The complete Peanuts: siamo arrivati alla fine

A distanza di circa sei mesi dalla pubblicazione americana, esce anche in Italia l’ultimo volume di “The Complete Peanuts”, completando l’opera omnia di Charles Schulz. Una opportunità per gli appassionati (e non solo) di avere la collezione completa delle strisce che parlano all’umanità, oggi come al tempo in cui sono state scritte e disegnate.

Esce in questi giorni il volume numero 26 della collana che ha raccolto l’Opera omnia di Sparky (al secolo Charles Monroe Schulz) che Panini ha pubblicato mantenendo il titolo e il piano dell’opera originale della Fantagraphics Books e sviluppando l’opera in un lungo percorso dodecennale.

Così, se le strisce della sua opera più famosa si erano già concluse nel precedente numero, con l’aggiunta di tutto il materiale di Li’l Folks, per rendere l’opera davvero completa (e anche per far comprare agli appassionati un volume in più) sono state raccolte in quasi trecento pagine:

  • diciassette vignette pubblicate sul Saturday Evening Post tra il 1948 e il 1950;
  • sette storie dei Peanuts uscite in formato Comic Book negli anni ’60 e ’70 e disegnate da Schulz in persona (la maggior parte delle quali fu invece disegnata da Jim Sasseville);
  • alcune campagne pubblicitarie di cui i Peanuts sono stati protagonisti;
  • strisce e materiale natalizio;
  • quattro storybook ricavate da rielaborazioni delle strisce, ma ridisegnate completamente da Schultz;
  • vignette e aforismi pubblicati su Cose che ho imparato troppo tardi (e altre verità minori), 1981 e su Cose che ho dovuto imparare più di una volta (e qualche altra piccola scoperta), 1984;
  • una serie di vignette fuori serie dedicate al golf e al tennis.

Per appassionati, ma non solo.

Per attingere a piene mani ancora una volta alla filosofia semplice del grande cartoonist americano, che negli ultimi 50 anni del secolo scorso ha sicuramente lasciato un segno molto profondo nella cultura americana e mondiale, tanto è vero che le sue vignette vengono usate, spesso anche aggiungendoci delle parole che lui mai avrebbe usato, per promuovere i più disparati messaggi.

E che si identifica ormai con i suoi personaggi (anche se lui si è sempre riconosciuto in Charlie Brown, mentre il filosofo del gruppo era più Linus) al punto che un destino in qualche modo riconoscente lo ha fatto morire il giorno prima della pubblicazione dell’ultima striscia, il 13 febbraio del 2000.

Per esplicita scelta Schulz ha scritto, disegnato ed inchiostrato tutte le strisce della serie, che quindi non è sopravvissuta al suo ideatore.

Una persona semplice ma profonda che ha anticipato tanti temi, in qualche modo portandoli all’attenzione dell’americano medio: ecco un esempio del 1967 particolarmente in linea con una delle discussioni odierne…

A chiudere questa memorabile raccolta è Jean, la seconda moglie di Schulz, che scrive un lungo e appassionato ricordo di Sparky, che vale la pena leggere. Come sempre in questi casi, si tratta di una specie di discorso funebre: anche lui avrà avuto i suoi difetti, ma tutti noi, dagli appassionati di fumetti in giù, gli dobbiamo qualcosa.

Ma mi piace finire nello stesso modo in cui finisce quest’opera:

Una volta Sparky disse che si sarebbe sentito soddisfatto se sulla sua lapide fosse stato scritto “Ha reso felici le persone!”

È ciò che ha fatto. E che continua a fare.

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