In principio: storie crudeli dalla Bibbia – L’Antico testamento alla lettera e non solo

In principio – Storie crudeli dalla Bibbia raccoglie numerose storie dell’Antico Testamento e sette storie originali ispirate dai peccati capitali realizzate da celebri autori britannici.

Copertina italiana di Daniele Caluri per "In principio" a cura di Neil Gaiman.
La copertina italiana di Daniele Caluri per In principio.

Nell’introduzione di In principio, in principio di In principio appunto, Lorenzo Corti ci racconta che le storie pubblicate nel presente volume furono pensate da Neil Gaiman e altri talenti del fumetto inglese degli anni ’80 del secolo scorso per scandalizzare il pubblico.

Forse oggi questo ci fa un po’ sorridere, ma a quel tempo il detto “scherza coi fanti e lascia stare i santi” aveva ancora un po’ di credito.

Si aggiunga il contesto di una Inghilterra tatcheriana, puritana e benpensante. Anche se i problemi giudiziari arrivarono fino all’apertissima Svezia.

Kleiner Flug e Double Shot raccolgono ora in un unico volume quelle storie “scandalose” originariamente pubblicate nelle due antologie Outrageous Tales from the Old Testament e Seven Deadly Sins in questo volume unico In principio.

Di fumetti sulla Bibbia, e in generale su storie e personaggi del Cristianesimo e dell’Ebraismo, ne esistono tanti. Alcuni usati come vero e proprio catechismo (anche se credo abbiano fatto più danno che utile, e ne abbiamo parlato anche qui). Altri, soprattutto in Italia negli stessi anni di Gaiman & co., molto meno finalizzati al proselitismo e concentrati su altri aspetti (basti pensare alle iniziative della San Paolo, o alla rivista Il Vittorioso). In questi ultimi una morale, sicuramente oggi non più condivisa, ha comunque portato tantissimi autori italiani a crescere e a sviluppare tanta parte della scuola fumettistica italiana.

Buonamico Buffalmacco, "Inferno", 1330 circa, Pisa, Camposanto.
Buonamico Buffalmacco, Inferno, 1330 circa, Pisa, Camposanto.

Qui il contesto è ovviamente del tutto diverso, ma altrettanto interessante e stimolante. Le storie sono prese letteralmente dall’Antico Testamento (entrambi i libri sacri, quello ebraico e quello cristiano iniziano con le stesse parole, «In principio», appunto). Vengono selezionati alcuni tra gli episodi più violenti e “immorali”, di una storia a lungo trasmessa oralmente e poi scritta con intenti soprattutto deterrenti nei confronti del peccato (un po’ come le rappresentazioni medievali dell’inferno sulle pareti delle chiese).

Per ciascuna storia c’è il preciso riferimento biblico, quando è possibile.

Di seguito, ecco l’elenco delle storie e dei relativi autori. Tutte le storie sono prese dai primi libri dell’Antico Testamento (con l’eccezione di Giobbe), cioè quelli che raccontano l’inizio del rapporto (non facile) di Israele con Yahweh.

In principio, appunto.

  • Creazione, poesia (credo non facile da tradurre) e illustrazione di Arthur Ranson. Ogni animale fa il proprio, tranne l’uomo che di umano ha ben poco.
  • Il giardino di Gandalf di Donald Rooum, Dio/Gandalf crea l’uomo come “guardiano per il giardino mentre va a salvare la Terra di Mezzo”, lo stile è vignettistico, il linguaggio colorito, il risultato divertente.
  • Sodoma e Gomorra di Dave Gibbons (Gn 18-19), con l’episodio di Mamre e Gomorra, a sottolineare la morte venuta dal Cielo a punire i peccati. Lo stile di Gibbons è ben riconoscibile. Interessante il fatto che Dio venga rappresentato senza volto, ma con il naso che emerge dall’oscurità del vestito.
  • Tavola tratta da "In principio" a cura di Neil Gaiman.
    La pagina finale di Levitico 20 di Gaiman e Everson.

    Levitico di Alan Moore e Hunt Emerson (Lv 20). Un po’ di sano splatter biblico, con delle trovate eccezionali, dalla cabina telefonica alla pagina di chiusura.

Neil Gaiman sceneggia alcune figure del libro dei Giudici.

  • Eud (Gdc 3, 12-31) che libera Israele da un grasso re moabita. Disegni di Mike Matthews.
  • Giaele e Sisara (Gdc 4, 4-22; 5, 28-31), in cui per la prima volta emerge come il Dio dell’Antico Testamento sia un Dio che protegge e combatte per il suo popolo eletto. Disegni di Julie Hollings.
  • Iefte (Gdc 11), che sacrifica la figlia (cosciente e consenziente) per averlo promesso a Dio. Una storia che peraltro si ritrova in altre mitologie, come Ifigenia, e nella stessa Bibbia, con Abramo e Isacco, anche se in questi casi entrambi se la sono scampata all’ultimo momento. Disegni di Peter Rigg.
  • Nel Viaggio a Betlemme, di cui si ignorano i nomi dei protagonisti Biblici, qui resi come Arnold e Tracey (Gdc 19), Steve Gibson rende in via grafica la sceneggiatura che racconta senza remore linguaggio scurrile, sesso, violenza, e tutta una serie di bassezze umane e non solo.
  • Torna poi Mike Matthews per la chiusura del libro dei Giudici (Gdc 21). Con una evidente chiosa:

    Stupro di massa, carneficina, omicidio, rapimento, ordinati o legittimati da Dio per bilanciare altri disgustosi stupri e omicidi. Allora non potete dire che il custode della Vecchia Bibbia non vi abbia dato bella roba. […] Ah, la morale. Eccola: In quel tempo non c’era re in Israele, e ognuno poteva fare quello che gli piaceva.

    (Quest’ultima è una citazione letterale del testo biblico).

  • Dallo stesso libro dei Giudici (Gdc 13-16) viene anche la vicenda di Sansone e Dalila, probabilmente la più famosa del libro anche perché Sansone è stato protagonista di molti film del genere peplum, come archetipo della forza maschile, rendendosi protagonista anche di storie improbabili. Il lavoro è opera di Graham Higgins, che non lesina nel riportare le violenze descritte nel testo originale.
  • Sempre Neil Gaiman, con Dave McKean, forma il team che darà poi origine a Black Orchid e a Sandman. Qui rappresenta il capitolo 13 del Primo Libro dei Re (1 Re, 13) con Dio che si vendica del profeta che non ha creduto alla sua parola.
  • Kim Deitch racconta in otto pagine il libro di Giobbe (Gb). Qui forse la cosa oltraggiosa è che Dio si lascia convincere dal suo nemico a mettere alla prova un uomo santo.
  • Julie Hollings illustra tre versetti del Siracide (Sir 42, 9-11), sceneggiati da Carol Bennet, fondatrice con Tony della Knockabout, che ha avuto l’idea e pubblicato il libro.
  • Conclude il volume una pagina di Brian Bolland che sottolinea come i profeti, in questo caso Eliseo, (2 Re 2, 23-25) a volte utilizzino il loro potere anche per usi privati.

Vignetta tratta da "In principio" a cura di Neil Gaiman.

I registri linguistici e grafici sono molto diversi. I diversi autori hanno anche gradi di maturità tecnica e narrativa diversi, ma le opere sono tutte di livello. La sensazione è che si voglia far capire che, al netto delle battute e delle vignette, il contenuto di questa prima parte di In principio è tutto preso senza filtri dai libri sacri.

E, udite udite, lo è!

Perché quella dei libri sacri è spesso una narrazione per tipi morali e che raccoglie storie che abbiano un insegnamento. Ma è anche una narrazione cruda, che deve parlare a persone che, diciamo fra tremila e duemila anni fa, capiscono il sangue, la morte, la ricchezza e poco altro (oddio, non che oggi sia molto diverso, eh).

La seconda parte è molto meno biblica. I sette vizi capitali sono di ispirazione per storie di ambientazione libera. Non più argomenti biblici. In una sola storia compaiono strani religiosi che hanno fatto dell’accidia il loro principale comandamento.

E gli autori del fumetto inglese degli anni ’80 possono dare fondo a tutta la loro fantasia, sia nella scrittura che nella grafica.

Vignetta tratta da "In principio" a cura di Neil Gaiman.

  1. Così la superbia (Graham Higgins con Roz Kaveney) è quella di un self made man, che dal fish’n’chips arriva alla ricchezza, alla notorietà, fino alla politica. E a una fine un po’ ingrata.
  2. L’invidia invece è quella di un uomo che vuole tutto quello che vede: prima i beni materiali, poi la conoscenza, fino alla semplicità di una vita in famiglia, che si ottiene solo col… SESSO! Alla fine in fondo si va a finire sempre lì. Divertente la natura bidimensionale della storia e il siparietto finale dei due autori, Hunt Emerson e Tym Manley.
  3. Nell’accidia, Neil Gayman e Bryan Talbot ci raccontano di una chiesa basata sul dolce far niente, con un Dio che per una settimana, durante la creazione, trova scuse per non lavorare, finendo con il dare comandamenti accomodanti.
  4. Tavola tratta da "In principio" a cura di Neil Gaiman.La gola vede Dave Gibbons e Lew Stringer alle prese con l’eterna lotta tra le Società della temperanza (presenti oggi anche in Italia) e il cattivo di turno che si arricchisce con l’alcol. E il povero sceriffo in mezzo. Fino a che le temperanti signore avvelenano il goloso cattivone, tradito proprio dal suo vizio.
  5. Per l’avarizia il tipico “chi troppo vuole nulla stringe”, con l’altrettanto classica storia di eredità conquistata. Mark Rodgers e Steve Gibson rivisitano il classico tema.
  6. L’ira racconta di uno scienziato misantropo in una storia di rabbia e frustrazione, con finale a sorpresa. I cartoonist, l’inglese Jeremy Banks e il nordirlandese Davy Francis, mettono insieme una storia fatta di vignette.
  7. La lussuria è davvero interessante, una metafora bellica di grande impatto e intelligenza, a firma di Moore e Matthews. Gustosissima da leggere e illustrata in modo molto efficace.

La verve di questi autori dopo questo lavoro si è indirizzata verso altri lidi. Le Scritture non solo cattoliche e ebraiche contengono moltissime storie che possono essere riportate alla lettera. Allo stesso modo catechismi e scritti morali possono contenere spunti per la costruzione di storie originali altrettanto divertenti, o comunque che fanno riflettere.

E senza per forza dover attaccare qualcuno.

Ho infatti letto questo fumetto sempre con il sorriso. L’unica cosa che non mi è piaciuta troppo è la frase in quarta di copertina presa dalla prefazione. Perché è vero che è un fumetto dissacrante, ma lo è soprattutto nei confronti di chi non contestualizza le Scritture ritenute sacre prendendole alla lettera, e sottolinea l’ipocrisia della natura umana e della società.

Ma stavolta tutta questa colpa dei cattolici non ce la vedo. Anzi, i guai passati dagli autori furono in paesi non proprio cattolici (anche se, a onor del vero, non so alla fine degli anni ’80 come sarebbe stato accolto in Italia Viaggio a Betlemme). All’epoca dell’uscita dei due volumi della Knockabout, esistevano peraltro diverse versioni cattoliche libere della Bibbia e quindi leggibili da tutti in tutta la sua appassionante e violentissima natura (sempre tralasciando, inoltre, le Bibbie di altre confessioni cristiane).

Mi è parsa un po’ una forzatura. Come se la Bibbia fosse un’opera letteraria e basta, e con essa anche il Corano, o i Veda, o il Kojiki, o qualunque libro o altra opera dell’umanità che abbia cercato di rispondere alle domande “cosa c’era in principio?” o “qual è il modo corretto di comportarsi nei confronti degli altri?”. Ma magari anche queste opere sono state rese dall’esegesi dei testi pallosi. O forse semplicemente i cineasti di genere non li hanno scoperti.

Allo stesso modo, il fumetto è un linguaggio certamente più accattivante dell’esegesi. Un fumetto su Pitagora, magari con un taglio ironico, è certamente meno palloso di un manuale avanzato di geometria differenziale. Semplicemente hanno finalità, pubblico e registri diversi.

Ma prendersela con i Cattolici è sempre gratis. Se tacciono, si sorride soddisfatti; se rispondono, si può sempre dargli dei permalosi vittimisti…

Il volume In principio fa dimenticare, per fortuna, anche queste tutto sommato piccole forzature. E mi auguro possa anche stimolare qualcuno ad andare a leggere davvero le storie della Bibbia.

Curiosità: il titolo è simile (ovviamente manca la parola “crudeli”) a quello di una serie animata prodotta dalla Rai e commissionata al dio del manga, Osamu Tezuka, dalla Santa Sede. La serie è andata in onda in Italia nel 1992 e in Giappone nel 1997.


AA.VV.
In principio – Storie crudeli dalla Bibbia
128 pagg., b/n, brossurato con alette, 21×28,5 cm, € 18.00
ISBN: 978-88-96064-65-8

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