Veil e l’arte nel fumetto
Un pentacolo, topi, una pistola, un binario della metropolitana, candele, topi, denaro… E una ragazza si sveglia nuda e confusa in un tunnel desolato. È circondata da ratti, prova dolore, o forse non sa neanche cos’è, si stupisce del suono di alcune parole, forse ha subito una violenza… Esce per le strade metropolitane, completamente nuda e indifesa, e qui sì che rischia davvero grosso, perché chiunque la veda sente il bisogno di possederla…
Questo è l’inizio di Veil, edito da Star Comics nella collana Star Comics Presenta, «che raccoglie fumetti di produzione straniera […] senza limitazioni di genere, ambientazioni o personaggi ma accomunati dalla qualità» (dalla terza di copertina), con i testi di Greg Rucka e i disegni di Toni Fejzula, uscito a febbraio. E la qualità in questo caso è davvero alta.
Veil è il nome della protagonista di questa storia, che parte con un’ambientazione vicina al soprannaturale e si ammanta di sfumature horror nel finale: Veil è bella, spaurita, eppure fortissima; attrae irresistibilmente gli uomini a sé, ma nessuno di loro ha buone intenzioni, tranne Dante, il ragazzo di colore che la copre con la sua giacca e le offre protezione senza sapere nulla di lei. E continuerà a volerla aiutare, anche quando saranno costretti a separarsi e dopo che lei avrà scoperto la sua vera natura.
Il californiano Rucka, già scrittore per la DC, la Marvel e la Image Comics, vincitore del premio Eisner, fa svolgere la storia con estrema naturalezza, lasciando il lettore a domandarsi dove questa arriverà e quali misteri dovranno ancora svelarsi, così da creare un laccio avvincente che ha il suo fulcro nella personalità della protagonista.
La storia di Veil è dominata dai ratti, questi messaggeri infernali che la accompagnano, in bene e in male, nel suo viaggio da Divina Commedia al contrario: non a caso il suo aiutante si chiama Dante, ma la sua avventura, invece di portarla nei gironi dei dannati, si rivela più terrorizzante, perché più realistica, e la conduce nelle strade popolate dalla cattiveria e dalla sporcizia, dall’avidità e dalla violenza, che sono il panorama quotidiano di tante nostre città.
I disegni di Fejzula (ai colori insieme a Aljoša Tomić) vanno assolutamente segnalati per la loro straordinaria efficacia: con linee realistiche ed estremamente gradevoli, ma con uso di colori e ombre assolutamente espressionistici, riesce a costruire un mondo allucinato e inquietante; Veil ha occhi magnetici e spaventosi, sembra non battere mai le palpebre, e riuscire a tanto in immagini statiche e bidimensionali non è per nulla scontato. I colori sono al servizio della storia e dell’espressione dei sentimenti, con incredibile rispondenza emotiva: da vignetta a vignetta possono cambiare e accompagnare la variazione dell’atmosfera, e la stessa cosa fa il disegno che passa dalla forza incisiva del Die Brücke alla nitidezza decorativistica dello Stile floreale.
Tutti questi elementi concorrono a portare il lettore verso l’esplosione emotiva nella risoluzione narrativa della storia che, per quanto autoconclusiva, ha un finale alquanto aperto e lascia sperare in un seguito, magari dello stesso livello qualitativo.