Wednesday Warriors S02E03 – The one with Black, Red, White and Blue
Questa settimana su Wednesday Warriors: HARLEY QUINN: BLACK + WHITE + RED #1 e MARVELS SNAPSHOT: CAPTAIN AMERICA #1
Questa settimana su Wednesday Warriors:
Bam’s Version
HARLEY QUINN: BLACK + WHITE + RED #1 (Harleen: Red) di Stjepan Sejic
Il lancio di una nuova serie è sempre interessante, una occasione a fumetti da seguire con attenzione. Se poi si parla di un primo passo verso una (mini) rivoluzione in digitale per DC Comics, decisa a rimpolpare il suo catalogo di offerte digital-first, ecco che l’occasione di recensire il primo capitolo di Harley Quinn: Black + White + Red non poteva sfuggire ai prodi Guerrieri del Mercoledì.
Il titolo Black & White è ormai diventato sinonimo di qualità e di massima libertà autoriale nell’Universo DC: creato dallo storico editor Mark Chiariello in onore delle grandi riviste a fumetti con le quali lui ed altri artisti leggendari sono cresciuti, l’albo antologico della Distinta Concorrenza è da sempre stato associato al Cavaliere Oscuro. Dal 1998 ad oggi Batman Black & White ha attraversato epoche diverse della storia editoriale DC Comics, accogliendo tra le sue pagine alcuni tra i migliori autori del fumetto statunitense in una serie di storie brevi entrate ormai nel mito del Pipistrello. Da Mike Mignola ad Alex Garland, passando per Azzarello, Danijel Zezelj, Mick McMahon, Mark Schulz, Howard Chaykin, Jordi Bernet e tanti altri ancora – Black & White ha presentato racconti inediti e interpretazioni originali dell’oscuro alter-ego di Bruce Wayne. Giustissimo, dunque, che l’esperimento continui in un nuovo formato, con estro moderno e, soprattutto, una protagonista radicalmente differente dal serioso Batman.
Ideata dall’attuale Bat-editor Mark Doyle, con la nuova serie digital-first dedicata ad Harley Quinn DC Comics mischia le carte in tavola e aggiunge un tocco di rosso all’intoccabile, storica gimmick bicromatica. Apre le danze ed inaugura questo nuovo ciclo di storie lo scrittore e disegnatore Croato Stjepan Šejić, autore della recente miniserie targata Black Label Harleen. Proprio ad Harleen si collega Harleen: Red, una storia che si inserisce nella (annacquata) continuity dell’ultima opera di Šejić. Separate dalle pareti trasparenti delle stanze del manicomio criminale di Arkham, Harley Quinn e la psicologa di turno a lei assegnata dialogano all’interno della cornice di una sessione cromoterapica. La cromoterapia fa riferimento ad un test psicologico creato dal Dr. Max Lüscher secondo il quale, nonostante la percezione dei colori sia universale per tutti, le preferenze verso uno o più colori possano in realtà rivelare molto della persona intervistata; subconsciamente, dunque, un individuo più incline ad apprezzare le tonalità di blu o verde mostrerà atteggiamenti passivi, una personalità più tranquilla e concentrata rispetto a chi riveli una certa affinità per il colore giallo, legato all’eccentricità, della proattività.
Il rosso diventa così parte integrante della storia di Šejić, che plasma e fa ruotare il fitto dialogo tra la paziente Quinn e la psichiatra attorno al colore chiave dell’intera antologia. Le prime pagine della storia sono illustrate e colorate con varie tonalità di grigio, definite da incerte, incomplete linee di china nera (digitale) e rari, pungenti tocchi di bianco, tra i capelli di Quinn, le cicatrici sul suo volto, il camice della dottoressa. L’utilizzo di campo e controcampo impiegati dall’autore diventa sempre più irregolare e ritmato, lasciandosi sporcare dal dialogo sempre più passionale e vigoroso, che esplode in ampi tocchi di rosso, segno di uno spazio sempre più indefinito. Harley Quinn si lascia trascinare dai ricordi di passione: il rosso, sempre secondo Lüscher, il colore della sessualità, dell’aggressività, dell’azione e del desiderio. Attraverso i disegni e le parole di Šejić, Harley racconta i suoi trascorsi con il Joker, l’amore e l’odio, il sangue e le labbra che si incontrano in un focoso bacio. Le vignette perdono la loro quadratura, lasciando spazio agli iconici rombi del costume tradizionale della Arlecchina fino a spezzare completamente il ritmo con una splendida splash page che riassume perfettamente la duplice natura del personaggio, così sensuale, erotico, esplosivo per natura, interessante da esplorare e analizzare.
Harleen: Red di Stjepan Šejić è una coda alla serie Harleen ma funge soprattutto da perfetto biglietto da visita per tutti i neofiti, per chiunque volesse approfondire un personaggio diventato importantissimo nelle dinamiche editoriali e narrative DC Comics. La storia che fa da apripista a Harley Quinn: Black + White + Red illustra ed espone perfettamente le intenzioni degli autori chiamati al lavoro da Mark Doyle, tra i quali troveremo anche Mirka Andolfo, Conner & Palmiotti, Saladin Ahmed e Erica Henderson. Grandi nomi del mondo del fumetto si riuniscono per raccontare Harley Quinn, giocando con il personaggio ed una formula tradizionale e riconosciuta, innovata aggiungendo una semplice ma essenziale tonalità di colore.
Gufu’s Version
MARVELS SNAPSHOT: CAPTAIN AMERICA #1 di Mark Russel e Ramon Perez
Nel 1984 Kurt Busiek e Alex Ross sconvolsero il mondo dei comics con il loro “Marvels” mostrando al mondo un nuovo modo di approcciarsi ai supereroi. La collana Marvels Snapshot, voluta e curata da Busiek, si lega alla celebre opera per l’approccio realistico con cui rilegge alcuni momenti cardine della storia della Marvel spostando il punto di vista al livello della strada: mostrando come la gente comune percepisce la presenza dei supereroi – le Meraviglie – e come questa impatti sulle loro vite.
Ai primi due albi, molto buoni, della collana dedicati rispettivamente a Fantastici Quattro e Namor fa seguito questo dedicato a Capitan America, e nello specifico allo storico ciclo di storie “Bomba di Follia” (Captain America #193/#200 del 1976) scritto e disegnato da Jack Kirby.
Ambientata nel South Bronx dei tardi anni ‘70 la storia ha come protagonista il giovane e talentuoso Felix: ragazzo di colore che, come tanti suoi concittadini, si trova a fronteggiare le conseguenze del malvagio piano ordito dall’AIM.
Mark Russell e Ramon Perez, pur non lesinando rappresentazioni tanto crude quanto efficaci della tragedia che colpisce Felix e il resto dei cittadini Newyorkesi, non si soffermano particolarmente sugli effetti diretti della bomba ma si concentrano nella descrizione delle conseguenze della stessa sulle fasce più deboli della popolazione. Russell descrive, toccando un tema quantomai attuale ai giorni nostri, una società che si dimentica delle persone condannandole al proprio destino.
Felix, già svantaggiato in quanto povero e di colore, vede sfumare il suo sogno di andare al college a seguito degli eventi causati dalla prima bomba di follia: indipendentemente dal suo talento e dal suo impegno non potrà fare altro che rimanere nel piccolo laboratorio di riparazioni di elettrodomestici di suo padre. La società statunitense stessa, ancor più che l’AIM, ha privato Felix del suo futuro e gli eroi come Captain America sembrano far parte più del problema, del cosiddetto establishment, che della soluzione.
Il parallelo tra Felix che accetta l’offerta di lavoro dell’AIM – che pur gli si presenta in maniera “trasparente” come l’azienda spietata che è – e le migliaia di ragazzi di che finiscono nelle fila della criminalità (organizzata o meno) è palese e ostentato, tanto da far sembrare quasi eccessivamente ottimistico il finale.
In questa moderna trasposizione di un classico della Bronze Age, Russell e Perez riescono a non tradire le atmosfere iperboliche della storia di Kirby pur inserendole in un contesto maggiormente realistico. Il segno spesso, a volte grottesco, di Perez riesce coniugare questi due estremi della rappresentazione (realismo e caricatura) in una messa in scena che rende plausibile e coerente la riflessione di fondo di tutto il progetto Marvels: “come si vive in un mondo popolato da supereroi?”