Chiho Saito compie 35 anni di carriera e la sua opera Utena la fillette révolutionnaire ne compie 20: per celebrare il doppio anniversario sono fioccati in Giappone molti eventi celebrativi, e DF ovviamente era presente.
I fumetti giapponesi per ragazze, didascalicamente denominati shoujo manga e cioè appunto “fumetti per ragazze”, hanno vissuto ondate di vivacità creativa a ritmo ventennale: negli anni ’50 importanti fumettisti maschili hanno sfondato nel mercato editoriale come autori per ragazze (ad esempio Osamu Tezuka, Shigeru Mizuki e Kazuo Umezu), i ’70 sono stati il decennio del Gruppo del 24 che ha portato straordinarie innovazioni tematiche, grafiche, narrative, linguistiche, sociali e persino morali, mentre negli anni ’90 sono prevalsi gli ibridi post-moderni fra lo shoujo e vari generi discordanti, come il robotico in Magic Knight Rayearth o il super sentai in Sailor Moon. Ai posteri l’ardua sentenza se gli scorsi anni ’10 si sono effettivamente rivelati importanti e innovativi come i predecessori. Importante e innovativo lo è stato senza dubbio un titolo del 1996, che rappresenta appieno lo spirito del suo decennio essendo una delle opere più ibride, più post-moderne e più discordanti fra i generi che si ricordino a memoria d’otaku: Utena la fillette révolutionnaire di Chiho Saito e Be-Papas.
Chiho Saito è un membro del collettivo Be-Papas, composto da varie personalità del mondo dell’entertainment giapponese fra cui il regista Kunihiko Ikuhara. Costui ha messo in piedi il progetto Utena immaginandolo come un multiverso strutturato su diversi media i quali propongono narrazioni che hanno identico punto di partenza e diverso punto d’arrivo. Ecco quindi che il fumetto, la serie animata, il musical, il videogioco, il fumetto del film e il film condividono lo stesso incipit e poi hanno trame differenti. Lo stesso espediente che poi utilizzerà anche in Evangelion il regista Hideaki Anno, grande amico di Ikuhara.
Il fatto stesso che il fumetto di Utena la fillette révolutionnaire sia stato realizzato da Chiho Saito rientra appieno nel succitato tentativo di ibridazione dei generi. Fino al 1996 la Saito è stata un’autrice di storie romantiche pericolosamente vicine alla chick-lit stile Harmony: i suoi melodrammi solitamente presentano incipit inaspettatamente brillanti che poi però degenerano in romanzetti rosa estremamente ripetitivi tipo Mary Fisher di She, Devil. In compenso il suo stile grafico è ineccepibile, raffinato, tutto in linea chiara, e con in più una notevole cura del dettaglio storico (ad esempio negli abiti dei suoi numerosi drammi in costume). La presenza della Saito fra i Be-Papas ha assicurato uno stile grafico riconoscibile, mentre la presenza dei Be-Papas a fianco alla Saito ha assicurato che la storia conservasse coerenza e non venisse smarmellata dalla solita degenerazione narrativa dell’autrice.
Fra alti e bassi, Chiho Saito ha raggiunto nel 2017 i 35 anni di carriera nel mondo del fumetto, proprio mentre la serie tv di Utena la fillette révolutionnaire (in italiano La rivoluzione di Utena per Yamato Video) ne raggiungeva 20. Per festeggiare il doppio anniversario Utena è tornata sulle pagine della rivista flowers, e sono stati organizzati svariati eventi: il primo di questi è la mini-mostra dedicata a Chiho Saito, che ovviamente DF non poteva lasciarsi scappare.
In un profluvio di rose, magnolie e ghirlande varie, Chiho Saito si è conquistata il suo posto fra le più celebri e amate autrici di shoujo manga: pur senza memorabili capacità letterarie o grafiche, le sue storie di fanciulle forti e al contempo bisognose del loro uomo la rendono un’autrice in qualche modo confortevole e rassicurante per il lettore, che sa benissimo cosa aspettarsi. Fumetto d’appendice, ma di gran classe.
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