Demon Slayer: la storia milionaria di Tanjiro Kamado

Si può avere compassione per un carnefice assetato di sangue? La nobiltà di Tanjiro Kamado è talmente elevata che gli consente di provare empatia per i suoi avversari nonostante lui sia uno dei migliori Demon Slayer.

Si può avere compassione per un carnefice assetato di sangue? La nobiltà di Tanjiro Kamado è talmente elevata che gli consente di provare empatia per i suoi avversari dei quali percepisce la ben celata sofferenza interiore, nonostante lui sia uno dei migliori Demon Slayer.

 

Il fenomeno

Pubblicato per la prima volta nel febbraio del 2016 sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha, Demon Slayer – Kimetsu no yaiba (letteralmente “La lama dell’ammazzademoni”) è un manga del fumettista Koyoharu Gotouge che ha raggiunto il successo in modo rapido e fulmineo permettendogli di rivaleggiare con pietre miliari quali Dragon Ball e One Piece. Nonostante la sua serializzazione si sia conclusa nel maggio del 2020, il suo successo non accenna a diminuire, tanto che è in produzione la seconda stagione della serie animata e il film Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba – Il film: Saga del treno dell’infinito è al primo posto assoluto in Giappone superando persino gli inarrivabili incassi de La città incantata di Hayao Miyazaki.

 

La storia

La famiglia Kamado, modesti produttori di carbone, viene sterminata da un demone; unica superstite la sorella maggiore Nezuko, sopravvissuta ma tramutata essa stessa in una creatura demoniaca dal suo aguzzino. La ragazza demone ha mantenuto però la sua umanità, e questo darà una forte speranza al tenace Tanjiro che deciderà di trovare a tutti i costi una cura per riportarla umana divenendo uno dei più esperti ammazzademoni. Nel corso della storia il cast si arricchirà di numerosi personaggi: Zenitsu Agatsuma e Inosuke Hashibira saranno i suoi principali compagni di viaggio che lo spalleggeranno nella riuscita del suo compito.

 

Il manga

Composta da 23 volumi, la serie è pubblicata in Italia delle Edizioni Star Comics.

Caratterizzata nei primi numeri da un tratto grezzo e palesemente ispirato alle opere più classiche, nel corso della pubblicazione il disegno dell’autore subisce un forte miglioramento raggiungendo risultati molto buoni che purtroppo si alternano a vignette stilisticamente meno riuscite.

La storia ha canoni tipici del filone shonen: l’evoluzione del personaggio, gli scontri con personaggi sempre più forti e gerarchicamente dichiarati, colpi di scena e gag. Nulla di nuovo dunque se non il modo con cui il tema dei demoni, esseri tipici del folklore nipponico, viene approcciato. Gli esseri maligni non sono visti solo come entità crudeli e sanguinarie, ma al contrario vengono caratterizzati talmente bene e il loro trascorso, spesso approfondito, portano il protagonista e il lettore stesso a simpatizzare con essi.

 

L’anime

Complice nel consacrare Demon Slayer nell’Olimpo delle maggiore opere nipponiche è la serie animata a opera dello studio Ufotable. Composta al momento di 26 episodi, vede alla regia Haruo Sotozaki, alle musiche Yuki Kajiura e Gō Shiina, e Akira Matsushima al character design.

Disponibile in italia su VVVVID, Amazon Prime Video e Netflix, è curata nell’adattamento dalla Dynit.

Qualitativamente di buon livello, la serie copre la trama dei primi sei volumetti del manga e la storia viene proseguita nel film cinematografica che si colloca perfettamente in continuità con essa.

In Italia al momento il lungometraggio è stato solo annunciato, ma non ha ancora una data di pubblicazione, mentre la seconda stagione dell’anime è prevista per questo 2021 in Giappone.

 

Il successo

Il fenomeno Demon Slayer ha raggiunto un giro d’affari talmente ampio che è stata coniata appositamente la parola “kimetsunomics” (Kimetsu no Yaiba – ed “economics”). Secondo Toshihiro Nagahama, economista dell’Istituto di ricerca giapponese Dai-Ichi Life, attorno alla serie si è creato un mercato che ha fatto incassare 270 miliardi di yen, cioè più di 2 miliardi di euro. La motivazione che ha fatto scaturire tale fenomeno è da ricercarsi nel semplice passaparola. Additata come serie poco adatta al pubblico giovane, ne è stato in seguito rivalutato il valore grazie alla nobiltà d’animo dei personaggi principali, capaci di mettere a rischio la loro vita per salvare i più deboli, tipicità riconosciuta ai samurai e ormai persa nella cultura nipponica moderna: proprio per questo la riscoperta di tali valori sono stati in grado di suscitare riflessioni molto profonde.

 

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