Topolino e il Rampiro di Transvitania (Topolino n. 3127)
Andrea Castellan (in arte Casty) e Enrico Faccini costituiscono il miglior sodalizio artistico che la Disney italiana abbia mai visto sin dai tempi di Rodolfo Cimino e Romano Scarpa.
Si tratta di due autori completi di altissima levatura ed è sufficiente leggere “Topolino Platinum Edition”, dedicato a Casty, e “Topolino Fluo Edition”, dedicato a Faccini, per apprezzarne le capacità creative.
Il dato più stupefacente è il come i due si integrino perfettamente quando sono chiamati a collaborare, alternandosi nel ruolo di disegnatore e di scrittore, in quella che poi è una fusione che non permette di capire dove finisca la mano di uno e cominci quella dell’altro.
In “Topolino e il Rampiro di Transvitania” abbiamo Casty alla sceneggiatura e Faccini in veste di disegnatore. I due imbastiscono un’avventura nella quale l’horror e surreale si fondono come nei migliori classici Disney.
Navigando su Mousenet (l’internet di Topolinia evidentemente) Pippo e Bruto viengono letteralmente risucchiati all’interno della rete per finire in Transvitania, un paese in bilico tra la dimensione eterea e la nostra realtà. Il perfido Conte Vlud, sovrano della nazione, sta rapendo gli ignari naviganti per i suoi loschi fini. La storia prosegue tra citazioni di Pac-Man e rimandi a vecchi videogiochi, tra i quali i due autori infilano delle gag di efficace umorismo. Particolarmente divertenti le quelle che vedono Topolino alle prese con Pippo e Bruto, fisicamente “appiattiti” e privi di memoria, ai quali deve costantemente presentarsi perché si ricordino di lui.
La storia manca forse del respiro delle avventure più lunghe di Casty ma riesce a strappare più di un sorriso e sicuramente non annoia mai.