Thor di Jason Aaron 3 – il ritorno
Terza e ultima chiacchierata sul Thor di Jason Aaron
Con il numero di dicembre 2018, il numero 2 della nuova serie, il 235 della vecchia, si chiude questa mini-trilogia di articoli dedicati a Thor e a Jason Aaron.
Aaron ancora una volta ridefinisce una parte del mondo di Thor. E dopo i personaggi e i mondi, mentre ancora infuria la guerra che sconvolge i dieci regni, da Midgard, la nostra Terra, al ritrovato Heven, ridisegna anche il Dio del Tuono.

Jane Foster ormai è stata scoperta. È lei che si nasconde sotto la maschera di Thor.
E per impugnare il martello trascura di curarsi (mentre rifiuta ogni forma di aiuto alla guarigione da parte degli dei).
Quando sembra che comunque si possa tornare a una quasi normalità, con Volstagg tornato a essere il Thor della guerra (che potrebbe intervenire nella lotta dei mondi), Aaron riesuma il Mangog. Il suo Malekith infatti alza sempre più il livello, con il supporto della Roxxon.
I regni ne risultano sconvolti: Karnilla, regina delle Norne, viene uccisa e raggiunge l’amato Balder in Hel. Ma anche il Regno dei Morti è sotto attacco.
Nel frattempo Mangog sembra inarrestabile e mina tutte le certezze di Asgard: Volstagg è spezzato, Heimdall accecato, il Bifrost in frantumi.

Ma anche Jane rivolta il regno di Odino, ottiene l’auto di Ercole, riattiva Lady Freya e lo stesso Padre di Tutti.
Ma tutto ciò sembra inutile, se neppure Lady Freya e Odino riescono a fermare il Mangog.
Jane fa i conti con la morte, con le volte in cui l’ha incontrata nella sua vita. E decide che è più importante che Thor salvi i dieci regni dal Mangog, rispetto alla sua esistenza terrena.

E sacrifica per questo se stessa e l’uru di Mjolnir.
Ed è il passaggio attraverso la morte che redime Jane, ma non solo: anche tutti gli altri che ha intorno. E la redenzione di tutti, messi di fronte alla morte, a sua volta, la trattiene dall’ingresso nel Valhalla. È la ridefinizione dei personaggi e delle relazioni. Perché ciò che ci accade, o accade alle persone intorno a noi, ci cambia. Anche gli dei, che sono immanenti, e per questo non possono non sentirsi parte della realtà.
Aaron affronta la malattia e la morte, con delicatezza ma con altrettanta crudezza. Jane è la versione asgardiana dello zio Ben:
With great power comes great responsibility.

Fino alla responsabilità più alta. D’altra parte una divinità non può tirarsi indietro, e, se decide di morire per amore, come dichiara espressamente, fa venire in mente: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. (Gv 15,13)
Dopo la redenzione, nulla è più come prima, c’è una nuova unità: Odino, Freya, (quasi) tutti i figli di Odino affrontano la tempesta divina per impedirle di portare via Jane.
Che quindi, con la sua morte, completa il lavoro di Aaron. Ha toccato tutti gli aspetti del mondo (editoriale) di Thor. La geografia, la storia, i protagonisti; Mjolnir è finito nel sole con Mangog.
I regni (che ora sono dieci) sono stati tutti ridisegnati in qualche dettaglio, e l’operazione non è ancora finita, visto che la guerra è in corso. E non dobbiamo dimenticarlo. Anzi Malekith promette di portarla su Midgard. Lasciando tanti puntini di sospensione…
I personaggi hanno allacciato nuove relazioni ma c’è stato un vero e proprio Rasoio di Occam, che alla fine ha semplificato e resettato tutto. Pacificando.
Così può rinascere un nuovo Dio Thor, privo di un braccio e del suo Mjolnir, ma con un nuovo martello e una nuova grande consapevolezza.
Negli albi vengono riportate anche, parallelamente, altre storie:
- la storia di Thor: figlio di Asgard del 2005, in cui Akira Yoshida racconta quando il giovane figlio di Odino è diventato degno di Mjolnir. In effetti, come allora, anche stavolta Odinson è stato indegno del martello
- la reale morte di Jane, a 275 anni di età
- le dee del tuono Frigg, Ellisiv e Atli che dal loro futuro, incrociano le linee temporali di cui stiamo parlando
Certamente Aaron non è stato il solo artefice di questo cambiamento nel mondo di Thor. Non ho citato, se non a latere i disegnatori che hanno accompagnato questo percorso di revisione dell’intero mondo asgardiano, e quindi di una bella fetta dell’universo della Casa delle idee. Dauterman è stato il principale artefice della parte grafica, ma non l’unico.
In particolare il nuovo Thor comincia con i disegni di Mike Del Mundo.
