Murder Falcon – Guarire dal vuoto con l’heavy metal
Daniel Warren Johnson torna a stupire i lettori con un’opera graffiante, struggente e ricca di amore verso la musica heavy metal!
Per presentarsi al meglio al lettore, un fumetto ha bisogno di una introduzione in grado di catturare immediatamente l’attenzione: Murder Falcon di Daniel Warren Johnson non perde tempo. La devastazione di un kaiju a piede libero per la metropoli, un furgoncino blu elettrico sfrecciante sulle strade distrutte. L’arrivo trionfale ed epico di Jake, un ragazzo non troppo in forma dalla folta chioma; un riff di chitarra stridente, l’ingresso in scena del possente Murder Falcon che dà il titolo all’opera. “Il metal distruggerà il male!” è tutto ciò che serve all’autore per introdurre la sua opera: Murder Falcon è uno splendido titolo, ricco di azione, mostri giganti, tributi alle gloriose, melodiche e violente sonorità, alla provocazione dell’heavy metal, ma guai, guai a sottovalutare la cruda emotività di Daniel Warren Johnson… perchè altrimenti Murder Falcon vi spezzerà il cuore.
Pubblicato da Image Comics sotto l’etichetta Skybound nel 2018 e in Italia grazie a saldaPress, che lo propone in una splendida edizione cartonata, Murder Falcon è la lettera d’amore di Johnson all’heavy metal, allo stile di vita in your face, romanticizzato e tanto desiderato: tutti nella vita hanno sognato di essere una rock star, ma essere un metalhead vuol dire far parte di una cultura radicalmente diversa. Autore anche dello splendido Extremity, Johnson torna a sviscerare il tema dell’arte e del suo ruolo nella vita dei protagonisti che racconta sebbene, in questa occasione, lo faccia in maniera completamente diversa. In Murder Falcon l’arte e la musica si fanno persona, si trasformano in mostri e creature che combattono fianco a fianco dei protagonisti per tirarli fuori dalle difficoltà, dai momenti più brutti.
L’heavy metal dà forza, invigorisce Murder Falcon, gli permette di combattere i suoi nemici; una metafora per nulla sottile, ma efficace e splendidamente funzionale. Perchè il tema musicale non è un semplice abbellimento o una simpatica trovata scelta per staccare l’opera dal resto delle produzioni a fumetti: l‘heavy metal è il cuore di Murder Falcon – letteralmente.
Jake è un metalhead che ha affrontato il peggio nella vita: una drammatica separazione dalla moglie, l’allontanamento dai propri amici, lo scioglimento della propria band, i Brooticus, proprio quando tutto sembrava andare per il verso giusto e il contratto discografico e una vita felice, ricca d’amore parevano essere dietro l’angolo. Nel momento della svolta, Jake ha affrontato il suo momento più nero, annichilito, ridotto a un guscio d’uomo, solo, afflitto dalla depressione (e altro, di ancora più tremendo, come scoprirà in seguito il lettore). Dietro le poche interazioni sociali che porta avanti, Jake nasconde un vuoto che appare incolmabile e inguaribile.
Nell’introduzione a Murder Falcon, Johnson ammette al lettore di aver affrontato momenti simili – “di tempesta”, dove il peso delle giornate, dei pensieri si fa insopportabile e in cui solo la musica, l’heavy metal e la chitarra elettrica sembravano poter alleggerire questo peso.
La chitarra spezzata nell’angolo dello squallido monolocale di Jake è un simbolo, un grido disperato – forte e tonante quanto l’ingresso in scena di Murder Falcon, il gigantesco uccello antropomorfo dal braccio meccanico e bandana pronto ad annichilire i mostri che hanno invaso la Terra, traendo forza dall’energia del metal e dai riff, dallo shredding dell’ascia di Jake, magicamente restaurata dalle emanazioni mistiche del pennuto.
Colto alla sprovvista come il protagonista, il lettore si trova coinvolto in una guerra dimensionale tra le forza del bene, dell’immaginazione e l’ispirazione metallara dell’Heavy, una dimensione ultraterrena dove le forze della musica prendono vita, contro il terrificante Magnum Khaos, un ammasso di carne informe e crudele che fa preda dell’odio, delle insicurezze e delle incertezze dell’essere umano. Un eletto, insieme a Murder Falcon Jake dovrà rimettere insieme i pezzi della sua vita, riunire la band e dimostrare di poter essere ancora la promessa del metal che il mondo aspettava.
Tra gli amici persi lungo la strada, l’amore della vita accantonato dolorosamente e le insicurezze fomentate dai piani di Magnum Khaos, la trama di Murder Falcon raggiungerà angoli remoti del globo. Dall’America alla Svezia, fino al Giappone, il reunion tour dei Brooticus si rivelerà l’unica speranza di sopravvivenza contro un futuro buio, illuminato dalla potenza di chitarre, rullo di tamburi e roboanti giri di basso. Sotto questo aspetto, Murder Falcon può risultare una storia strutturalmente più semplice: la trama di Daniel Warren Johnson scorre agilmente attraverso vari punti necessari della trama e il percorso risulta lineare e chiaro, forse fin troppo semplice – ma sono la carica emotiva associata e la straordinaria prestazione artistica di Johnson a rendere Murder Falcon una chicca imperdibile.
Come Jake ed Elwood Blues in The Blues Brothers, Jake e Murder Falcon sono “in missione per conto dell’Heavy” e quella che attende il lettore sarà una missione truculenta, brutale e meravigliosa: Murder Falcon è il trionfo dell’estro artistico di Daniel Warren Johnson.
Senza entrare troppo nel merito del ritmo incalzante della storia che, senza spoilerare, Johnson gestisce meravigliosamente, donando a ogni elemento il giusto tempo di metabolizzazione e l’impatto sufficiente per distruggere o esaltare lo spirito del lettore, l’autore esalta il proprio tratto nevrotico e iper-cinetico, trasmettendo una potenza impressionante ed una padronanza della tavola invidiabile.
Mike Spicer, il colorista, riesce a seguire l’autore nel suo delirio: ogni personaggio salta fuori dalla pagina con brillantezza invidiabile. Spicer utilizza l’intera tavolozza di colori, preferendo piuttosto giocare con l’intensità dei gradienti per trasformare l’atmosfera – con tonalità sommesse e quasi pastellate che si alternano a bombe di colori accesi, dal viola propriamente alieno al verde fluorescente, il rosso del fuoco e il blu elettrico che sfrigola, avvolge le chitarra ed esplode in deflagrazioni bianche e accecanti.
Da sottolineare anche l’eccellente lavoro di Rus Wooton, letterer che inchioda su tavola la musica presente nel fumetto: i testi si ingrandiscono e decorano la tavola, seguono perfettamente l’azione e il rumore di ogni colpo. I giganteschi mostri di Magnum Khaos esplodono, si torcono e vengono sottomessi dal pugno devastante di Murder Falcon, guerriero invincibile attorniato da tuoni, elettricità pura scatenata dalle stridenti note della chitarra di Jake. Mammut, draghi di mare, robot samurai e armature scintillanti fanno capolino tra le pagine dense di elementi e dettagli, particolari che sfumano dietro il trascinante impeto che Johnson dona a Murder Falcon.
Qualsiasi cosa si potrà scrivere non renderebbe giustizia all’impatto visivo, alle stravaganze action e all’emotività, il cuore di Daniel Warren Johnson che urla attraverso lo sguardo chino, il dolore nascosto di Jake, il limbo che intrappola i suoi amici, sua moglie. Sotto quest’ottica, l’autore non nasconde in alcun modo la sua didascalicità. Johnson approfondisce ancora il tema “creatività contro distruttività”, tuttavia questo assume natura completamente diversa dall’opera precedente, Extremity. Affrontata la trama principale, la facciata che suona potenti riff e si consuma le dita sulle corde della chitarra, Murder Falcon lascia spazio all’autore di esplorare gli angoli più bui dei propri protagonisti.
La guerra, l’eredità, “il destino” in Extremity si trasformano: spazio alla paranoia, alle insicurezze, al soffocante senso di protezione che finisce per ferire le persone care. Il sacrificio dell’arte è causato dalla malattia, l’impotenza e i momenti più neri che ognuno affronta nel corso della vita colpiscono duro, più forte di Murder Falcon. Johnson dona quindi un significato salvifico alla musica, alle sonorità forti e pesanti, ma anche melodiche e malinconiche dell’heavy metal.
L’autore approfitta del tema principale e associa alla sua opera una playlist sulla piattaforma Spotify – che il lettore può tenere in sottofondo durante la lettura. Racer X, Power Trip, Helloween, Metallica e Paul Gilbert, Amon Amarth, Visigoth e Steve Vai, solo per citarne alcuni, fungono da perfetta colonna sonora, cucita addosso all’epopea di Jake e Murder Falcon, che alterna con maestria fasi più rocambolesche e violente a soffocanti, a volte deprimenti dosi di realtà. L’unica soluzione per andare avanti è scuotere la testa, avanti e indietro, a ritmo delle chitarre, dei bassi, delle batterie, delle note di una canzone. Farsi trascinare dal momento, agitando le “corna” in aria, dando forza a Murder Falcon, l’unico in grado di rispedire Magnum Khaos e la sua orda indietro da dove sono venuti.
Johnson, ancora una volta autore completo, si conferma come indiscutibile superstar del fumetto statunitense. Murder Falcon è sguaiato e potente come il metal, triste, malinconico, ma comunque capace di ridare vita allo spirito umano, coccolato dalle note, cullato, portato a riflettere. La musica di Murder Falcon salva e permette al mondo di combattere contro i momenti peggiori – come scrive l’autore nell’introduzione, la musica porta fuori dalla tempesta. Una delle grandi letture del 2019 e l’ennesima dimostrazione del fiuto di Robert Kirkman, Skybound e Image Comics, che hanno donato una piattaforma eccezionale e immenso supporto all’incredibile talento di Daniel Warren Johnson.
Daniel Warren Johnson
Murder Falcon
saldaPress, collana Skybound
cartonato, pagg. 256, colore, cm 18×27.6, € 24,90
ISBN 9788869195884