Vittoria Colonna: marchesa, poetessa e amica di Michelangelo

Kleiner Flug propone l’ennesimo Prodigio tra le Nuvole dedicato a un personaggio della storia e della letteratura italiana. Questa volta una delle prime poetesse del nostro paese.

Con il supporto e l’aiuto del Comune di Cesena, Kleiner Flug alla fine del 2022 ha pubblicato in concomitanza con Cesena Comics il volume Vittoria Colonna – La gentil fenice.

Sulla base dei testi di Giovanni Chiarini, i disegni di Chiara Raimondi omaggiano la storia di una donna del nostro Rinascimento che ha saputo interpretare con la poesia il suo tempo. E soprattutto, con la poesia ha saputo risorgere da un baratro di depressione e sconfitta, e da qui il titolo, proprio come una fenice.

L’opera racconta la vita di Vittoria, da poco prima della morte del marito Francesco Ferrante d’Avalois fino alla sua stessa dipartita, evidenziando la gentilezza e la forza d’animo della Marchesa di Pescara. Dopo la morte del marito, infatti, trascorse la sua vita fra diversi monasteri, coltivando la poesia, ma anche seguendo le lotte della sua famiglia con i pontefici del tempo.

Parimenti coltivò una profonda amicizia, quasi un amore agapico con Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni disegni, fra cui certamente una Crocifissione e una Pietà, e un ritratto. E con cui scambiò diversi componimenti poetici, in vita e in morte, tanto che a lei si collegano diversi sonetti michelangioleschi.

E lei stessa è stata esponente importantissima della poesia italiana rinascimentale. Oltre a quello riportato in quarta di copertina, parimenti celebre è l’altro sonetto michelangiolesco a lei dedicato:

Quante più fuggo e odio ognor me stesso,
tanto a te, donna, con verace speme
ricorro; e manco teme
l’alma di me, quant’a te son più presso.

A quel che ‘l ciel promesso
m’ha nel tuo volto aspiro
e ne’ begli occhi, pien d’ogni salute:
e ben m’accorgo spesso,
in quel c’ogni altri miro,
che gli occhi senza ‘l cor non han virtute.

Luci già mai vedute!
né da vederle è men che ‘l gran desio;
ché ‘l veder raro è prossimo a l’oblio.

I disegni di Chiara Raimondi in qualche modo riprendono i tratti proprio dal ritratto e gli danno vita, mantenendone la gentilezza e la fierezza dello sguardo.

Raccontando di una donna distrutta dalla perdita del marito, che non riuscì a vedere per un’ultima volta quando fu avvertita del suo ferimento in battaglia. Ma che seppe riprendersi, aggrappandosi alla preghiera e alla scrittura. Ma anche trovando la forza di osteggiare l’ostilità pontificia.

Giovanni Chiarini tratta queste tematiche con precisione e delicatezza, incarnando, come sempre nello stile dei Prodigi fra le Nuvole di Kleiner Flug, il personaggio nel suo tempo e cercando di tratteggiarne la personalità in modo concreto e adatto al lettore di oggi.

Ne tratteggia le relazioni con gli uomini della sua vita.

Il marito, che pure non compare mai direttamente, ma che è causa delle pene che la porteranno a scrivere. Michelangelo Buonarroti.
Il fratello Ascanio che è il trait d’union con la storia del tempo (grazie a lui vengono infatti raccontate le guerre intestine all’Italia).
Il frate Bernardino Ochino, predicatore cappuccino, da una parte, il cardinale Alessandro Farnese e Papa Clemente VII dall’altra.

In sessanta pagine Chiarini racconta ventidue anni della vita di Vittoria, dimostrando uno studio profondo dietro la stesura del testo, ma senza farne una lunga sequenza di fatti, per una vita pure interessante. Si concentra su alcuni passaggi significativi per mostrare le relazioni e l’ispirazione di Vittoria, tralasciandone altri.

Manca nell’opera qualsiasi riferimento esplicito, spaziale o temporale. Non ci sono didascalie che aiutino a posizionare la storia, se non una carta del Lazio. Come se fosse una storia senza spazio e senza tempo: i riferimenti sono tutti nelle parole dei personaggi e nei disegni. Il lettore può leggere la storia senza sapere nulla della posizione esatta, oppure può andare a cercare gli episodi storici e le location reali che fanno da sfondo, come il Castello Aragonese di Ischia o Roma che viene saccheggiata.

Il lettore viene incuriosito ad approfondire i passaggi storici e gli spostamenti geografici, per quanto, come detto, senza aspettarsi esaustività: tanti momenti importanti non trovano spazio.

La vita di Vittoria Colonna è stata densa di fatti e di emozioni. Troppo poche le pagine del fumetto per racchiuderla tutta. Ma sufficienti per farne sentire l’odore.

Il tratto e i colori di Chiara Raimondi vengono incasellati in una griglia abbastanza regolare, che si articola solitamente in tre o quattro strisce, con pochissime eccezioni: il sacco di Roma, con delle vignette che rompono la simmetria, e l’ultima pagina, con il ritratto di Vittoria, deceduta, che la occupa completamente.

Come non sono stati dati riferimenti spazio-temporali espliciti, così lo schema delle pagine rimane sempre abbastanza uniforme. Un’opera senza mai alzare la voce. In fondo come la vita e la poesia di Vittoria.

Ma al contempo ricca di dinamicità: le inquadrature e le sequenze, l’uso dei colori, non è mai banale.

Un fumetto che, senza alzare i toni, racconta una vita densa e significativa, anche se poco altisonante. Il tratto è delicato, i colori per lo più tenui, tranne che nei momenti più tragici. Pur tenuamente, colorano espressioni intense. Spesso sostenute da un tratto leggero che evidenzia le orbite oculari, quasi ribadendo l’importanza degli sguardi e degli occhi. Concentrando con questo espediente grafico l’attenzione del lettore sullo specchio dell’anima dei personaggi. Perché l’arte, la poesia, il coraggio, non possono che venire fuori dagli occhi.

In molte pagine la scena è costruita intorno alla gestualità e ai volti dei personaggi. E per questo gli occhi sono centrali. Per questo sono pochi i campi lunghi o lunghissimi.

L’opera vive di dettagli e di primi piani, di emozioni e di sottintesi. Come una poesia, appunto.


Giovanni Chiarini, Chiara Raimondi
Vittoria Colonna – La gentil fenice
Kleiner Flug, 2022
60 pag., colore, brossurato, €14.00
ISBN: 978-88-94950-92-2

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