Recensione: Birthright
Tornano i gentlemen, che tra uno squisito bicchiere e del tabacco di qualità condividono le loro impressioni sul nuovo titolo fantasy della Saldapress, e no, non è Star Wars.
Da “Saldapress”, un fumetto di: Joshua Williamson, Andrei Bressan e Adriano Lucas
Un ragazzino scompare nel parco mentre gioca a baseball col padre; dopo un anno di infruttuose ricerche, le autorità informano la sua famiglia, ormai al bordo dello sfascio, che un losco figuro, possente e formato guerriero come da più classico dei libri fantasy, si spaccia per lui.
Non ci sono dubbi! Si tratta proprio del desaparecido che, finito in un mondo parallelo e inverosimile, completamente fantastico e popolato di assolutamente tutto ciò che la nostra fantasia ha partorito sul tema, ha vissuto in uno spaziotempo più veloce ed è invecchiato prima.
Ora si spaccia per grande eroe e salvatore del regno fantastico dove ha vissuto, e ha da portare a termine la più scontata delle missioni: salvare anche questo, di mondo.
Assieme al fratello maggiore (ma ora divenuto “minore”) si mette all’opera, ma non tutto è così lineare come lui lo racconta, infatti non pare affatto che sia riuscito a sconfiggere il Dio che tiranneggiava le lande da cui è tornato.
- V. Hai ragione, ma alla fine Star Wars è diventato la storia solo di Darth Vader… è una vicenda rabberciatissima, dai!
- R. Tipico di quando un’opera sfugge alle mani del proprio autore e il cattivo ha più fascino dell’eroe biondino e un po’ tonto no?
- V. Oggi però dovremmo parlare di Birthright, ricordi? Lo hai finito?
- R. Divorato!
- V. Idem!
- R. Allora, giudizio in una parola: piaciuto o no?
- V. Piaciuto!
- R. Ehm, fino a poco fa ti avrei detto che non lo avevo ancora capito, ma mi ascrivo al giudizio positivo.
- V. La storia non è ancora conclusa, ma è avvincente, ci ho passato la notte di Halloween e non ho smesso sino all’ultima pagina.
- R. Sì, ma nonostante non sia giunta a conclusione, con gli ultimi numeri è molto più chiara la parabola dell’antieroe, che poi ne è il cardine. E non ho neppure notato lo iato di due anni tra la prima e la seconda parte, di cui parlano gli autori, tutto ha una maturità piena, sia nel disegno che nella narrazione.
- V. Toglimi la curiosità: perché non eri del tutto convinto?
- R. Si segue bene, si va avanti di gusto… ed ecco… forse anche troppo! È scritto in modo avvincente, ma molto paraculo. Comunque va riconosciuto che gli autori sono riusciti a delineare un mondo in pochissime pagine.
- V. Sì, lo scritto è serrato e asciutto, ma per una volta devo dire che una delle cose che più mi ha colpito sono i disegni e i colori, specie quelle tavole con celesti luminosi… son ingenuo? Certo va detto che nulla del soggetto è del tutto “nuovo”… e se uno volesse fare critica facile potrebbe dire che c’è “un’accozzaglia” di creature e situazioni che attingono da tutto l’attingibile… e anche la narrazione su più piani e coi flashback è classicissima.
- R. …Ecco, per tornare al motivo della mia indecisione, non capivo se lasciarmi stregare dalle doti di narrazione o se essere più severo, visto il soggetto. I colori, come dici, vengono usati a pieno per distinguere ciò che viene dal mondo magico e fantastico, da quello che è del nostro. Il tutto è realizzato in maniera magistrale, va detto, da gente che, si vede, ha il pieno possesso del mezzo, un’ottima erudizione fantasy, tanto mestiere, sicurezza, padronanza. Non è da tutti!
- V. Senza dubbio! Alla fine, ti dico, ho scelto di abbandonarmi; mi sono lasciato piacevolmente trasportare, e specie grazie alla presenza di un soggetto con cui mi sono potuto identificare bene; non ovviamente il guerriero e neanche il padre un po’ “vinto”, ma il fratello maggiore divenuto minore… Alla fine chi di noi non ha sognato un’avventura in cui si piomba all’improvviso, mostri spade… anche se non si saprebbe come adoperarle e ci si sentirebbe inetti.
- R. Essendo un po’ meno naif, forse quello che mi ha convinto meno è la reazione delle autorità, un po’ troppo cialtronesche nella rappresentazione, la storia lì fa un po’ acqua, come pure molte altre del genere su questo aspetto, è difficile integrare il genere alla nostra realtà, con poliziotti, federali, elicotteri…
- V. Terminator compreso…
- R. Protocollare, ma necessaria e sufficientemente irritante, è anche la figura della madre scassa balle; sembra messa lì a posta a dire: “ecco le femmine ci impediscono sempre di andare all’avventura”…
- V. Sì, sì come deve essere!
- R. E
come è! Conservatorismo biologico…
- V. Sì, compagno sir! Non ne parliamo, sapete che sono un misogino! Dell’eroe invece?
- R. La storia dell’eroe corrotto è proprio tipica del fantasy, ma più raramente è stata usata nel fumetto se non ricordo male…
- V. Allora abbiamo detto tutto, non ci rimane che concludere…
- R. …Con la nostra “tradizionale” rubrica della “Tavola Rimasta”…
- V. Tradizionale da ora…
- R. Tradizionale da ora… e a fumetto chiuso io scelgo quelle dei combattimenti con i maghi, sia il primo che il secondo.
- V. Io il fendente orizzontale alla testa del goblin col sangue al posto della calotta e quella con gli intestini del mostro sciorinati a terra!
- R. Alla prossima puntata!
- V. Alla prossima! Sigaro?
- R. Ovviamente!