Mausart – Gradimir Smudija dalla pittura alla musica di Mozart
Dopo la pittura di Van Gogh, Smudja trae ispirazione dalla musica di Mozart per un fumetto che ancora una volta mette insieme gli animali e l’arte in splendida armonia narrativa e grafica.
Da Mozart a Mausart il passo è breve. E Gradimir Smudja non poteva non approfittare di questa sceneggiatura di Thierry Joor, direttore editoriale di Delcourt, che si è cimentato, dopo tanti libri editi e prodotti, anche nella soggetto e poi nella scrittura.
Anche se, come ammette lo stesso Joor:
L’idea principale, quella di chiamare Mozart “Mausart” e farne un topo, è di Gradimir Smudja. È geniale, tanto semplice quanto potente. E sono anche in soggezione davanti al talento del disegnatore, Gradimir “Smaudsart”, così come Salieri al cospetto del re.
Proprio Delcourt ha pubblicato in Francia nel 2018-19 i due albi che Kleiner Flug raccoglie in questo volume intitolato appunto Mausart, dimostrando ancora una volta grande attenzione alle proposte significative che vengono d’oltralpe, come è accaduto già con altre opere di Smudja. E l’opera dimostra come nei fumetti si possa parlare di tutto, in questo caso di arte, trascendendola e rendendo intriganti le sue storie (anche se, diciamocelo, con Mozart non serve troppo romanzare, visto anche come ce lo ha presentato Miloš Forman nel film del 1984).
Dopo il gatto pittore, il topo musicista. Gli animali antropomorfi stavolta prendono il posto di tutti i personaggi, anche quelli storicamente reali, e non è più un solo animale che è protagonista dell’arte in un mondo di umani. Rispetto al lavoro su Van Gogh, infatti, qua gli umani non compaiono mai, o meglio compaiono solo sotto forma animali di varie razze, ma senza una precisa connotazione, come nel famosissimo Maus di Art Spiegelman. Qui, oltre a esserci un tema meno drammatico, si accostano animali di varie specie, si rispettano le proporzioni e un po’ si collegano i personaggi ai tipi morali degli animali.
Così Antonio Salieri, storico rivale (?) di Mozart e maestro di cappella alla corte degli Asburgo, è un lupo e il suo maggiordomo Ligo un gatto. Le dimensioni dei topi li rendono ovviamente una preda appetibile e le vittime ideali per le prepotenze degli animali più grandi. Fa pensare un po’ la famiglia imperiale rappresentata dalle oche…
Ma la musica è l’arma dei piccoli topi e la coprotagonista del fumetto. Prima nella capacità di Wolfgang nel comporre, e della musica di esaltare chi ascolta le sue opere. Poi nella magia che evoca: il flauto a sei fori (che a me ricorda anche quello a sei puffi) rende reali sentimenti e sensazioni di chi suona.
Una storia che fluisce in maniera divertente e leggera, senza “appesantirsi” raccontando l’arte o il percorso artistico del personaggio principale, come aveva fatto col Van Gogh felino: questo Mausart non è infatti un viaggio nella musica mozartiana (o mausartiana?), ma il racconto di come Wolfgang conquista la corte dell’imperatore.
La trama del primo episodio è tutto sommato semplice: il talento sconosciuto del topo compositore emerge improvvisamente e Salieri, compositore di corte, vuole in qualche modo impadronirsene perché è messo in mezzo direttamente da una richiesta dall’Imperatore. Così si trova costretto a catturare e a costringere il topo che vive in casa sua, anzi, nel suo pianoforte (un po’ come Jerry nella casa di Tom) a suonare al suo posto. Lo fa nel modo più classico: minacciando la sua famiglia e facendolo circuire forzatamente da una avvenente topolina, dopo averci provato con le trappole più classiche.
Smudja ha ancora l’usuale capacità di avere uno sguardo divertito sulla storia e sui personaggi. Il tratto pittorico e dettagliato non limita comunque di dinamicità, anche grazie all’espediente dei righi musicali che compaiono quando qualcuno suona e rendono il suono un vero personaggio fisico della storia (memorabili sono le splash page piene di personaggi, con un dettaglio davvero impressionante).
L’autore mette sulle tavole una sceneggiatura ricca di verve, che prende gli elementi reali della vita di Mozart e li ripercorre in modo ovviamente non didascalico, ma stimolante nell’accendere la curiosità. Per me, ad esempio, che ho conoscenze mozartiane molto limitate, legate solo al quanto studiato a scuola ormai troppi anni fa e al film di Forman, circa coevo con i miei studi, è stato interessante scoprire la figura di Salieri e andare a cercare quali altre figure presenti nel fumetto siano state in realtà presenti nella vita del compositore. Come pure l’ambiente fantastico in cui è ambientata la storia, gli permette di giocare anche con elementi delle opere mozartiane che si fanno realtà: sarà il flauto magico (cit.?) a salvarlo, ma anche a dargli la prima soddisfazione a corte.
Nel secondo episodio, anch’esso di 36 pagine, Mausart visita Venezia durante il carnevale: anche qui ci sarà Ligo a fare da “cattivo” della situazione, vuole vendicarsi del topo facendogli tenere un ultimo concerto in una casa di gatti. Ma la magica città lagunare e l’atmosfera carnevalesca daranno modo a Wolfgang di conoscere Stradivari in un momento in cui la magia della musica (e del fumetto) vanno oltre la realtà storica. Mozart e Stradivari non avrebbero potuto incontrarsi, anche solo per la mancata sovrapposizione degli anni in cui erano vivi entrambi. Ma ugualmente entrambi si riconoscono come geni nel reciproco campo artistico. E l’incontro avviene grazie a una giovane e bella topolina gitana, probabile protagonista della magia che li fa incontrare.
Graficamente è sempre Smudja. Colori pastello, ma vividi, pagine piene di personaggi, ognuno con una sua personalità. E Venezia durante il carnevale è ancora più frequentata della corte asburgica. E infatti oltre alle scene di massa, vediamo anche degli scorci fantastici, in cui la città è protagonista. Oppure tavole maestose come quella in cui Stradivari capisce da quale albero deve trarre il legno per i suoi violini.
L’opera è ancora una volta magnifica. Smudja interpreta con leggerezza e ironia, aiutato da Joor, due momenti della vita di Mozart in modo molto particolare. La musica resta di sottofondo e ogni tanto riemerge, in modo letterale, perché Venezia ha anche una orchestra subacquea, che è la vera colonna sonora della storia. Anche in questa seconda storia, il racconto è godibile e divertente; ci sono dei momenti di tensione, ma è un po’ come nei vecchi cartoni animati quando l’antagonista mette l’eroe in difficoltà: sappiamo che in qualche modo ne uscirà, anzi, è divertente scoprire come, anche se il pericolo è reale e i cattivi sembrano prevalere.
Alla fine della storia sono raccolte ben 18 pagine di tavole di prove, schizzi, studi dei personaggi e degli ambienti, per chiudere con due tavole in viraggio marrone, che danno ancora una volta la misura della grande arte di Smudja.
Thierry Joor, Gradimir Smudja
Mausart
Kleiner Flug, 2023
94 pagg. colore, brossurato, €20.00
ISBN: 978-88-966485-6