Wednesday Warriors #52 – Batman e la fine di un’era (+ Christmas Bonus)

In questo numero di Wednesday Warriors le cose vanno   un po’ diversamente dal solito: mentre siamo impegnati su First Issue a scegliere i nostri fumetti dell’anno (ANDATE A LEGGERE QUI) Wednesday Warriors ospita una penna d’eccezione. Direttamente da Lo Spazio Bianco il Firstissuer Simone “Rusty” Rastelli ci parla della conclusione del Batman di Tom King.
(special Bonus un pezzo di Bam su
Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles #1 che tenevamo in cantina come si fa con i vini buoni.

Rusty’s Version

BATMAN #85 di Tom King e Mikel Janin

Eviteremo spoiler, poiché la prima lettura è un diritto a nostro parere fondamentale e inalienabile. Anticipiamo però che il finale chiude con coerenza narrativa, stilistica e poetica la gestione kinghiana di Batman. Quindi, chi non l’avesse appezzata nei suoi tratti costitutivi non troverà qui motivi di ripensamento, mentre gli amanti del trattamento King troveranno piena conferma alla loro passione.

La run di King chiude con uno scioglimento saturo di emozioni e che può essere apprezzato al meglio prendendo in considerazione gli ultimi due numeri (#84 illustrato da Jorge Fornes e #85 illustrato da Mikel Janìn, con un breve inserto di Hugo Petrus) come un tutto unico, perché in essi si risolve la tensione fra la molteplicità delle vicende e l’unitarietà tematica.
I due numeri conclusivi danno senso a tutto quanto raccontato sinora e per farlo riprendono tutti i fili pendenti e li compongono in una tessitura, dispiegandone di fronte al nostro sguardo il disegno unitario. Per far ciò, King esegue prima una compressione narrativa (in #84), nella quale addensa le energie emotive e alimenta/esaspera le aspettative, e poi (in #85) ne gestisce rilascio e soddisfazione. Abbiamo quindi il più classico dei processi di accumulo e scarica, al termine del quale le emozioni sono placate, le tensioni annullate e le energie dissipate. Una chiusura definitiva, insomma.

Affascinante è la costruzione di questo processo.
Batman #84 sfrutta una struttura a cornice: prima e ultima tavola sono nel presente narrativo; fra di esse si dipana un viaggio a ritroso attraverso tutti i momenti significativi vissuti dai protagonisti (ribadiamolo, in questa serie i protagonisti sono due: Batman/Bruce Wayne e Catwoman Selina Kyle!). Ritroviamo scene già vissute, spesso però mostrate da altri punti di vista, arricchite di dettagli importanti (una vera e propria revisione aumentata) che aggiungono connessioni, rinsaldano la trama, fanno emergere quel disegno unitario di cui sono parte. È un viaggio a ritroso scandito dalla parola chiave “earlier”, che scandisce come un rintocco ogni passaggio. Questa immersione si svolge in diciotto (18) tavole e conta ventisette (27) elementi; detto altrimenti, per misurare la frenesia di questa vera e propria caduta all’indietro, sono ventisette (27) scene in diciotto (tavole). E sono tutti passaggi fondamentali dell’epopea raccontata da King. Non c’è un solo momento di pausa o distensione.
Merita notare di sfuggita che obiettivo laterale di questa regressione a zero è ricapitolare al lettore gli eventi: siamo quindi di fronte a quello che tecnicamente potremmo catalogare come “spiegone”, ovvero una ri-tessitura narrativa che consente di allineare il corso e la prospettiva della narrazione con quelle della lettura. Sarà interessante, in un’occasione opportuna, approfondire l’importanza e la potenzialità di un simile elemento architetturale, proprio prendendo ad esempio Batman #84 e, magari, i testi di Hickman.
Batman #85 raccoglie le tensioni e le energie accumulate dal predecessore e le incanala in sette (7) linee narrative, fra le quali quella del confronto fra Thomas e Bruce Wayne fa da marcatore, distribuita come è lungo tutto l’albo con scene di una tavola. Questa traccia si distingue dalle altre per il suo carattere timico: in essa avviene la risoluzione dei conti fondamentale, mentre le altre fungono da riflessione o anticlimax. Nonostante l’intreccio risulti in diciassette cambi scena in trentotto tavole (quindi un’alta velocità) la dominante emotiva della chiusura è la serenità: i nodi sono sciolti, alle vicende vissute è dato un senso forte, marcato dalla consapevolezza dei protagonisti, che si fanno carico delle proprie vite al di là del ruolo nel quale il mito, la visione e le pretese degli altri li ha incasellati. Da qui, naturalmente, si potrebbe anche iniziare una lettura della run di King come riflessione sul fumetto di franchise, ma è quella a nostro parere meno interessante.
La run di King regala un’esperienza di lettura avvincente, che chiede tanto al lettore ma offrendogli in cambio adeguata soddisfazione. Allo stesso modo, chiedersi “che cosa resterà” di questo Batman è a nostro parere porsi una domanda che non apre particolari prospettive. Dal lato della continuity, probabilmente non resterà nulla; ma il punto è che il concetto stesso di continuity è non rilevante nell’esperienza di lettura. In un senso più fondamentale, invece, resterà tutto, perché tutto quello che verrà fatto sulla figura di Batman, non cancellerà questa (come nessun’altra) esplorazione. Seppure quella di King è una delle possibili letture di Batman, resta una lettura con la quale ci si confronterà; e sarà proprio la natura del confronto a misurare la sua importanza.

Batman #85 chiude il lungo arco City of Bane (iniziato nel #75) e la run di Tom King su Batman: come noto ormai da tempo, avremo un’altra manciata di episodi a firma King sotto l’insegna Batman & Catwoman, mentre la testata ammiraglia sarà rilevata da James Tynion IV. In chiusura dell’albo alcune tavole del prossimo numero danno l’idea che le atmosfere a venire saranno molto diverse da quelle che hanno caratterizzato le storie dell’ultimo anno.
A Gotham la vita continua.

Bam’s Version

MIGHTY MORPHIN POWER RANGERS/TENNAGE MUTANT NINJA TURTLES #1 di Ryan Parrott e Simone Di Meo

Ci sono storie che attendiamo da tutta una vita: sprazzi di fantasia che custodiamo negli angoli della mente legati alla nostra infanzia, alle storie che ci hanno fatto sognare e hanno monopolizzato i nostri pomeriggi dopo scuola.
I giocattoli erano la valvola di sfogo e avere delle action figure a portata di mano significava dare pieno impeto alla fantasia e lasciare che le storie le raccontassimo da soli, senza alcun limite: Mighty Morphin Power Rangers / Teenage Mutant Ninja Turtles riesce a riportare il lettore indietro nel tempo, alla semplicità e splendida ingenuità di quelle storie.
Ormai da qualche anno autore in pianta stabile BOOM! Studios, Ryan Parrott affronta la sfida del cross-over tra due colossi della nostalgia senza alcun peso nel cuore, tutt’altro. Il primo numero di MMPR/TMNT è sorprendentemente concreto e solido, capace di arrivare dritto al punto senza doversi perdere in introduzioni – del resto, il pubblico conosce ormai alla perfezione questi personaggi.
La storia è ambientata nei primi anni di attività dei Power Rangers; Parrott, da notare, è lo scrittore principale della serie Go! Go! Power Rangers, (l’ideale) Anno Uno del gruppo. La sparizione di Tommy Oliver, il Ranger Verde, lontano dal gruppo ormai da mesi, si fa davvero preoccupante per i restanti Rangers, sempre più in difficoltà contro le costanti ondate di mostri giganti e putties che Rita Repulsa invoca ad Angel Grove per sconfiggerli.
Nel frattempo, a New York City, Michelangelo, Donatello, Leonardo e Raffaello, le Tartarughe NInja affrontano l’ennesima marmaglia di ninja del Clan del Piede sui tetti della città. Il gruppo si perde in chiacchiere inutili ed esilaranti – fino a che un misterioso discepolo del Clan del Clan riesce a sconfiggere Raffaello, mettendo in allerta il gruppo su questo nuovo, pericoloso alleato di Shredder e della sua luogotenente Karai.

Mighty Morphin Power Rangers / Teenage Mutant Ninja Turtles #1 non punta sulla complessità della trama per fare cassa, tuttavia l’intreccio basilare congegnato da Parrott è sufficientemente intrigante e, come accennato, spontaneamente divertente da lasciare la curiosità del lettore sempre accesa. Come accennato, MMPR / TMNT #1 evita di trascinare il lettore in una scolastica introduzione passo dopo passo dei protagonisti principali, che Parrott preferisce invece lasciare liberi di discutere, confrontarsi e giocare tra loro: Jason, Kim, Billy, Trini e Zack, gli originali Power Ranger, mostrano la loro natura da “supereroi con superproblemi”, molto più accentuata nella versione a fumetti che in quella televisiva.
Nonostante Rita Repulsa, Zordon e Alpha 5, i Rangers hanno un lato umano legato alla vita quotidiana di Angel Grove, al liceo e alle relazioni potenzialmente amorose e non che li legano. Decisamente più fracassone – e ci mancherebbe – le Tartarughe Ninja, che debuttano discutendo su cosa manchi più loro dell’essere umani, con risultati esilaranti. Il ritmo dei dialoghi è incalzante e segue perfettamente la sceneggiatura e l’azione, lasciata tutta nelle mani del duo Di Meo / Baiamonte.
Il lavoro del team artistico Italiano Simone Di Meo & Walter Baiamonte merita di essere posto su un piano superiore al resto del fumetto perchè si ha la netta impressione che Mighty Morphin Power Rangers / Teenage Mutant Ninja Turtles potrebbe essere l’ultima, perfetta rampa di lancio per due artisti che si stanno muovendo egregiamente nel mercato statunitense già da qualche anno. Il biglietto da visita è sensazionale: Di Meo e Baiamonte creano un divertentissimo parallelo tramite due splash page che ben riflettono la diversa natura degli universi narrativi, per la prima volta a confronto in un fumetto.
Le sgargianti tute dei Power Rangers saltano fuori dalla pagina dritti dentro l’azione, a tu per tu con un gigantesco mostro dal pittoresco nome Apocalyptopus: Angel Grove è soleggiata e la colorazione di Baiamonte riempie ed esalta il tratto dinamico di Simone Di Meo. Il design iconico dei Ranger è definito dalle figure snelle, agili ed atletiche dei personaggi, che in poche vignette combattono i deformi Putties e i tentacoli del servo ottopode di Rita Repulsa. C’è grazia e coreografia, il fattore nostalgia esaltato dal simbolico Power Blaster che chiude l’introduzione del quintetto di Angel Grove; ma basta girare la pagina per essere catapultati in maniera fluida e impattante sui tetti di New York.

Ad aspettare il lettore un’orda di ninja del Piede e il modo di rappresentare l’azione che vede protagonista le Tartarughe Ninja è radicalmente opposta ai Power Rangers: i colori di Baiamonte si fanno scuri e crepuscolari senza sfociare nel dark e tetro. Le sfumature di viola e porpora, equilibrate dalla massiccia dose di toni di grigio e nero per grattacieli e vicoli bui, abbracciano la frenesia dello scontro tra Donatello, Raffaello, Michelangelo e Leonardo contro gli scagnozzi di Shredder. Di Meo carica ogni colpo mentre le Tartarughe Ninja danno sfogo al loro arsenale in piena libertà: il design dei rettili shinobi è figlio delle ultime incarnazioni animate più che delle originali di Eastman e Laird ma mostra la giusta quantità di spigoli e di carattere da donar loro un look unico, eguagliato da un redesign del Clan del Piede, reso ancor più minaccioso dai pesanti viola e dal rosso sangue delle maschere scelto da Walter Baiamonte.

Graficamente il lettore si trova di fronte ad un lavoro eccelso, fresco e capace di distinguersi dal resto della produzione statunitense moderna: Mighty Morphin Power Rangers / Teenage Mutant Ninja Turtles #1 di Parrott, Di Meo e Baiamonte è un’operazione accesa dal fuoco della nostalgia ma che mostra il meglio del fumetto lontano da Marvel e DC. Due licenze che hanno segnato l’infanzia di molti lettori moderni si incontrano in un grandioso play-set dove tutto è lecito e l’unico limite, proprio come da bambini, è la fantasia. BOOM! Studios e IDW Publishing formano una solida alleanza per produrre un fumetto divertente, con una solida struttura, una base di partenza intrigante ed uno splendido team artistico.

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