa si prova a essere liberi? Quando si è ricchi veramente?
C’è tanta politica in questo libro che parla dell’estate particolare di un’adolescente, perchè quando si parla di Africa non se ne può fare a meno. La politica è sempre presente, nelle parole degli autoctoni che spiegano a Mar il perché il concetto di proprietà privata sia assurdo, denunciano i governi che prosciugano le finite risorse del continente africano, e raccontano le storie di chi prova a fuggire. Mar ascolta curiosa le voci dei suoi coetanei che vivono un mondo altro dal suo, la sua spasmodica preoccupazione per la connessione dati del telefono, che non c’è mai, fa da contraltare alla vita presa a piccolo passi dai wolof. «Pensate solo a quello che c’è lì dentro. Non a quello che potete vivere qui fuori».
Le contraddizioni dell’occidente vengono messe alla berlina con candore, quando Mar si chiede per quale motivo Khadim indossi ciabatte da donna lui le risponde «L’uso di una cosa non può essere limitato al sesso di chi la utlizzerà». Ecco che una cosa tanto banale come la scelta di quali ciabatte da indossare diventa denuncia.
Le parole più importanti, che si fanno manifesto politico, sono affidate a Birane, che ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’esodo:
Non abbiamo bisogno di un salvatore. Non abbiamo bisogno che ci diano voce. L’Africa ha già una voce, la nostra. Ora abbiamo solo bisogno di essere ascoltati… e di essere lasciati in pace.
Un concetto semplice, ma pieno di complessità che riflette in pieno lo spirito delle nuove generazioni africane.
Tamarit ritrae il Senegal usando una palette molto ristretta, che sa di terra e argilla, dipinge una vegetazione gialla e secca, infiniti cieli stellati e distese di sabbia arancione. I colori esplodono negli abiti delle donne wolof, sgargianti, allegri, brillanti e nella frutta che Mar assaggia al mercato.
Lo stile del disegno, una matita semplice e fortemente identificativa, è più vicino al mondo dell’illustrazione che a quello del fumetto e sa descrivere con tratti decisi e sintetici luoghi e personaggi. Scegliere di disegnare gli occhi delle persone con due cerchi riempiti di nero non aiuta di certo a caratterizzare l’umanità dei protagonisti o a farne trasparire le emozioni. Un limite che però viene ampiamente superato dalla dinamicità e plasticità dei corpi e dai volti che ricordano le maschere africane di cui la storia dell’arte si è nutrita agli inizi del novecento. La Tamarit è spagnola tanto quanto lo era Picasso e a volte pare di scorgere dietro le tavole dell’autrice un debito alle Demoiselles d’Avignon che hanno fatto deflagrare l’arte del ventesimo secolo.
Due monete ha una struttura semplice e una prosa scorrevole, affronta temi fondamentali con piglio deciso ma non pedante e senza l’esigenza di narrare una storia dolorosa o drammatica. Racconta di un’adolescente e dei suoi occhi curiosi di fronte a un mondo che per cultura e background non riesce a capire, ma che è disposta a comprendere.
Núria Tamarit
Due monete
BAO Publishing, 10 settembre 2020
cartonato, colore, 120 pagg., 17×23 cm, €17.00
ISBN: 9788832734126