Dylan Dog 359 – Sul fondo
Si avvicinano anche per l’Indagatore dell’incubo i festeggiamenti per i Trenta anni di presenza nell’editoria e nel frattempo troviamo in edicola il numero 359 dal titolo Sul Fondo. Alla sceneggiatura c’è Matteo Casali e ai disegni il veterano Marco Nizzoli.
Quest’ultimo è sempre stato uno dei miei disegnatori preferiti, sin dai tempi di Fondazione Babele (pubblicata sulla gloriosa testata Cyborg) e spesso il suo nome era il “movente” per acquistare qualcosa. Ricordo che Napoleone lo compravo ogni tanto, ma quando c’era lui non mi sfuggiva sicuramente.
Qui il suo tratto è decisamente cambiato, più realistico e meno “sognante”. Non mi piacciono gli accostamenti ma, giusto per far capire la mano, si avvicina a Bruno Brindisi o Ugolino Cossu, e questo comunque non è un male: la sua maestria è sempre presente e dimostra una poliedricità inaspettata.
Questa evoluzione, a fronte di quasi trent’anni di carriera, fa capire che di frecce al suo arco ne ha ancora e che sono parecchie. Qualche suo vecchio estimatore potrebbe storcere il naso, ma a me piace, spero solo che non abbia completamente abbandonato il vecchio stile, ma che lo abbia plasmato per le atmosfere horror di Dylan, anche se non è la prima volta che disegna le sue avventure. Per me, da soli i suoi disegni valgono i € 3,20 del prezzo di copertina. Sempre grandioso.
Per quanto riguarda la storia di Casali, tutto parte benissimo: Holden, il cliente di Dylan in questo racconto, ha il “dono” di vedere i ricordi e le sensazioni di assassini che compiono atti di violenza. Questi sembrano apparentemente senza senso, ma lo acquistano attraverso le parole di Holden, come nel caso del Cannibale mancato Adam Prescott e soprattutto del caso di Miles Woodward.
A voi lettori scoprire di cosa sto parlando.
Holden diventa il ricettore vero e proprio del flusso di coscienza di questi killer, per questo ha uno stato d’animo provato (come il giovane omonimo del romanzo di Salinger) e dalle sue labbra ascoltiamo confessioni di criminali che spesso si rivelano persone comuni: come per farci capire che nessuno è immune dalla possibilità di andare oltre le convenzioni sociali di pacifica convivenza e dal varcare il confine della normalità per compiere efferatezze.
Senza fare spoiler, la cosa che mi ha soddisfatto di meno è la rivelazione del mistero che avvolge la scena chiave, che è anche rappresentata nella copertina, ove vediamo cosa è successo in quel “fondo”.
Sinceramente mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Diciamo che c’è un certo buonismo che si contrappone a molta della crudeltà vista prima, e paragonare un piccolo avvenimento a quello che è successo precedentemente (chi ha letto mi capisce), mi è sembrato un po’ forzato e senza mordente.
Comunque il ritmo c’è e la caratterizzazione di tutti i personaggi pure. Carpenter ormai è una presenza stabile, con la sua simpatica fastidiosità, guadagnando la posizione di comprimario fondamentale.
Mi piacerebbe che fosse approfondito di più e magari gli si dedicasse un episodio.