Disability Pride Month: 8 fumetti (+1) da leggere – Seconda parte
DF celebra il Disability Pride Month con otto fumetti (più uno) che raccontano la disabilità attraverso narrazioni commoventi, drammatiche o energizzanti. Qui la seconda parte con gli ultimi cinque titoli.
Riprendiamo l’approfondimento speciale sul Disability Pride Month con la seconda e ultima parte di consigli a fumetti. Leggi qui i primi quattro titoli.
Viaggio nella neurodiversità
Alla morte della madre, il piccolo Noel viene trasferito in una casa famiglia insieme ad altri ragazzi dello spettro autistico come lui.
È la trama di Imparare a cadere, graphic novel d’esordio di Mikael Ross, realizzata in collaborazione con l’istituto Neuerkerode di Berlino con l’intento di sensibilizzare al tema dell’autismo. Dagli occhi di Noel vediamo come avviene l’incontro con il mondo esterno per una persona con una disabilità intellettiva, quali sfide e quali difficoltà extra si trova a gestire.
Le tavole di Ross sono delicate e spesso silenziose, ma comunicano intensamente e senza retorica la fragilità dell’autismo. Imparare a cadere è un volume unico uscito in Italia nel 2020 per BAO Publishing.
Sempre a proposito di disabilità intellettiva, Non è te che aspettavo è la graphic novel perfetta per riflettere sulla sindrome di Down. Autobiografia del fumettista francese Fabien Toulmé, racconta il percorso di accettazione di un papà che scopre di avere una figlia con disabilità.
Riflessioni dure ma autentiche costellano la mente di un padre che è diviso fra il sentimento di amore incondizionato verso la propria bambina e quello di rifiuto e frustrazione per aver dato alla luce un essere “imperfetto”.
Alla sua prima storia a fumetti, Toulmé si dimostra totalmente all’altezza di saper raccontare le fragilità di un genitore. Volume unico uscito nel 2018 per BAO Publishing, è tra i fumetti più autentici ed emozionanti sul tema.
A proposito di disabilità fisica
La disabilità fisica è solitamente un argomento più “semplice” da affrontare rispetto alle disabilità cognitive e intellettive. Gli interrogativi sono molto diversi, poiché nella maggior parte dei casi la disabilità fisica mantiene una consapevolezza che permette di continuare a gestire la propria vita autonomamente, aspetto impossibile nel caso di una disabilità intellettiva. Ciò non toglie che anche passare il resto della vita su una sedia a rotelle è una condizione che cambia radicalmente le nostre prospettive: è quello che provano a spiegare Takehiko Inoue e Seiko Tanabe con Real e Josée, la tigre e i pesci.
Real, edito in Italia da Planet Manga, è una serie in 15 volumi ancora in corso in Giappone che gode della straordinaria mano di Takehiko Inoue.
Tavole mozzafiato ci accompagnano nelle storie di Nomiya, Togawa e Takahashi, tre ragazzi che in modo differente entreranno in contatto con la disabilità (due per un incidente e uno per una malattia). Il basket in carrozzina sarà per loro un’arma di riscatto, la chiave di volta per accettare la propria condizione e provare a vivere un’esistenza piena e soddisfacente. Non mancano però momenti di riflessione molto duri che posizionano questo manga tra quelli emotivamente più intensi dedicati alla disabilità.
Un po’ più leggero è invece Josée, la tigre e i pesci. Realizzato da Nao Emoto e basato sull’omonimo anime, a sua volta ripreso dal romanzo del 1984 di Seiko Tanabe, racconta l’incontro tra Tsuneo, uno studente di biologia marina e Kimiko, alias Josée, che invece non vede prospettive di vita, per via della sua paralisi cerebrale che la costringe sulla sedia a rotelle. Tra i due si innesca un rapporto, ovviamente sentimentale, che li porterà ad arricchirsi l’un l’altra.
Sebbene qualche passaggio rasenti un po’ la retorica del “povero disabile”, ci sono diversi momenti di riflessione tutt’altro che banali (come l’idea che Tsuneo stia con Kimiko solo per pietà e non per sentimenti reali) e la risoluzione finale non può che essere considerata un messaggio positivo e incoraggiante.
La versione manga di Josée, la tigre e i pesci è disegnata da Nao Emoto e pubblicata da J-Pop nel 2021.
Oltre la disabilità
Se pensiamo alla disabilità nel mondo del fumetto, Xavier degli X-Men è forse tra i primi e più celebri personaggi su sedia a rotelle che ci vengono in mente: per questo, per chiudere questa rassegna azzardiamo con un titolo un po’ fuori dal radar della narrazione della disabilità in senso stretto, ma che riprende alcune tematiche sull’abilismo e la discriminazione.
House of X/Powers of X è una saga scritta da Jonathan Hickman nel 2019 nell’ottica di un rilancio delle testate dei mutanti Marvel. Propone uno scenario molto distante dallo status quo canonico degli X-Men, con una storia che spazia dalla fantascienza più pura fino a toccare il tema dell’eugenetica e della supremazia della specie.
Krakoa, la nuova isola felice in cui i mutanti si sono de facto auto esiliati non è altro che l’antitesi dell’integrazione che una comunità discriminata dovrebbe reclamare. Ma c’è dell’altro: la discussione che intavola Hickman sulla ricerca della specie perfetta – e tutto quello splendido scenario delle razze aliene che si evolvono tramite autodistruzione – ci apre una serie di interrogativi su quanto la nostra umanità sia invece il requisito essenziale per preservare i più piccoli e fragili, pur con tutti i loro (e i nostri) limiti. Perché la diversità di uno sia la ricchezza di tutti.