Il confine di Uzzeo & Masi, vol. 5: Quella notte di dicembre
In uno dei più importanti capitoli de Il confine, gli autori Uzzeo, Masi, Ciregia e Giordano scoprono cosa si nasconde dietro gli eventi di “quella notte di dicembre”.
Non giudicare un libro dalla copertina. Questo modo di dire viene spesso utilizzato per mettere in guardia da giudizi affrettati, impulsi e scelte istintive che potrebbero mettere in difficoltà oppure nascondere qualche sorpresa non gradita. Eppure osservando le copertine realizzate da Lorenzo “LRNZ” Ceccotti per Il confine risulta davvero difficile non farsi trascinare dalle atmosfere evocative, dalle immagini surreali e suggestive che l’artista romano compone e imprime sulle copertine della serie scritta e ideata da Mauro Uzzeo e Giovanni Masi. Mai come prima, la copertina del quinto capitolo de Il confine permette al lettore di immergersi subito nella storia che ha sconvolto le Alpi francesi e italiane, mostrandoci per la prima volta cosa successe Quella notte di dicembre.
Gli occhi appesantiti dall’alcool e dalle droghe del giovane Pierre sembrano rompere la quarta parete in uno strano gioco di seduzione con il lettore. “Bello e dannato”, il fascino del ragazzo sembra svanito. Attorno a lui, gli altri ragazzi hanno perso il loro volto, sostituito da una tavola bianca. Scene raccapriccianti immortalate dalla mondana normalità di una Storia su Instagram, l’ennesimo incubo in un racconto che ha reclamato dodici vite innocenti (?), messo sottosopra un piccolo paesino di montagna e sta man mano rivelando al mondo i suoi segreti più oscuri.
In uno dei momenti più attesi sin dall’inizio della serie Sergio Bonelli Editore, Il confine rivela finalmente parte degli eventi avvenuti il 3 e il 4 dicembre – un momento chiave nella costruzione del mistero di Mauro Uzzeo e Giovanni Masi. Il processo investigativo di Laura Denti e Antoine Jacob viene messo da parte per lasciare spazio a una fase completamente inedita e finora solo accennata della storia. Grazie ai disegni di Francesca Ciregia e Alessandro Giordano, arricchiti dai colori di Alessia Pastorello, torniamo a vivere una quotidianità che è stata strappata via dalla storia e che ha messo in moto la catena di tragedie al centro della trama principale.
I giovani protagonisti di Quella notte di dicembre sono Benedetta, Luca, Aurora e Pierre, adolescenti rinchiusi all’interno di un mondo piccolo e banale, alla costante ricerca di una via di fuga. Le prime pagine del volume illustrano perfettamente il distacco tra i quattro e le loro figure di riferimento, che siano i genitori o i fratelli maggiori – persi, anche loro, in una routine deprimente e asfissiante. Le prime tavole di Francesca Ciregia seguono un ritmo battente, sprazzi di gioventù bruciata letteralmente intrappolata in una griglia: l’equilibrato duetto tra gli inchiostri marcati del suo tratto e i colori delicati di Alessia Pastorello accompagna i personaggi in un giorno di scuola come tanti. Le ore di lezione scorrono distrattamente, baci rubati e sguardi intensi, chiacchiere nei corridoi; il lettore prende nota di piccole ma determinanti relazioni di potere che plasmano gli eventi della storia. L’occhialuta Irene non resiste al fascino del giovane Pierre, il carismatico perno attorno al quale ruotano gli eventi del capitolo.
Il ruolo di Pierre all’interno de Il confine diventa il tema portante della seconda parte di Quella notte di dicembre – quando il giovane e i suoi amici sono pronti a fuggire dalla griglia, dalla banalità quotidiana, nella notte tra il 3 e 4 dicembre. La narrazione si fa più convulsa e sregolata con la perdita delle inibizioni, l’abuso di alcool e droghe: il tratto di Alessandro Giordano scambia la definizione, la concretezza e il realismo della Ciregia per linee morbide, sottili e più rilassate. La forte enfasi sull’espressività ed emotività dei personaggi fa combaciare i due stili di disegno così come i colori delicati della Pastorello, capace di legare brillantemente i capitoli e mantenere così uniforme il mood del volume.
Diventa sempre più complicato raccontare l’atmosfera irreale e grottesca della sceneggiatura di Uzzeo e Masi senza rovinare l’esperienza della lettura. Anche quando la storia non presenta eclatanti colpi di scena o scioccanti rivelazioni, Il confine rimane una lettura forte, capace di suggerire e stuzzicare la mente con piccole ma significative inquadrature, primi piani e vignette – segno anche di una fortissima sinergia con gli artisti coinvolti. Gli elementi soprannaturali sconfinano (è il caso di dirlo) nel mondo reale, gettando ancora più fumo negli occhi degli investigatori/lettori, testimoni di eventi bizzarri che si dipanano tra passato e presente. Se finora il termine di paragone più utilizzato per descrivere la serie è stato Twin Peaks di David Lynch, Quella notte di dicembre potrebbe essere ritenuto il Fuoco cammina con me de Il confine. In questo quinto volume gli autori hanno la possibilità di scrivere nuovi personaggi, snocciolando importanti informazioni per il lettore – senza mai sovraccaricarlo, dando il tempo di poter assimilare ogni piccolo dettaglio. Come nel film del 1992 diretto da Lynch, Uzzeo e Masi fanno un passo indietro nel tempo per rivelare le imperfezioni, le storture e gli attimi di innocenza strappata via con forza dalla trama principale de Il confine. Conoscere i giovani protagonisti, senza il filtro dei genitori e dell’indagine di Denti e Jacob, permette al lettore di poter colmare alcune lacune, traendo le proprie conclusioni e provando a mettere insieme i pezzi del puzzle.
Come ogni volume ha sottolineato, qualcosa di occulto e terrificante si nasconde dietro un “semplice”, drammatico caso di cronaca nera. Più che l’investigazione e l’analisi dei tragici eventi, Il confine ha colto ogni occasione possibile per ampliare il proprio mondo, raccontando un microcosmo nero incastonato tra le fredde montagne Alpine. C’è ancora tanto da svelare, ma Uzzeo e Masi stanno trasformando un intrigante mistero in un thriller horror sempre più vivido e oscuro, agghiacciante in alcuni tratti, un incubo che pare solo all’inizio.