Retromania80 / Quel gran pezzo dell’Ubalda – Ewoks
In occasione del festival Retromania80 del prossimo 19 agosto 2017 a Grottammare (AP), Dimensione Fumetto allestirà una mostra dedicata alle tavole dei fumetti Marvel Comics anni ’80 corredate da una serie di approfondimenti speciali sul fumetto statunitense post-pop art, un periodo caratterizzato da una forte politica di rinnovamento del linguaggio grafico e narrativo.
In questo quinto e ultimo articolo: torna Quel gran pezzo dell’Ubalda, la rubrica di critica fumettistica dedicata all’analisi di singole pagine di straordinario valore: stavolta è il turno della serie di fumetti per bambini Ewoks tratta dal franchise di Star Wars.
I precedenti articoli di questa rubrica sono consultabili a questo link.
C’è poco da discutere: Star Wars è uno dei fenomeni socio-culturali-economici più importanti della seconda metà del XX secolo, comparabile per enormità sotto qualunque punto di vista solo ai Beatles, ai Pokémon e forse a nient’altro. Con un giro economico calcolabile solo per approssimazione e per difetto, con i suoi milioni di seguaci, con la sua mole sterminata di gadget, e con la sua influenza a macchia d’olio nella cultura pop, a Star Wars manca solo una cosa: il riconoscimento ufficiale della critica aristocratica.
Nonostante nei quarant’anni di vita del franchise i suoi film abbiano acquisito una popolarità di pubblico incomparabile, la saga di George Lucas ha ottenuto spesso dai recensori più accademici riscontri freddi, con rivalutazioni solo a distanza di anni e comunque non universali. Ma anche se i cinephiles non scambieranno mai La regola del gioco con La minaccia fantasma, sta di fatto che invece il pubblico non ha mai smesso di avere fame di nuovi prodotti di Star Wars, anche quando questi sono stati effettivamente opinabili, tipo quelli legati agli Ewok.

Gli Ewok, anche noti come Orsetti Mimimì per gli iniziati, sono quegli adorabili sacchi di pulci che infestano la luna boscosa di Endor e che con fionde e punte di selce riescono a sconfiggere l’esercito dell’Impero in Star Wars VI – Il ritorno dello Jedi. Essendo palesemente i personaggi più improbabili, carini e divertenti dell’intera saga (molto più improbabili, molto più carini e soprattutto molto più divertenti del penoso Jar-Jar Binks), gli orsacchiotti Ewok sono diventati durante gli anni ’80 un ottimo soggetto per produrre svariati spin-off dalla serie principale dedicati al pubblico dei bambini.

Sia i film TV sia le serie animate sono state prodotte e trasmesse dal canale televisivo ABC, cioè dalla Disney: chiaro segnale che i legami fra Lucasfilm e la Casa di Topolino risalgono a ben prima dell’acquisizione del 2012.
C’è inoltre un terza azienda di intrattenimento che rientra in questo business: la casa editrice di fumetti Marvel Comics. Come per la Lucasfilm, anche per la Marvel i rapporti con la Disney sono iniziati ben prima dell’acquisizione del 2009: dato il successo dei film TV e soprattutto del cartone animato Ewoks, la Marvel decise di dedicare agli orsetti una serie a fumetti omonima, che durò per 14 volumetti bimestrali fra il 1985 e il 1986 e fu pubblicata nella collana Star Comics, inaugurata per intercettare il pubblico giovanile (in calo cronico) con titoli di qualità opinabile come l’odioso gatto Isidoro.
Il progetto Ewoks venne realizzato in parallelo con quello Droids, che pure ebbe una serie animata e una a fumetti: le differenze erano che Droids seguiva le avventure di R2-D2 e C-3PO, che il target erano i ragazzi e non i bambini, e soprattutto che era realizzato in maniera decente. Non solo i cartoni animati erano di qualità diversa, ma soprattutto mentre il fumetto di Droids era realizzato da autori del calibro di John Romita Senior, quello di Ewoks era orribile.

Eppur tuttavia, dai diamanti non nasce niente e da Ewoks nascono i fior, cioè le copertine.
Le avventure degli Orsetti Mimimì sono state scritte da David Manak, autore minore Marvel che lavorerà anche per la DC e soprattutto per Sabrina vita da strega della Archie Comics, e disegnate da Warren Kremer, fumettista umoristico noto soprattutto per i fumetti per bambini della Harvey Comics come Richie Rich e il fantasmino Casper: due professionisti onesti, ma dal talento non rivoluzionario.
Invece Marie Severin, che ha lavorato ai primi due numeri di Ewoks come inchiostratrice e direttrice artistica, è riconosciuta fra le principali artefici della Silver Age ed è stata onorata dell’ingresso nella Will Eisner Comics Hall of Fame: forse la presenza iniziale della Severin ha dato il la a una serie di 14 copertine che sono delle piccole gemme pop, di cui molte di notevole interesse.

Esclusa quella del decimo volume, celebrativa per i 25esimo anniversario della Marvel Comics nel 1985, tutte le copertine di Ewoks presentano una peculiare struttura compositiva che le rende di particolare importanza alla luce della rivalutazione artistica del linguaggio del fumetto operata dalla pop art negli anni ’60 del XX secolo: la struttura a doppio telaio.

Anche nel mondo del fumetto il doppio telaio non è una novità: ad esempio, è stato accertato il suo uso da parte di Hergé ne Le avventure di Tintin. Qua però la situazione è molto diversa, dato che Ewoks non è e non vuole essere in nessuna maniera un fumetto d’arte, e tanto meno Manak & Kremer sono paragonabili alla cultura cosmopolita e al genio narrativo del fumettista belga.
Eppure, che il disegnatore ne fosse cosciente o meno, che sia stato instradato dalla capace Severin o meno, che sia un gesto gestaltico casuale o meno, la struttura a doppio telaio compare su tutte le copertine di Ewoks (esclusa solo quella celebrativa). È un evento significativo, perché testimonia che dopo il passaggio della pop art, un certo gusto figlio dello studio delle belle arti si è fatto strada nel fumetto, anche nei suoi recessi più insospettabili come uno spin-off commerciale per bambini di Star Wars.



Se, come dice Giovanna Gagliardo, Star Wars è «la saga che ha trasformato il cinema in un giocattolo», allora chi si occupa del marketing alla Lucasfilm ha trasformato l’intero mondo dell’entertainment in un grande giocattolo. Anche i fumetti sono come giocattoli: intrattengono, divertono, spesso ricordano l’infanzia, quando ci si stufa li si mette da parte. In questo caso, poi, si tratta di un bel giocattolo, perché fa parte di un grande mondo narrativo condiviso da miliardi di persone. Il contributo dato a Star Wars da questo fumetto è comunque quello di aver intrattenuto i suoi lettori, e tanto meglio se li ha attratti con copertine dalla grafica chiassosa e accattivante. Molto pop art.
[ Retomania80 | Fumetto e pop art • Daredevil di Miller • The Punisher di Duffy & Zaffino • Iron Man di Michelinie & Layton • Copertine di Ewoks ]