Era una notte buia e tempestosa – L’inizio

È possibile fare didattica con i fumetti? È possibile crescere dei recensori in erba nelle prime classi di un Liceo Linguistico? Prima ancora di aspettare le risposte, noi ci proviamo con il progetto scolastico Era una notte buia e tempestosa.

Peanuts, noccioline. Si dice che Charles Schulz non amasse questo nome perché gli sembrava ridicolo, ma di certo il termine è entrato nell’immaginario collettivo a rappresentare il mondo di Charlie Brown e dei suoi amici, in cui non ci sono adulti ma i bambini pensano come gli adulti esprimendo una visione filosofica della realtà. In quattro vignette sintetiche e stilizzate si condensano una storia, una riflessione, una massima di saggezza, al posto di pagine e pagine di romanzi, saggi, trattati. Un microcosmo che si fa specchio della vita di tutti i giorni, un universo in miniatura intessuto di cose piccole e semplici come delle noccioline. Ognuno di noi fin dall’infanzia ha un suo personaggio preferito, conserva un peluche, un astuccio, una maglietta con Snoopy, usa le immagini dei personaggi di Schulz per esprimere il suo stato d’animo su Facebook, pensa di essere intrattabile come Lucy o sognatore come Schroeder o insicuro come Linus.

Ed è proprio da Peanuts che parte la mia seconda collaborazione con Dimensione Fumetto, prendendo in prestito una frase di Snoopy: «Era una notte buia e tempestosa», l’eterno inizio del suo romanzo e della sua carriera di scrittore, in cui metaforicamente si uniscono il fumetto e la letteratura.

Quest’anno insegno italiano e latino nelle classi 1ª B, 1ª E e 2ª B del Liceo Linguistico di Ascoli Piceno e, dopo la magnifica esperienza con i miei carissimi alunni di Montalto, ho deciso di proporre ai miei attuali e altrettanto cari alunni di leggere dei romanzi o racconti, poi i fumetti che da essi sono stati tratti o ispirati e infine di scrivere delle recensioni dei fumetti da pubblicare sul sito. Alcuni hanno accolto subito la proposta, altri si sono aggiunti dopo, altri ancora hanno preferito leggere qualcosa di meno “letterario”, come scoprirete strada facendo; infine Giulia si è occupata della parte grafica realizzando dei disegni che potete già ammirare in questo articolo. A me è toccato il compito di sollecitarli nella lettura e poi nella consegna delle bozze delle recensioni, che attraverso un sottile lavoro di aggiustamenti e limature sono diventate degne di pubblicazione. In questo modo ho raggiunto più scopi: fare leggere sia dei romanzi sia dei fumetti, nella speranza che si appassionino agli uni e agli altri, fare scrivere dei testi non destinati alla scuola e forse per questo meno noiosi, responsabilizzare i ragazzi impegnandoli in un lavoro con scadenze e condizioni precise. Mi piace pensare che questa sia stata pure una buona occasione per sfatare certi pregiudizi o rispondere concretamente a coloro che criticano la scuola e i giovani di oggi perché sono troppo svogliati, troppo impreparati, troppo lontani dalla realtà.

Sì, è vero, spesso i ragazzi appaiono annoiati e sembrano non comprendere il motivo per cui stanno in classe, come se venissero da un pianeta remoto dell’universo, ma pian piano è possibile risvegliare il loro interesse, renderli partecipi, sollecitare il loro coinvolgimento nei modi più fantasiosi. Ecco perché prima di dare l’avvio a questo progetto ho messo in moto la loro creatività invitandoli a scrivere un racconto che iniziasse proprio con Era una notte buia e tempestosa; sono fiorite così dalle loro meravigliose menti storie avvincenti con inizi poetici (L’acqua si infrangeva sugli scogli con dei rumori secchi e regolari. La luna si erigeva chiara nel cielo illuminando il panorama con un gelido bagliore lattiginoso.), atmosfere inquietanti (Mentre il rumore delle mie scarpe mi accompagnava al piano di sopra, mi fermai sulla soglia della porta, attirata da un’ombra proiettata sul muro dinanzi a me.), sviluppi imprevisti (Arrivò a scuola ma non c’era nessuna traccia del bambino, così cominciò a chiedere disperatamente dove fosse finito ma nessuno rispose, come se fosse invisibile.), finali lapidari (Mi chiamo Grace, ho sedici anni e sono una persona malvagia.) e quasi sempre tragici (Il suo cuore venne inghiottito dal mare e il suo corpo fu divorato dai gabbiani.).

I miei alunni sono per me come i Peanuts, un allegro e variegato mondo di adolescenti (che a volte chiamo bimbi) nei quali cerco di lasciare dei piccoli segni, in-segnando appunto e accompagnandoli per un breve tratto nel cammino della loro vita. Nei loro articoli troverete la loro freschezza, la loro simpatia e anche la loro inesperienza, corretta e guidata dai miei consigli.

Ma devo dire che anch’io ho avuto i miei validi sostenitori in questa impresa: il mio amico Andrea Cittadini Bellini, che mi ha pazientemente fornito la sua consulenza e i suoi fumetti grazie ai quali l’idea iniziale ha preso forma; il mio collega Lucio Calabrese, che mi ha elargito con disponibilità precise indicazioni tecnico-artistiche; soprattutto Andrea Gagliardi, amico e presidente di Dimensione Fumetto, che mi ha dato ancora fiducia. Per questo lo ringrazio per l’ennesima volta e mi auguro che continui ad essere il mio Virgilio (come l’ho già definito) nel fantasmagorico regno dei fumetti e anche lui in-segni agli altri quello che sa, così da lasciare in loro un’impronta della sua passione.


 

Leggi tutti gli articoli della serie Era una notte buia e tempestosa a questo link.

 


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