Giorni felici – Zuzu rilegge Beckett
Giorni felici è la storia di Claudia, dei suoi amori e di un provino teatrale ispirato all’omonimo dramma di Samuel Beckett. Una straordinaria prova autoriale per Zuzu.
Giorni felici è il titolo di un fumetto di Zuzu uscito nel 2021 ed edito da Coconino Press-Fandango.
Racconta la storia di una ragazza a cui ogni tanto crescono coda, artigli e denti aguzzi, della sua vita e dei suoi amori.
Ma Giorni felici è anche il titolo di una pièce teatrale di Samuel Beckett, autore irlandese, massimo esponente di quello che è stato chiamato “teatro dell’assurdo”. Da qui il titolo del fumetto. Claudia infatti, la protagonista del libro di Zuzu, si reca a Roma per un provino teatrale, il pezzo scelto per il provino è proprio un monologo tratto da Giorni felici di Beckett. Nell’opera teatrale, Winnie, la protagonista, è una donna sepolta fino alla vita dentro un cumulo di sabbia e ha con sé una borsa nera con dentro vari oggetti: uno spazzolino da denti, un rossetto, una pistola. Winnie, al centro della scena, parla incessantemente senza preoccuparsi della sua condizione di immobilità, convinta che il suo sia un giorno felice. Di fianco a lei, suo marito, dal cranio sfondato e vuoto che vive in un buco intento a leggere il giornale e a masturbarsi.
L’opera di Beckett è dunque lo scheletro su cui Zuzu (al secolo Giulia Spagnuolo), alla seconda fatica editoriale, imbastisce il suo personalissimo racconto di fragilità e ricerca esistenziale. Claudia non solo si trova a recitare il monologo di Winnie per diverse pagine, ma, come il personaggio di Beckett, vuole fuggire ma è immobile, una donna apparentemente libera di scegliere ma nella realtà incastrata in una vita fatta di relazioni che la bloccano e le impediscono di muoversi. Alla costante ricerca di un giorno felice.
I momenti felici quando passano sono quelli che fanno più male.
Come lei sono immobili gli altri due personaggi del fumetto, i due uomini con cui Claudia ha due relazioni importanti. Giorgio, un quarantenne che suona il basso in una cover band dei Radiohead, e Piero, un archeologo che vive in provincia. Tanto la relazione con Giorgio è tossica, passivo-aggressiva, costruita sul bisogno, sull’inadeguatezza, quanto semplice e genuina è quella con Piero, ma forse insoddisfacente. Giorni felici non è però la storia di un triangolo amoroso: Claudia non vive il rovello interiore di dover scegliere qual è la relazione giusta per lei, anche se alla fine (spoiler) lo farà. Claudia si lascia vivere, trasportata dalle emozioni che le fanno cambiare colore della pelle e spuntare zanne pericolosissime. Una figura insicura, fragile, tormentata, incapace (forse) di scegliere per sé.
Ho sentito un dolore. Fortissimo. Qui. Come un pugno da dentro. Un colpo sordo. Tondo. Bum! Bum! Ha fatto bum!
Cosa sono questi colpi sordi che sente Claudia? Qual è il male (generazionale?) che è costretta a sopportare? Zuzu riesce nella miracolosa operazione di parlare del femminile e del maschile, delle persone tutte, senza orpelli e sovrastrutture, denudandoli di fronte al lettore. Vestiti solo delle loro fragilità e emozioni. Proprio qui sta la forza di questo racconto che a tratti si colora di toni squisitamente surreali e assurdi, beckettiani. Perché a Claudia spuntano ali, coda e zanne? Perché nessuno sembra farci caso o se lo notano lo accettano come se fosse una cosa “normale”? Che forse il mostro che abbiamo dentro a volte esce talmente tanto allo scoperto da non poterlo più nascondere, e gli altri non possono far altro che accettarlo?
L’incapacità di Claudia di lasciarsi alle spalle la relazione con Giorgio e di cominciare una vita nuova, l’attrazione che diventa violenza, l’amore che diventa abitudine, ossessione, sono costruite da Zuzu magistralmente grazie a dialoghi scarni ma incisivi e a scene che nella loro semplicità compositiva non lasciano scampo al lettore e lo mettono a parte di tutte le brutalità di una relazione malata e velenosa.
Nella composizione della tavola sta la bellezza di questo libro, un volume gigantesco (quasi 500 pagine), che però si legge con fluidità. Le vignette sono ritmiche e si ripetono in una scansione a volte ossessiva. Stringono sui primi piani dei protagonisti, quasi che sfogliandolo si riesce a vederli prendere vita e muoversi come in un flip book dalle dimensioni mastodontiche. Quasi a sollevare i personaggi dalla loro condizione di immobilità. I ballon presentano testi corti, cortissimi, a volte fatti solo di una parola. Questo ci permette di leggere più agevolmente e nello stesso tempo di soffermarci più a lungo sul volto dei personaggi, di Claudia in particolare e sul suo naso all’insù, marchio di fabbrica dell’autrice.
Claudia è dunque una donna appuntita, come il suo naso, ma pronta a sorridere e a cercare giorni felici.
Ma dedicami un’ora dei tuo giorni felici
di quelli che si contano
di quelli in cui sorridi
senza nasconderti
armata fino ai denti per difenderti.
Il testo della canzone che Giorgio Poi ha scritto e composto durante la stesura del libro e che, a detta di Zuzu, ha ispirato il finale del libro, è un modo magnifico per raccontare la protagonista del fumetto.
Un libro dunque straordinario che sa di letteratura con tutte le maiuscole che volete. Infatti la scrittrice Valeria Parrella ha voluto presentare Giorni felici in concorso al Premio Strega 2022 con queste parole che non potrebbero descrivere in modo migliore il libro:
Da tempo ormai credo che la nona arte sappia cogliere i momenti cogenti della nostra società con un afflato nuovo, e Zuzu, giovanissima artista, certo si colloca tra i suoi migliori talenti. Giorni felici è la storia di un provino, incentrato sull’omonima pièce di Beckett e, come in quella, tutto è indefinito e tutto vagola: lì era tra le parole, qui è tra le tavole a pastello. Il pastello che Zuzu usa è straziante: perché riporta al tipo di disegno dei bambini, eppure nella sua storia sono impiantati i drammi degli adulti. Il provino che la protagonista deve affrontare è una prova esistenziale, è l’accettazione di questo pensiero: se qualcuno ha la fortuna di cogliere i giorni felici, e di rendersene conto nell’istante in cui essi vivono, più doloroso sarà perderli. Nella protagonista vi è anche una matrice binaria, che ella tiene a bada per cercare di vivere come gli altri, ma che si manifesta in una continua metamorfosi. Eppure, chi la ama la ama così. Sono sicura che in questi tempi incerti, che tanto interrogano la nostra identità, questo libro, questo fumetto, possa essere un segnale potente di presa di coscienza.
Zuzu
Giorni felici
Coconino Press – Fandango, 2021
488 pagg., colore, brossura, €25.00
ISBN: 978-88-7618-581-6