Aula alla deriva – Il capolavoro ansiogeno di Kazuo Umezz in una nuova edizione
Star Comics presegue la pubblicazione delle opere di Kazuo Umezz con il capolavoro Aula alla deriva, monumento all’horror psicologico immerso in un mare di inchiostro nero.
Su DF possiamo vantarci di essere stati fra i primi in Italia a celebrare il genio (per parafrasare la poetessa) talentuoso, brillante, incredibile, sbalorditivo, sensazionale, spettacolare, mai uguale, totalmente unico, completamente mai visto prima, col coraggio di citare o non citare, di mettere tutto in un frullatore, di c*garci sopra, vomitarci sopra, mangiarlo e farlo rinascere di Kazuo Umezz: ne abbiamo parlato ben otto anni fa, quando nessuna sua opera era ancora giunta nel nostro Paese, celebrando le sconvolgenti tavole iniziali del capolavoro Kami no hidari te Akuma no migi te, le quali non solo trafiggono gli occhi del lettore per quello che mostrano, ma soprattutto per come lo mostrano. Da allora, negli ultimi anni sono arrivati in edizione italiana svariati lavori di Umezz grazie alle case editrici 001 Edizioni, In Your Face Comix e soprattutto Star Comics che sta pubblicando in maniera sistematica e omogenea i volumi del maestro nella sua collana Umezz Collectionn (splendido titolo).
In questi mesi Star Comics sta riproponendo Aula alla deriva del 1972-1974, probabilmente il titolo più celebre e rappresentativo di Umezz, in una nuova edizione in sei volumi la cui pubblicazione è iniziata lo scorso 30 gennaio e dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.
La casa editrice presenta l’opera come «la punta di diamante» dell’autore, e non a torto: Aula alla deriva è una serie infernale di eventi uno via l’altro in cui tutto va sempre peggio, quasi duemila pagine di azione non-stop, con un livello di tensione costantemente alle stelle, senza un attimo di pausa, fino all’ultimo respiro, e sempre narrato e disegnato da Umezz con uno stile incredibilmente angosciante che letteralmente impedisce al lettore di staccare gli occhi dalla pagina. Di vignetta in vignetta succede sempre qualcosa di più, di più, di più: un crescendo wagneriano che non finisce mai.
La narrazione è relativamente lineare: una mattina Shō va alla sua scuola elementare dopo aver litigato con sua madre, ma non fa in tempo a pentirsi e a dirsi che a casa le avrebbe chiesto scusa che di colpo un terremoto o qualcosa del genere colpisce la città, alienando l’edificio scolastico dal resto del mondo e trasportandolo in una landa totalmente desolata e misteriosa. Shō, i suoi compagni di scuola e gli insegnanti si ritrovano letteralmente in mezzo al nulla, sotto un cielo bruno segnato da una funesta eclissi, e dovranno lottare per sopravvivere fra la pazzia che serpeggia fra bambini e adulti, privi di cibo e acqua, bloccati in uno spazio-tempo incomprensibile, e circondati da pericoli orrendi e molto, molto grossi.
Anche se l’intera carriera di Umezz è segnata dalla predilezione per il genere horror, questo è stato declinato nei decenni in numerose varianti, da quello più sottile, psicologico e folk dei raccontri brevi (pubblicati da Star Comics nell’antologia Horror Theater) fino allo splatter grafico di Kami no hidari te Akuma no migi te, per arrivare al perturbante freudiano di Io sono Shingo sul rapporto uomo-macchina (previsione dell’intelligenza artificiale?). Aula alla deriva offre un horror che lavora non tanto sull’orrore di quello che mostra, ma sull’ansia che genera: il lettore non è infatti onniscente, ma comunque ne sa leggermente più del protagonista, così che può immaginare quello che succederà ma non esserne sicuro. Un perfetto esempio di suspense.
La grafica collabora moltissimo in questo, perché il largo uso del nero e la scansione dell’impaginazione (in cui a volte si tagliano ore intere fra una vignetta e l’altra e a volte si usano molte vignette per rappresentare un singolo istante, passo o gesto) costringe il lettore a tenere il ritmo desiderato dall’autore.
L’unica parte dolente dell’opera è, di nuovo e per l’ennesima volta, la sua edizione italiana. A livello editoriale i volumi sono di ottima fattura, ma a livello contenutistico no. Non solo mancano (come sempre) introduzione, prefazione, note, curatela editoriale, qualsiasi dato sulla pubblicazione originale e ogni altro apparato critico che un’opera storica di questo tipo meriterebbe, ma in questo caso viene anche il dubbio che la revisione del testo sia stata fatta forse un po’ di fretta o comunque non rifinita, perché ogni tanto s’incontrano situazioni linguistiche dubbie. Solo per restare nel primo volume e senza spoiler:
- «Guardate i gessetti!» [e ce n’è uno solo]
- «Professor Arakawa, quell’alunno non è suo figlio?» [e ce l’ha lì davanti agli occhi]
- «Sono passati più di tre minuti, quindi il peggio dovrebbe essere passato». [una delle numerose ripetizioni]
Vari poi gli erroretti stilistici, come «io e Shinichi» invece di “Shinichi e io” (o meglio ancora “Shin’chi e io” a essere pignoli). Niente di tutto questo compromette il valore altissimo dell’opera, è ovvio, ma certamente ne abbassa la qualità linguistica.
Criticità a parte, Aula alla deriva è veramente un’opera di grande importanza nella carriera di Umezz, nel fumetto horror e nella cultura pop giapponese in generale. Numerosi trigger warning come violenze da e su minori, tortura psicologica, sangue, ammazzamenti vari, insetti disgustosi, orrore grafico e altro non la rendono una lettura per tutti, dunque a chi non conosce Umezz ci sentiamo di consigliare di provare col primo volume e poi decidere se proseguire o meno, ma chi ha lo stomaco forte e vorrà scendere in questo abisso nerissimo di si ritroverà davvero un incubo da cui non potrà svegliarsi mai più, mai più, mai più.
Kazuo Umezz
Aula alla deriva, voll. 1 e 2
Star Comics, STAR, Umezz Collectionn, 30 gennaio (vol. 1) e 27 febbraio (vol. 2) 2024
320 pagg., b/n, brossura con sovraccoperta, 15×21 cm, 17.00 € cadauno
ISBN: 978-88-226-4410-7 (vol. 1), 978-88-226-4483-1 (vol. 2)