Wednesday Warriors #4 – Da Spider-Man a Heroes in Crisis

In questo numero di Wednesday Warriors:

Gufu’s Version

HEROES IN CRISIS #1 di Tom King e Clay Mann

Crisis è il termine con cui la DC Comics, durante la sua lunga storia editoriale, ha “marchiato” i suoi eventi più importanti e significativi. Se nel 1985 Crisis on Infinite Earths ha definito i confini di tutti i mega-crossover cosmici a venire, Heroes in Crisis si discosta dalla magniloquenza tipica di questo genere per avvicinarsi maggiormente, per tono e ritmo, a un’altra Crisi, meno celebre, tanto amata dai lettori italiani quanto invisa al fandom statunitense: Identity Crisis di Brad Melzer e Rags Morales.

La premessa di tutta la serie è antitetica all’esplorazione psicologica canonica del fumetto supereroistico; da Stan Lee ad Alan Moore la domanda che ci siamo sempre posti è stata: “cos’è che spinge un uomo a indossare una maschera?”
Tom King ribalta il paradigma e invece si chiede: “qual è l’effetto della maschera sull’uomo che la indossa?”
In qualità di ex-agente della CIA lo scrittore conosce bene il fenomeno del disturbo da stress post-traumatico che colpisce chi vive delle situazioni di conflitto o catastrofiche. Riportando la problematica al mondo dei supereroi si traduce nella realizzazione di un Santuario, un centro di recupero costruito da Superman, Batman e Wonder Woman allo scopo di aiutare e riabilitare gli eroi (e i criminali) in crisi, vittime delle conseguenze dal loro stile di vita estremo.
Ma qualcosa è andato terribilmente storto.

La cifra di questa serie non va quindi ricercata tanto nelle roboanti splash-page ricche di azione ed esplosioni cosmiche quanto nella riflessività e nei dettagli. In questo senso l’attenzione che Clay Mann dedica alla costruzione delle vignette, contrappuntate anche da un paio di immagini dal forte impatto visivo, quasi grandguignolesco, conferiscono alle tavole un andamento ricco di gravitas, tragico, che ben si sposa con il racconto che King incanala su tre differenti binari: i flashback nel Santuario, caratterizzati dalla griglia a nove vignette che è ormai un marchio di fabbrica dello scrittore, la terribile scoperta di Superman & soci, descritta tramite campi lunghi e inquadrature angolate e drammatiche, e il racconto dello scontro tra Harley Quinn e Booster Gold, dal taglio più supereroistico.
Il primo capitolo di Heroes in Crisis si presenta quindi come una lunga e approfondita esposizione, avara di spiegazioni e più attenta alla costruzione del pathos che non all’intreccio in sé, un pilot (per dirlo con i termini cari al linguaggio delle serie TV) che finisce troppo presto e che lascia i lettori con il desiderio di sapere quello che è successo e quello che succederà.

Bam’s Version

JUSTICE LEAGUE DARK #3 di James Tynion IV e Alvaro Mártinez.

Con un colpo di bacchetta magica, il primo arco narrativo di Justice League Dark raggiunge la sua conclusione. Avevamo lasciato il collaudato duo Tynion IV / Mártinez colto alla sprovvista dall’arrivo dell’Uomo Sottosopra, nemesi nuova di zecca, terrificante figura che richiama entità horror moderne come Slenderman o il Crooked Man della saga The Conjuring: questo mostruoso ambasciatore del terrore risulta perfetto non solo nel design, ma anche nella sua viscida e inquietante presenza scenica.
Così come fu per Detective Comics, Tynion IV non ama prendere le cose alla leggera e le sua “resa dei conti” si trasforma in una gioia per gli occhi, spettacolo arcano che coinvolge tutte le parti in causa, da un gargantuesco Swamp Thing ad un John Costantine notevolmente potenziato; la minaccia dell’Uomo Sottosopra funge da perfetto escamotage per rivelare il futuro snodo di trama legato a Wonder Woman e a unire ancora di più i membri fondamentali della Lega Oscura. In tutto questo turbinio di rivelazioni ed action magica, da non ignorare anche l’ottimo utilizzo di Zatanna Zatara come voce narrante e il sempre più importante ruolo di questa famiglia nelle gerarchie occulte del DC Universe.

AMAZING SPIDER-MAN #6 di Nick Spencer, Humberto Ramos e Steve Lieber.

Con il sesto numero di ASM, Nick Spencer decide di rallentare e, messosi alle spalle Tri-Sentinelle, döppelganger e cambi di status quo, può dare ampio spazio alla sua vena umoristica. Humberto Ramos, veterano sul Ragno, e Steve Lieber, che con lo scrittore creò la splendida Superior Foes Of Spider-Man, lo accompagnano in questo scorcio nella vita di Peter Parker, sempre più infastidito dal nuovo coinquilino, Fred Myers alias Boomerang.
Le dinamiche a “la Strana Coppia” calzano a pennello: Spencer sa benissimo come caratterizzare questi due personaggi e, soprattutto, come continuare a muovere la trama principale in un numero senza action.
La reintroduzione del Bar Senza Nome e di un sottobosco di criminali di serie C permette esilaranti interazioni tra Parker e le sue più ridicole nemesi, mossa decisamente azzeccata. L’utilizzo di Boomerang come controparte e “spalla” del nostro Ragno sembrava una mossa azzardata e dettata dai lavori precedenti dell’autore, ma Spencer sta dimostrando come anche i suoi fan-favorite possano contribuire ad arricchire il Fresh Start dell’Uomo Ragno.

JUSTICE LEAGUE ODYSSEY #1 di Joshua Williamson e Stjepan Sejic.

È finalmente arrivato il momento di partire verso le stelle: quasi cinque mesi dopo il cross-over No Justice, Justice League Odyssey supera il muro dei ritardi e complicazioni editoriali e si unisce, finalmente, alle due League già in corso d’opera. Joshua Williamson costruisce il suo incipit proprio da No Justice, puntando l’occhio al Settore Fantasma, pianeti precedentemente intrappolati da Brainiac che sono stati liberati tra le stelle dell’Universo DC. Insieme a loro, popolazioni, culture, profezie, dei e mostri…e una voce, lontana, un’eco che richiama il gruppo di eroi a riunirsi e partire verso il centro della galassia.
Stjepan Sejic corre decisamente troppo, una velocità e superficialità figlia dell’ansia da deadline & consegna, un peccato perché vedere nuovi aspetti cosmici dà a questo #1 una buona dose di intrigo e curiosità; Williamson ha un buona base di personaggi ma c’è ancora troppo poco per giudicare la riuscita del progetto.

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