Zero: Il Cuore Del Problema – Il cambiamento di fase di Aleš Kot

Secondo volume dell’opera di Aleš Kot in cui Zero dovrà fare i conti con la sua coscienza e il peso delle sue azioni…

Alla fine del primo volume di Zero, i lettori hanno lasciato un vecchio e stanco Edward Zero sul ciglio di un burrone. Un bambino gli teneva una pistola puntata contro mentre l’uomo ripercorreva la sua vita e i suoi primi anni al servizio dell’Agenzia. Come a voler espiare i propri peccati, Zero ha raccontato la guerra quotidiana da lui vissuta e il conseguente, traumatico, risveglio dal giogo dei suoi superiori. Addentrandosi nel suo passato, il protagonista ha rivelato quali orribili segreti nascondeva l’Agenzia e come le sue azioni abbiano portato alla morte della maggior parte della popolazione globale. Eppure non tutte i segreti sono stati rivelati: Emergenza era solo l’inizio di Zero e per Aleš Kot è tempo di arrivare al Cuore del Problema.

Si è già discusso nella analisi di Emergenza quanto la guerra e la violenza siano stati un elemento chiave nell’educazione e nella formazione di Zero come agente segreto.

Seguendo le orme di Cormac McCarthy, Aleš Kot ha esaminato l’animo umano nella sua forma più inespressiva e crudele, raccontando il guscio vuoto, la macchina da morte, la spia perfetta Edward Zero. La presa di coscienza del protagonista dell’opera ha poi causato lo strappo e l’evoluzione di Zero come individuo. Lo strappo sembra tuttavia ricucito in apertura del secondo volume della serie.

Zero #6 di Aleš Kot e Vanesa Del Rey
Zero #6 di Aleš Kot e Vanesa Del Rey

Il primo capitolo de Il Cuore Del Problema, Collettori di Cavalli, costituisce un ritorno alla formula dell’avventura one-shot di Emergenza – tuttavia rappresenta il punto di rottura definitivo con il passato di Edward Zero.
CERN, Svizzera, sede del Grande Collisore di Adroni. Una missione chiara per Zero, tornato in campo dopo gli eventi dell’ultimo volume, i test fisici e la valutazione psichiatrica.

Penetrare nella struttura, eliminare lo squadrone d’assalto che lo ha occupato, “salvare il mondo”. Qualcosa però è cambiato e il lettore lo percepisce immediatamente. Aleš Kot stuzzica il pubblico con una lezione in chimica sul cambiamento di fase mentre, ai disegni, Vanesa Del Rey muove Zero tra i bui corridoi e i laboratori.

Il tratto è volutamente grezzo e scomposto, oscurato da chine spesse e caotiche. Una griglia serratissima si stringe intorno al protagonista e l’occhio del lettore si sposta con lui con tagli verticali, orizzontali, sequenze che attraversano diagonalmente l’intera struttura. I colori di Jordie Bellaire (autrice di un’altra prova straordinaria lungo tutto il volume) sono acidi e soffocanti – fino all’esplosione finale, al confronto decisivo con Ginsberg Nova, il supercriminale incontrato nel terzo capitolo della storia. Insieme a lui l’intero schema narrativo che reggeva Zero si trasforma definitivamente e la lezione sul cambiamento di fase assume nuove possibili interpretazioni.

 
Zero #7 di Aleš Kot e Matt Taylor
Zero #7 di Aleš Kot e Matt Taylor

Il Cuore del Problema sposta l’attenzione in maniera chiara, diretta, non più soffermandosi sulla missione del giorno, sul nemico da eliminare. Aleš Kot vira il discorso sull’interiorità del protagonista, i suoi desideri e sentimenti; non solo di Zero, ma anche di Zizek e Cooke, con un ruolo decisamente più sostanzioso e influente in questa fase della storia. Mentre le macchinazioni dell’Agenzia continuano a manipolare gli eventi sullo sfondo, Kot fionda il lettore in una spirale di colpi di scena tragici e sconvolgenti.

Il protagonista e l’autore, attraverso l’un l’altro, hanno recitato i dogmi dell’Agenzia al lettore nel primo volume, Emergenza: “L’esistenza è un perpetuo stato di guerra”. Tuttavia è ne Il Cuore del Problema che la nozione cambia e Zizek, vittima come Zero di una vita crudele e assuefatta alla violenza, aprirà il suo cuore per ammettere che “l’amore è un parassita, un permanente stato di emergenza che rovina tutto”.

Come accennato, in questa sezione dell’opera Aleš Kot cambia la struttura narrativa di Zero rispetto al primo volume. Abbandonando gli episodi singoli raccontati dallo Zero-narratore, il secondo volume della serie presenta una struttura temporale più compatta. La cornice, il framing impiegato dall’autore ritornerà soltanto nella parte finale del volume.

Dopo l’esplosivo capitolo introduttivo, sono gli artisti Matt Taylor e Jorge Coelho a esplorarne le dirette conseguenze, intrecciando le vite di Zero, Zizek e Cooke in momenti cruciali vissuti sul filo del rasoio.

Zero #8 di Aleš Kot e Jorge Corona.
Zero #8 di Aleš Kot e Jorge Coelho.

In Kali Yuga, Zizek e Zero sono in missione per conto dell’Agenzia. Il caldo torrido di Ciudad Juarez, Messico, abbraccia le parole di un narcos senza nome che intrattiene i propri ospiti. Il tono della storia è pacato, il ritmo lento retto dalla tensione crescente: come accennato nel titolo, la conversazione verte sulle Età delle Sacre Scritture Induiste. L’Età Oscura, Kali Yuga, è portatrice di conflitti, di eterna oscurità ed è chiaro come Aleš Kot voglia stuzzicare il lettore a indugiare nella riflessione, a osservare Zero da una prospettiva fatalista, tragica e ineluttabile. L’afa si fa insopportabile e cala la notte sulla storia: gli eventi precipitano e la narrazione cambia interprete nel capitolo successivo.

La Vergogna Come Fattore Scatenante Della Violenza è una masterclass di fumetto action: Kot e Jorge Coelho riducono i dialoghi al minimo e lasciano che siano l’azione, i proiettili e le tavole a parlare per loro. Dal Messico al Regno Unito, Zero si lancia all’inseguimento di Cooke, vittima degli eventi: il tratto spigoloso e acerbo di Coelho segue ogni movimento maniacalmente, stringendo e allargando il campo visivo, soffermandosi sui dettagli. Il grilletto appena toccato, ciuffi d’erba tagliati dall’impeto delle pallottole, mattoni che si sgretolano, schizzi di sangue. L’ultima scarica d’adrenalina del volume termina in lacrime: la tensione si dissolve, l’Agenzia non esiste più. Il cambiamento di fase è ultimato. 

Zero #9 di Aleš Kot e Tonči Zonjić
Zero #9 di Aleš Kot e Tonči Zonjić

Gli ultimi due capitoli de Il Cuore del Problema introducono elementi inediti alla storia. Illustrato dall’espressivo, cartoonesco Tonči Zonjić, Marina è finora il capitolo più malinconico dell’opera. Un flashback nel passato di Zizek, ambientato negli squallidi e tormentati paesaggi della Guerra tra Bosnia e Erzegovina nel 1993. Lontani dall’Edward Zero che conosciamo, Kot e Zonjić tornano a parlare d’amore e di quanto crudele possa esso diventare, come la guerra e la morte possano contaminare una cosa così pura e meravigliosa.

La chiusura del volume è affidata alle mani di un esperto: in Chi Ti Ha Parlato dell’Esistenza di Questa Stanza? Michael Gaydos trascina i lettori in Islanda, nel Gennaio del 2022. Per la prima volta, Kot infrange apertamente la parete della “normalità” del fumetto. Tra realtà e sogno, volti scavati e sensi di colpa si sovrappongono, incubi e ricordi di un passato lontano cozzano provocando scintille. Quando il passato sembra finalmente alle spalle – ma con le visioni del 2038 ancora vivide nella memoria – Aleš Kot sovverte le aspettative con una storia intimista, struggente e graficamente straziante.

Zero #10 di Aleš Kot e Michael Gaydos
Zero #10 di Aleš Kot e Michael Gaydos.

Ogni convenzionalità, ogni luogo comune della spy-story è stato completamente abbandonato. La profezia di Ginsberg Nova diventa realtà. La tensione creata in Emergenza aveva bisogno della giusta energia. Finalmente il cambiamento di fase è ultimato – ma è tutt’altro che definitivo.

Zero: Il Cuore del Problema presenta episodi fondamentali nell’opera di Aleš Kot. L’autore fa di Zero un veicolo per esporre i propri pensieri sugli stati essenziali dell’uomo, gli estremi che ne delineano l’esistenza.
La direzione intrapresa nell’ultima fase del volume è audace e imprevedibile. Il lettore è spettatore di un teatro tragico mentre il percorso di Edward Zero è ancora lontano dal concludersi.

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