Il giovane Darwin: dell’origine della scienza moderna

Il giovane Darwin, realizzato da Fabien Grolleau Jérémie Rojer e portato in Italia da Tunué, racconta le origini di Charles Darwin, come recita peraltro il titolo originale in francese: HMS Beagle, aux origenes de Darwin.

Un titolo che ricorda da vicino On the Origin of the Species, la pietra miliare della letteratura scientifica che dal viaggio sul brigantino Beagle è scaturita.

Il riferimento al libro si perde nel titolo italiano Il giovane Darwin. Non che non sia corretto: nella maggior parte delle tavole, in effetti Charles Darwin è giovane, perché era giovane in quei cinque anni intorno al mondo che hanno cambiato la sua vita e quella di tanti studiosi. Cinque anni a bordo della His Majesty Ship Beagle comandata dal Capitano Fitzroy.

Anzi, quattro e mezzo, perché la cronaca del viaggio si interrompe con la visita a John Herschel, nel maggio del 1836, in Sudafrica. Quando ormai Darwin, anche se giovane, era diventato famosissimo nel mondo accademico e poteva trattare da pari un grandissimo dell’astronomia.

Per quanto, per stessa ammissione dello sceneggiatore Fabien Grolleau, il volume sia una rivisitazione piuttosto personale e «non voglia riassumere quei cinque anni […] esistono per questo gli storici», c’è tuttavia una certa attenzione alla realtà storica, anche se alcuni dettagli sono inventati. Certamente c’è stata una scelta di episodi e personaggi, e ovviamente un adattamento per dare all’intera opera un carattere di continuità e omogeneità.

Una biografia e un romanzo di formazione. Una storia quasi leggendaria, anche se i luoghi sono reali, raccontata attraverso fonti estremamente riscontrabili, a partire dai diari di viaggio dei protagonisti.

Attraverso scorciatoie e idee personali, si traccia comunque un ritratto di Charles Darwin e si costruisce una storia plausibile, concreta. Per quanto alcuni episodi siano stati quasi sorvolati, alla fine le scelte fatte dagli autori comunque pagano.

Il giovane Darwin non è la prima biografia a fumetti del grande e fortunato scienziato britannico, e neanche la prima di cui abbiamo parlato, ma la prima che si concentra solo sul suo viaggio in nave, relegando quasi a un breve epilogo il lavoro di sistemazione dell’enorme quantità di dati raccolti e la faticosa stesura dell’opera, centrale poi nella storia della scienza. Anche se l’epilogo (e il prologo) collegano il viaggio alla lettera di Alfred Russell Wallace, che convinse Darwin a dare alle stampe il libro.

Il fumetto scorre benissimo. Si colloca all’interno del filone delle biografie di scienziati che però poco toccano dei contenuti, e molto parlano dell’umanità degli studiosi. A questo, per Darwin, si aggiunge l’avventura di un viaggio intorno al mondo, con tutte le implicazioni anche sociali che questo comporta.

Vengono sottolineati tanti aspetti, da quelli più ilari e gustosi come il mal di mare a quelli di valore storico come l’avversione per lo schiavismo. Anche il legame con la Bibbia, visto che il padre voleva farne un religioso e fu un chierico a spingerlo alla scienza e a bordo del Beagle. E nel punto più remoto della terra, nella terra del Fuoco, si confronta con le missioni.

Ovviamente l’aspetto più presente e potente è quello delle assolute novità scientifiche, ma non solo per quanto riguarda la biologia.

Geologia, paleontologia, botanica, antropologia, storia, astronomia, geografia, cartografia, fino all’ormai famosissimo incontro con le Galapagos e il becco dei fringuelli, da cui nacque l’idea centrale della teoria scientifica dell’evoluzione della specie. Si mostra qui la duttilità di Darwin, spesso richiesta, ai suoi tempi, a tutti gli uomini di scienza.

Un Charles Darwin giovane, ma di carattere, che non esita a mettersi contro il capitano della nave in cui viaggia. Grolleau è abile a tratteggiare i personaggi con pochi momenti significativi, e lo fa non solo per Darwin, ma altrettanto efficacemente per gli altri comprimari, compresi gli indigeni della Terra del Fuoco. È anche abile a rendere l’avventura del viaggio, dato che i cinque anni non saranno stati tutti eccitanti e avventurosi come narrati nel volume. Anche la parte con i lunghi periodi trascorsi a terra, in percorsi di raccolta e catalogazione dei dati, viene efficacemente sintetizzata, magari in poche tavole.

Efficace è anche la scansione dei capitoli, con la “copertina” di ciascuna tappa, comprensiva di itinerario e natura significativa.

Nelle tavole, disegnate e colorate da Jérémy Royer, mancano gli ultimi quattro mesi di viaggio, quelli dal Capo di Buona Speranza fino all’Inghilterra, attraverso l’Oceano Atlantico. Ma non servono, ormai di Charles Darwin sappiamo tutto: non solo la storia, per certi versi molto fortunata, ma anche l’intraprendenza, i pensieri, i legami umani.

Il tratto pulito di Royer ben si adatta ai passaggi più didascalici, con pagine che raccontano di grandi paesaggi incontaminati, oppure di tempeste oceaniche, o ancora di passeggiate tra immaginifici animali estinti.

Ma anche agli schemi geologici, per quanto un po’ in anticipo sui tempi, o ai dettagli entomologici o malacologici delle raccolte che Charles Darwin spedirà verso Londra nei cinque anni di viaggio.

Il giovane Darwin è anche molto efficace nel rendere i personaggi con semplicità e insieme con buon dettaglio.

Il continuo alternarsi di gabbie e strutture racconta il ritmo variegato del viaggio, con le passeggiate via terra e le tempeste sugli oceani, e consente al disegnatore di alternare i dettagli a viste ampie e panoramiche.

Più volte vengono usate tecniche diverse, dalle splash page che mescolano elementi diversi ai piani sequenza un po’ alla De Luca, con i personaggi (o più spesso il solo Darwin) che compaiono più volte, dinamicamente, nella stessa vignetta. Oppure pagine che contengono in realtà un unico soggetto diviso tra diverse vignette, utilizzate vicino a pagine graficamente simili, ma con diverso andamento temporale, per alternare in modo molto efficace ritmi di lettura e narrazione diversi.

Complessivamente Il giovane Darwin mi è piaciuto molto. Si legge velocemente, ma ha molti livelli di lettura, dalla storia di un viaggio al romanzo di formazione, alla ricerca dei contenuti scientifici sempre molto interessanti.

E la storia delle persone e delle idee è affascinante. La “vittorianietà” di personaggi e situazioni traspira, anche se gli autori sono francesi. Si sente dalle pagine un senso di avventura, vissuta con eleganza.

Ancora una volta il fumetto fa un buon servizio alla scienza, tracciando una bella rotta, che si apre e si chiude in quel 18 giugno 1858 che tanto è stato importante per far cambiare all’umanità la sua prospettiva sul mondo.


Fabien Grolleau, Jérémie Rojer
Il giovane Darwin
Tunué , Collana Tipitondi, 2020
176 pagg., brossurato, colore, 17×24,8 cm, €16.90

Andrea Cittadini Bellini

Scienziato mancato, appassionato divoratore di fumetti, collezionista di fatto, provo a capirci qualcosa di matematica, di scienza e della Nona Arte...

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