Mitsuru Adachi Chronicle: Katsu!

Mentre rileggevamo la serie Katsu! del nostro amato Adachi, che parla di Boxe, è arrivata la notizia della scomparsa del grande Mahammad Ali, domostrandoci che il caso non esiste e che si può parlare della nobiltà di questo sport anche dentro una commedia scolastica, con ironia e attorcigliando il dramma ai fili di una trama piacevole e coinvolgente.

La Nobile arte, la Boxe, lo sport per cui due uomini si affrontano sopra un ring armati solo della propria forza e della propria determinazione, senza strumenti se non i pugni, mettendosi alla prova lealmente, non solo per dimostrare chi è migliore, ma per sentirsi migliori.

Copertina dell'edizione giapponese di Katsu!, identica a quella italiana
Copertina dell’edizione giapponese di Katsu!, identica a quella italiana

È di questo nobile sport che parla Katsu!, il manga di Mitsuru Adachi serializzato in Giappone dal 2001 e in Italia, per Flashbook edizioni, l’anno seguente, in sedici volumetti. Data la mia impreparazione sul tema, visto anche la recente scomparsa del grande Muhammad Ali, ho chiesto un’opinione al nostro esimio collaboratore, il Gentleman V. (che, come ogni nobile, pratica davvero questo sport) che così ha risposto:

È un viaggio senza aereo, ma coi treni nelle mani. Non sale nessun passeggero ma scendono tutti. Sul tappeto. Se va bene. Sennò è come la spiaggia. […]La pugilistica è l’unione di tutti gli sport e con loro ha in comune il nulla. Le bocce, per le sfere, come il basket per il cestino, il giavellotto per la punta, il sollevamento caci per la puzza, il bombardamento aereo per il feo fetore, ed è, come ogni reparto dell’esercito, superfluo perché tutti hanno votato Gandhi.

Ritengo che il nostro sia riuscito in qualche modo a rappresentare anche questo nella sua opera che resta, a grandi linee, una commedia scolastica, ma con tanto, tanto in più.

Protagonista ufficialmente riconosciuto della storia è Katsuki Satoyama, un quindicenne, che insieme al suo amico Kyota decide di iscriversi nella palestra di Boxe Mizutani perché innamorato della figlia del titolare, anche lei, Katsuki (stesso nome, scritti con caratteri diversi…)

Katsukichan

La ragazza, che chiameremo per chiarezza Katsuki-chan (chesignificacheèfemmina) è lei stessa una pugile, bravissima, fortissima, abilissima, che stende anche gli omaccioni grandi il triplo di lei, e ama davvero la Boxe. Invece  Katsuki-kun (chesignificacheèmaschio) tira il suo primo pugno per un motivo estremamente superficiale (appunto cercare di avvicinarsi a Katsuki-chan) ma da quel momento rimane conquistato da questo sport e in una girandola di colpi di scena scoprirà che il pugilato scorre nel suo sangue ed è di prima qualità, e si appassionerà così tanto da non tirarsi più indietro e arrivare a vincere affrontando avversari sempre più forti e agguerriti. Perché non basta l’amore per una ragazza a farti sputare sangue sul ring, devi amarlo quel quadrato, i guantoni che indossi, e devi crederci, come dimostra l’epico scontro nel numero finale, che deciderà anche il suo futuro.

Adachi ci propone di nuovo un racconto con personaggi ben definiti e amabili, che non si possono odiare per quanto la trama li metta di fronte all’eroe, che portano sulla scena i propri drammi e le proprie ragioni. Lo sfondo sportivo anche in questo caso è appassionante e cattura la fantasia alla lettura. Ma questo è anche uno dei titoli più drammatici della produzione del Nostro, non solo per i retroscena che mano a mano veniamo a scoprire, ma proprio per il personaggio, bellissimo, di Katsuki-chan.

Divertente esempio di autoironia adachiana: Katsuki-chan chiama Katsuki-kun con i nomi di altri protagonisti di altre sua opere...
Divertente esempio di autoironia adachiana: Katsuki-chan chiama Katsuki-kun con i nomi di altri protagonisti di altre opere dell’autore…

Nata da un padre pugile professionista, egoista e preso solo da se stesso, allenata fin da piccola a tirare pugni al sacco e ad affinare la tecnica, si ritrova ad essere un’adolescente dai genitori separati, costretta ad odiare ufficialmente la Boxe, ma interiormente profondamente innamorata della stessa. Si rende conto che nella sua condizione di donna, per quanto abile e veloce, non potrà mai opporsi alla forza di un uomo, e ripiega il suo sogno di diventare un campione su Katsuki-kun, di cui di innamora e affiancherà durante la sua ascesa. Nei primi quattro volumetti della storia la vera protagonista è lei, la sua ambizione, il suo fascino, (io trovo che sia anche esteticamente una delle creature più belle disegnate dal Nostro) ed anche se poi l’intreccio si concentra di più sulla parte maschile, rimane lei il perno della storia. Ne è la motivazione, lo stimolo, la ricompensa.

Si ha la sensazione che Adachi dopo averla creata ne sia rimasto rapito, tanto da renderla la vera protagonista, anche se nascosta. A dimostrazione, non tanto che l’amore, ma l’ardore interiore, la passione, la curiosità, sono le vere  motivazioni per cui si vive, si agisce, si lotta, si vince.

katsu

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