Mooned… Non voglio mica la Luna, solo intervistare Palloni!

Questo mese, causa una noiosissima degenza in ospedale che mi ha costretto a lunghe ore di contemplazione del soffitto, ho avuto occasione di leggere moltissime graphic novel (complici anche i miei amici che puntualmente mi recapitavano le opere ordinate su Amazon o in fumetteria). Leggere una graphic novel per un appassionato di fumetti è un’attività diversa rispetto alla lettura di un manga o dei comics americani, pretendi qualcosa in più, come se stessi guardando un film e ci sono troppi parametri ai quali sei costretto a fare riferimento. Così, lo sventurato e affezionatissimo scrivente, costretto in ospedale e circondato da parenti che ti rincuorano con il sempreverde “Ti trovo meglio” o ancora “Quando esci organizziamo qualcosa (l’equivalente di “ci sentiamo presto”), inizia a ravanare sui social, su Youtube, sui siti specializzati, alla ricerca del romanzo grafico che possa allietare la degenza e uccidere il tempo.

Molte opere le ho consumate in fretta, apprezzandole e concludendo che tutto sommato non potevo ritenermi deluso degli acquisti (anzi, in qualche occasione ho riconosciuto che qualche volume avrebbe potuto ritenersi un “must have”) e poi… C’è Mooned. La mia prima reazione è stata di incredulità: quello è un uomo arenato sulla Luna! Che ci fa un uomo adagiato sulla Luna?

Mi documento sull’autore e sull’opera: solo giudizi positivi. Ok, devo dare un’occhiata. Rimango immediatamente colpito dal soggetto, la leggo tutto d’un fiato e concludo con un sospirato…Woooow! Avete presente la sensazione che provi quando un prestigiatore realizza un gioco di cui non capisci dove sia il trucco? Ecco, ho reagito più o meno così. Inizio a recuperare qualche passaggio narrativo, a esaminare nuovamente i disegni e la mia conclusione è stata che Mooned è un’opera… Diversa! Negli ultimi anni non mi sono capitati mai lavori del genere tra le mani, devo conoscere l’autore!

Mooned di Lorenzo Palloni

Ci arriveremo, ma immagino che  in molti vi state chiedendo cosa sia Mooned e perché mi abbia colpito così tanto. D’accordo, due brevi paroline sui contenuti, ma non ho intenzione di spoilerare nulla! Protagonista della storia è un cosmonauta che, a seguito di un incidente con la sua astronave, rimane bloccato su una Luna e lì si adagia in attesa del suo compagno di viaggio, certo che questi giungerà a salvarlo per riportarlo a casa. Il protagonista vivrà l’intera avventura nell’attesa del suo secondo, che non accenna a manifestarsi (il perché dovrete scoprirlo leggendo il volume). Tutta la storia è ambientata in questo minuscolo satellite, e in un primo momento si potrebbe ritenere che il tutto sia una sorta di stand up comedy: ma in questo scenario costretto e angusto i personaggi si susseguono freneticamente e la piccola Luna diventa il posto più affollato che si possa immaginare.

Da un piccolo concept ne scaturisce un mondo: sotto il profilo narrativo Mooned è talmente geniale da far apprezzare al lettore soprattutto l’abilità nello storytelling dell’autore. Le situazioni si susseguono a ritmo alternato: talvolta le tavole sono piene di frenesia mentre in altre c’è talmente tanta quiete da consentire al lettore di accompagnare il protagonista nelle sue riflessioni, con le sue angosce, speranze e qualche paranoia. Il sentimento attorno al quale gravita la storia è la speranza. E questa speranza (mal riposta) pone nel dubbio il lettore su quanto giusto sia avere delle forti aspettative. Ma di questo ne abbiamo parlato con l’autore, Lorenzo Palloni, che con estrema gentilezza ci ha concesso una gradevolissima intervista che qui vi riportiamo.

Mooned di Lorenzo Palloni

 

Ciao Lorenzo, grazie innanzi tutto per averci concesso parte del tuo prezioso tempo!

Grazie a voi, è un piacere!

Ho letto Mooned tutto d’un fiato, a dire il vero più di una volta, e la mia reazione è stata…”Questa è un’opera diversa!”

Wow, ti ringrazio, per un autore è senz’ombra di dubbio uno dei giudizi più entusiasmanti che si possano ricevere.

Parliamo di Mooned, la sua nascita per intenderci…

Solitamente inizio con un concetto, poi racconto la storia. Il concetto attorno al quale gravita Mooned era, inizialmente, l’assenza di speranza in termini assoluti: ognuno deve convincersi di dover raggiungere i suoi obiettivi con le proprie forze.

Eppure al protagonista capitano diverse occasioni per “salvarsi” (anche se immaginarie).

Esatto. La realtà è diversa rispetto a ciò che egli crede e sebbene riceva numerose possibilità di salvataggio Rico Ferris (il protagonista: ndr) rimane ancorato alla sua mal riposta speranza. La cosa bella è che il messaggio alla base del fumetto, in via di produzione, è cambiato nella misura in cui sono cambiato io. Dentro ci ho messo ogni evento degno di nota in due anni e mezzo di vita, trasfigurandolo nell’universo cosmo-demenziale di Rico: era impossibile che, raccontando e riflettendoci su, il messaggio non cambiasse.

Mi tengo alla larga da dettagli sulla trama per non spoilerare nulla ai lettori, ci racconti di come hai scelto i protagonisti e li hai poi caratterizzati?

Certo. A me piace, nei miei lavori, “sbucciare il personaggio” (fantastico: ndr), ovvero togliere tutte le certezze e le sicurezze che lo identificano agli occhi di se stesso, cercare di caratterizzarlo e di far sì che questi appaia nei suoi tratti essenziali ma soprattutto che si riveli al lettore in ogni suo aspetto. Questo è fondamentale. E mi diverte molto farlo soffrire, in questo processo, e con lui, il lettore.

Ok, ora parliamo del comparto grafico. Puoi risponderci in generale e non facendo riferimento solo a Mooned. Usi uno stile conforme a tutte le tue opere oppure lo adegui al soggetto? Che tipo di disegnatore sei?

Non mi sento un disegnatore. Mi sento di più uno storyteller. A me sta a cuore raccontare una storia, poi ovviamente anche Mooned ha richiesto un certo stile per il comparto grafico. In particolare ho usato la “penna pennello” per addolcire un tratto che, per mia natura, è molto spigoloso. Per rispondere alla tua domanda: adeguo il segno alla storia, le conferisce un’identità unica, più dello stile di scrittura, che è per la maggior parte delle volte riconoscibile e riconducibile all’autore. Non è una strategia che paga in termini di riconoscibilità autoriale, ma ripeto che a me sta molto a cuore la storia. Leggo più libri di prosa che fumetti, è in parte per questo che non sono legato a un principale stile visivo. Lo storytelling è e rimane il mio obiettivo principale.

Domanda da un milione di dollari: ogni artista ha un suo predecessore che lo ha ispirato, chi è l’autore che ti ha motivato nell’intraprendere questo percorso, sempre che ce ne sia uno?

Non c’è un autore in particolare che mi abbia ispirato a intraprendere la professione di fumettista, ma se devo citarne uno che ha avuto una forte influenza sulla mia formazione non posso non menzionare Mazzucchelli (Batman: Anno 1 : ndr). Ho letto moltissimi comics e fumetti supereroistici, sebbene poi nella mia carriera mi stia occupando di altri soggetti più autoriali.

Ci sveli qualche progetto per il futuro?

A dire il vero ce ne sono fin troppi, sono iper impegnato e dovrò realizzare una serie di lavori a breve termine che mi impegneranno notevolmente: un libro horror per Edizioni Inkiostro in uscita a Lucca, un webcomic di divulgazione scientifica per ErcComics, nuovi libri per il mercato francese, nuove serie per Mammaiuto e, last but not the least, l’insegnamento di un nuovo corso di sceneggiatura alla Scuola di Comics Firenze. Vi terrò aggiornati!

Noi saremo ovviamente qui a seguirti e a chiederti nuovamente info sui tuoi lavori. Ma comunque ci vedremo al Pescara Comic Convention di Luglio, giusto?

Certamente, sarò presente.

Autograferai il mio volume di Mooned?

Ovviamente!

Un sentito grazie a Lorenzo Palloni, alla sua disponibilità, simpatia e professionalità. Inutile dirvi che continueremo a seguire questo artista e a documentarvi sui suoi lavori!

 

 

 

 

 

 

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