Il meraviglioso mondo di Octave o dell’infanzia
Dal 14 luglio è disponibile la ristampa di questo delizioso volume di David Chauvel, con disegni di Alfred e colori di Walter, che nel 2010 ha inaugurato la collana Tipitondi della Tunué. Tanti auguri, e che arrivino tante nuove storie accattivanti come questa.
Le edizioni Tunué tornano a pubblicare l’opera che nel 2010 ha dato inizio alla collana Tipitondi, raccogliendo in modo integrale, in un’edizione di lusso, le quattro storie che formano il volume di Octave – l’integrale, scritte dall’autore francese David Chauvel, disegnate dal talentuoso Alfred, ai colori insieme a Walter.
Protagonista è il piccolo Octave, un bambino come tanti, anche se vive su un’isola, in una bellissima casa sulla scogliera, che non ha più il padre, pescatore, portatogli via proprio dal mare. E il bambino per questo odia quella maestosa distesa d’acqua, si rifiuta di farvi il bagno, o di mangiare il pesce che ci vive dentro. Nella prima delle quattro storie, che si posizionano nell’arco dell’anno, rappresentando ciascuna una stagione, Chauvel ci racconta come, una notte d’estate, in sogno, Octave si senta chiamare da una voce sconosciuta: un enorme capodoglio si è arenato sulla spiaggia e ha bisogno dell’aiuto del bambino per riprendere il mare. Il ragazzino, ostinato ma coraggioso, partirà in barca da solo per chiedere aiuto al folletto che governa le onde, e capirà così che il mare può far paura ma è anche pieno di belle sorprese. Dall’estate alla primavera il carattere del bimbo non sarà migliorato, ma si mostrerà sempre più generoso con gli abitanti del mondo marino a cui è così vicino, e non solo aiuterà chi è in difficoltà, come un pinguino papua e una sula bassana in cerca del padre, imprigionato dagli uomini, ma metterà a repentaglio la sua vita per salvaguardare il mare dall’avidità e dalla speculazione.
La narrazione del fumettista francese è semplice, lineare, ma efficace: il suo Octave fa i capricci, preferirebbe giocare e guardare la TV, ma nel momento del bisogno non si tira indietro, affronta le sue stesse paure, non per sé, ma per salvare gli altri e in questo modo salva anche se stesso, senza saperlo. Alleato dell’autore è il fattore onirico: non possiamo sapere se le avventure del bambino siano solo sogni, e sicuramente non è importante saperlo. Importante è che leggere e guardare quello che combina insieme agli animali ci avvicina al suo mondo e al bambino che, pascolianamente, manteniamo vivo in noi. Un bambino fin troppo solitario, però, malinconico, “costretto” a servire quel mare che gli ha portato via il papà. Per questo piace notare come nella terza storia, abbinata all’inverno, tutto sia molto più reale: il pinguino non può parlare, emette solo versi, e Octave non dovrà contare solo sulle sue forze per risolvere il problema, ma sarà aiutato da compagni di scuola, che per quanto alieni dal suo mondo, lo comprendono e lo appoggiano diversamente da come potrebbe fare un adulto.

I disegni di Alfred si abbinano perfettamente a questa apparente semplicità: i personaggi sono caratterizzati con personalità e abilità, restano ben incisi e si materializzano sulla carta nelle sequenze narrative che sono rese da contorni spessi, che ricordano gli autori disneyani. Le scenografie mostrano una gran cura nel dettaglio e rivelano la destrezza della mano del giovane disegnatore, vincitore, agli esordi, di diversi premi. I momenti onirici, quelli in cui Octave dialoga con gli animali o con la sua stessa coscienza, sono invece realizzati con colori pastosi e vivaci, senza contorni, e si integrano in modo brillante con il procedere della crescita umana del piccolo protagonista.

Quest’opera non si presenta solo come una bella fiaba sulla crescita umana di un bambino, ma è un piccolo ritratto dell’infanzia di tutti, soprattutto delle speranze che ad essa sono collegate. È degna di figurare al n. 1 della collana della casa editrice, si legge in un fiato e lascia una piacevole impressione, se si ha ben più di sette anni, età a cui è dedicata. Infatti fa venir voglia di tornare bambini e leggere per la prima volta una storia del genere, per sentire a pieno le emozioni spontanee di quel periodo dorato e ingenuo. Il finale, inoltre, riempie il cuore, come le parole che ognuno di noi vorrebbe ascoltare pronunciate dal proprio padre.