L’eterno ritorno di Bruce Wayne
Un eccellente fumetto di supereroi che porta il Pipistrello nel Terzo Millennio: il ritorno di Bruce Wayne è davvero imperdibile…
In Principio c’era il Monitor. Poi dalla perfezione primigenia nacque l’imperfezione. La realtà. Il Planetario dei Mondi fu creato per studiare la Realtà, e il Monitor Originale diede vita a esseri imperfetti che lo sorvegliassero: i suoi “figli”, i Monitor.
L’universo sanguinò diverse volte prima di incontrare il male definitivo, il dio che incarnava ogni forma di perversione e cattiveria. Il suo nome era Darkseid e aveva scoperto l’Equazione dell’Anti-Vita.
La sua stessa presenza nel piano fisico bastava per, letteralmente, annichilire il tempo.
Tutto era Uno in Darkseid, fino a quando, come accade sempre, venne sconfitto. Non una, non due, ma tre volte.
La sua essenza fu distrutta dall’Ultimo Figlio di Krypton. La morte del suo corpo avvenne per mano del Nero Corridore, ingannato dai Flash e dalla Sanzione Omega dei suoi fedeli.
Ma la prima ferita gli fu inferta da un semplice essere umano, l’uomo più pericoloso del mondo: Bruce Wayne, Batman.
Bruce ferì mortalmente il suo avversario con la stessa arma con cui Darkseid aveva ucciso suo figlio Orion. Il Radion era tossico per i Nuovi Dèi e tutto ciò che il Male Incarnato poteva fare era morire.
Prima di precipitare nello spazio-tempo però, Il tiranno di Apokolips maledisse l’Uomo Pipistrello, come ultimo asso nella manica.
Di come il Nostro si liberò da questa maledizione è ciò di cui parla la miniserie in sei numeri uscita in questi giorni per la Lion.
Partiamo dal principio però: questo ultimo volume della run di Morrison è un tassello fondamentale per l’economia della gestione tutta?
Sì. Senza dubbio.
Il Ritorno di Bruce Wayne chiude infatti molti dei discorsi cominciati con la lunga saga del Guanto Nero (che comunque si conclude sulle pagine di Batman & Robin).
Potremmo dire che in questi sei numeri è presente il manifesto di ciò che Batman è per lo scrittore scozzese.
Un personaggio adatto a interpretare qualsiasi trama, senza mai perdere di vista la sua reale essenza.
Lontano dal vigilante psicotico visto fino a Batman RIP, ma comunque inconfondibile nel suo essere sempre diverso.
Morrison smonta e rimonta Batman restituendoci una figura pronta ad affrontare l’avversario più temibile: il tempo.
Non solo quello della finzione, ma anche, metanarrativamente, il nostro. Batman ci sopravvivrà. Batman è un’idea, un pensiero e come tale, eterno. È un Nuovo Dio per noi come Orion lo è per il DCU.
Questa cavalcata verso il presente porterà l’Eroe a incontrare vecchi e nuovi personaggi del DCU, grazie ai quali riacquisirà sempre più consapevolezza di sé e dei propri mezzi.
Fino a un finale al cardiopalma, con ogni pezzo al proprio posto sulla scacchiera, che esplode in qualcosa di “morrisioniano” al 100%.
Come sempre accade per Morrison, ci troviamo di fronte a qualcosa di articolato che potrebbe spaventare soprattutto i neofiti del personaggio e dell’autore.
E, come sempre, il consiglio è quello di non arrendersi alla prima lettura. Perché come è vero che questo volume fa parte di una run durata svariati anni, è altrettanto vero che con la giusta dose di attenzione, la storia è godibile da sola. Certo, a patto di rinunciare a capire i riferimenti alle altre opere scritte in quel periodo. Ma insomma, sono esattamente questi i fumetti dei supereroi, no?
Dunque, se questo mese avete una ventina d’euro in più, fatevi un favore e comprate questo volume. Oppure gli spillati Planeta che contengono anche delle utili note. Quello che volete, ma il Ritorno di Bruce Wayne dovete leggerlo, perché porta il Pipistrello nel Terzo Millennio e perché semplicemente è un eccellente fumetto di supereroi.