Ice Age Chronicle of the Earth – Alla scoperta del Taniguchi fantascientifico

Mentre La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera presentano in edicola le opere più famose di Jiro Taniguchi, Planet Manga presenta Ice Age Chronicle of the Earth, un lavoro fantascientifico del maestro di Tottori.

Un lavoro di circa trenta anni fa, pubblicato originariamente tra il 1987 e il 1991 su Comics Afternoon, poi edito in volume in Francia nel 2002.

Seguendo un po’ quello che, in parallelo, ha fatto anche Rizzoli Lizard, con il recente Enemigo.

Un altro lavoro in cui Taniguchi sta continuando a elaborare il suo personalissimo stile, a cavallo tra Giappone e Occidente. Sperimentandosi in tutti i generi, dall’azione al fantascientifico. Stile personalissimo, si diceva, ma non certo impermeabile ai maestri del passato e del presente di allora.

Nella storia si sente più di qualche eco di Miyazaki e della sua Nausicaä della Valle del Vento. Nel quadro generale e nei dettagli: i personaggi, la foresta che pare viva, l’antico gigante, la visione ambientalista, la realizzazione di una antica profezia.

E anche, forse più nella grafica, qualche visione di Katsuhiro Otomo, negli ambienti, nel mecha design, nell’atmosfera che vira dall’irridente al drammatico.

In alcuni passaggi la grafica ricorda anche Toriyama…

Ma mi è sembrato di cogliere anche contaminazioni provenienti dall’Europa. In particolare il Jean Giraud (o, se preferite Moebius) di Arzach. Anche nella descrizione del viaggio.

Accanto ad altre citazioni e riferimenti che certamente non ho colto. Vista anche la grande cultura fumettistica di Taniguchi, che più volte, tra l’altro, ha detto di apprezzare alcuni autori italiani.

E da questi ingredienti di provenienza invidiabile, un Taniguchi ancora non nel pieno della sua maturità prepara un piatto gradevole, non un capolavoro assoluto. Ma certamente una avventura fantascientifica, il prodotto di una lunga elaborazione. La «storia che avrebbe reso reali le fantasie coltivate per tanti anni», scrive lui stesso nella postfazione.

Un genere che non sarà certo il suo cavallo di battaglia, ma nel quale si cimenta, giustamente, cercando di arricchire il suo personale arsenale di storie e disegni.

Forse proprio perché mette insieme tantissimi elementi, mescolando le sue fantasie con tante contaminazioni e ispirazioni, la storia diventa un pot-pourri fantascientifico, con «numerosi misteri che non sono stati svelati» (scrive ancora Taniguchi). E che purtroppo non ha avuto occasione di svelare. Se è vero che «se mai ne avessi l’opportunità, mi piacerebbe mettermi alla prova con il seguito».

Infatti rimane la storia rimane un po’ sospesa, pur risultando la trama ben delineata.

Lo sfondo è un pianeta coperto dai ghiacci nel quale gli uomini hanno imparato a vivere sia in superficie che scavando lo spesso strato gelato alla ricerca di risorse. Takeru lavora nella base Tarpa, situata all’interno del Circolo Polare Artico, e utilizzata per l’estrazione di carbon fossile. È figlio del direttore del SIVRE, l’ente che si occupa dello sfruttamento delle risorse. Ma è anche molto di più.

Improvvisamente la Terra si scuote dal letargo: il suo asse modifica l’inclinazione e la temperatura dell’atmosfera si alza. Takeru, a seguito di una disgrazia legata a questi cambiamenti, viene nominato a sorpresa direttore della base. Questo lo fa crescere all’improvviso e affronterà il mondo esterno, uscendo dal guscio. Come spesso accade, parallelamente agli avvenimenti esterni, c’è la crescita personale dell’eroe che esce dal bozzolo e realizza la profezia. Perché viveva senza prendere coscienza dei suoi poteri, mentre i più illuminati che gli stanno intorno non possono non accorgersene.

E dopo un percorso di catarsi, realizzatosi con la lunga scalata del buco di ghiaccio dove è scavata Tarpa, nel quale prende coscienza delle sue forze e dei legami che lo circondano, prende in mano il suo destino.

Destino che scopriremo essere assai complesso e legato all’intero pianeta. Alla situazione fisica si sommano profezie e veggenze. Un mondo che sopravvive grazie alla tecnologia, ma magico e collegato in tutti i suoi elementi. Con la magia e la profezia che fanno da sfondo all’intervento tecnologico dell’uomo e al carattere fantascientifico delle macchine che prendono quasi vita. Sono forti qui gli echi di Miyazaki, anche in alcuni elementi specifici.

Taniguchi si cimenta nella creazione di un nuovo mondo, con specie animali e vegetali che, pur ispirandosi alla realtà, vengono reinventati. In nome di una natura rispetto alla quale l’uomo non ha intenzione di piegarsi.

C’è una forma di profezia anche in questo, non solo nell’immaginario della storia. Da una parte i cambiamenti, che sperimentiamo anche oggi, di cui non conosciamo ancora la “velocità”, la portata, né tantomeno i motivi. Dall’altra l’impreparazione dell’uomo, sia singolo che in gruppo, ma anche nella collettività delle istituzioni, in quanto continua a ritenersi superiore in tutto.

E non vede che deve confrontarsi con forze contro le quali in realtà può poco, se non recupera la sua giusta dimensione.

Copertine e illustrazioni a colori all’inizio e alla fine di entrambi i volumi sono di grande effetto. Ma fanno pensare ancora una volta allo studio di stile che Taniguchi ha svolto su quelli che riteneva i maestri dell’arte a cui si è dedicato.

I disegni della storia sono dettagliatissimi, sia nel mecha design, che nell’azione. Per i paesaggi, siamo già abituati alla sua grande attenzione ai particolari. Anche nelle splash page, sia singole che doppie, dove la dinamicità e i dettagli si fondono perfettamente.

Anche nelle tecniche si nota la continua necessità di sperimentare e di studiare soluzioni. Ad esempio nella grande variabilità della gabbia.

Insomma, un Taniguchi in evoluzione, che non è ancora l’autore dalla poetica lenta, ma che mostra più che in nuce le tecniche e le tematiche che lo renderanno il trait d’union tra manga e fumetto occidentale.

In un genere che consente una grande libertà di azione e nel quale ha saputo cimentarsi, anche se sporadicamente, portandoci la sensibilità che lo ha contraddistinto.

Anche a noi sarebbe piaciuto leggere il seguito di questa storia, per sapere come Takeru avrebbe contribuito a fare la storia del nuovo genere umano, il ruolo esatto del gigante, o come si sarebbe conclusa la lotta tra le forze della natura e quelle della tecnologia.

Non ci è dato saperlo, ma la speranza è che la profezia di una umanità che sappia sconfiggere gli Adolf privi di anima si avveri anche su questa Terra.


Jiro Taniguchi
Ice Age Chronichle of the Earth
(Chikyuu hyoukai goto osamu)
Planet Manga
2 volumi, 16.3×23.1 cm, 276 + 316 pagg., brossurato, con sovracopertina
€ 16,90 ciascuno

Andrea Cittadini Bellini

Scienziato mancato, appassionato divoratore di fumetti, collezionista di fatto, provo a capirci qualcosa di matematica, di scienza e della Nona Arte...

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