Il terremoto nei fumetti: una piccola carrellata
Quello che è accaduto la notte tra il 23 e il 24 agosto non è il primo terremoto che percepisco forte e chiaro.
Non è neppure il primo terremoto di questa magnitudo, perché Ascoli Piceno da sempre è terra che oscilla sotto le forze della tettonica.
Ma è la prima volta che sento un terremoto così forte da quando scrivo i miei pensieri in libertà su questo sito, e con questa Associazione. La cui sede si trova proprio ad Ascoli Piceno, città nella quale sono nato e continuo a vivere.
Ho pensato allora che fosse interessante una piccola rassegna di fumetti che hanno trattato, in modo più o meno diretto, l’argomento terremoto, forse anche per esorcizzare un po’ le paure che, a meno di 24 ore dalla scossa che mi ha fatto tremare per la salvezza dei miei figli, ancora non scompaiono…
Nel 1955 Carl Barks nell’avventura di Zio Paperone al centro della terra, individuò la causa dei terremoti in strani esseri chiamati Terrini e Fermini (citati più di recente da Francesco Artibani tra i supernemici di Paperone). Il deposito è minacciato dai terremoti e la famiglia di paperi più famosa del mondo se ne va sottoterra per capirne il motivo.
Pochi anni prima (nel numero 65 del 1952, in Italia riproposta prima in Almanacco nel 1960, poi da sola nel 1964) Topolino affronta i segreti dell’isola dei terremoti.
Da allora catastrofi naturali e sommovimenti tellurici di tanto in tanto hanno caratterizzato le avventure dei personaggi Disneyani, ma solitamente in posti ben lontani dalle loro città di origine, mai messe in crisi dalla loro geologia.
Infatti lo spiccato senso di avventura presente in molte storie e i numerosi viaggi, sia dei paperi di Paperopoli che dei personaggi di Topolinia, ha portato tutti loro a confrontarsi con ogni sorta di pericolo, compresi appunto sismi e altri fenomeni geologici, in giro per il mondo.
In Italia, nel 2000, i personaggi della Disney sono stati usati dal Servizio Sismologico Nazionale e dalla Protezione Civile per una serie di volumetti dal titolo Alla riscossa… contro il terremoto.
Non si tratta di vere e proprie storie a fumetti ma dell’utilizzo dei personaggi Disney per facilitare la diffusione e la lettura delle più elementari norme da rispettare in caso di terremoto.
Questi libretti didattici furono realizzati in versioni diverse a seconda delle regioni d’Italia (copertine e loghi diversi) e distribuiti agli studenti delle scuole elementari e medie.
Qui trovate un piccolo estratto della versione del Friuli Venezia Giulia.
Più recentemente, e in modo più avventuroso, in una storia dal titolo emblematico (Terremoto!) ancora Artibani fa confrontare PK con fenomeni tettonici non del tutto naturali che mettono a repentaglio la sicurezza di Paperopoli.
Ma per un lettore di Batman come me, il binomio fumetti-terremoto non può che far venire in mente Terra di nessuno, una delle ultime saghe del trascorso millennio per il Cavaliere Oscuro, in cui Gotham, scossa da un violentissimo terremoto che la lascia praticamente senza speranza di risollevarsi, viene isolata dal resto degli Stati Uniti e abbandonata in balìa di sé stessa (e di tutti i villain che la popolano).
La saga, scritta da Greg Rucka, Chuck Dixon e Bob Gale, fa pensare a 1997: Fuga da New York, sia per l’ambientazione che per il comportamento della popolazione, ma, a differenza del film di Carpenter, tutta la città di Gotham è coinvolta e il terremoto è un coprotagonista della storia.
In Giappone, terra sismica perché posizionata sulla zona di subduzione del fondale pacifico sotto la placca asiatica, anime e manga si sono sempre occupati di quello che è un nemico sempre presente per la popolazione nipponica, che ha imparato a conviverci, a conoscerlo e a premunirsi.
In questo articolo di qualche anno fa, veniva preso in analisi il rapporto tra terremoto e mondo del disegno (statico e animato) giapponese. Oggi in realtà non c’è molto da aggiungere…
Anche noi ci siamo occupati delle conseguenze del terremoto del 2011 che ha provocato il disastro di Fukushima, ma più che del terremoto si è parlato delle sue conseguenze sulla centrale nucleare di Dai-ichi. E dopo il terremoto che ha colpito la prefettura di Kumamoto nello scorso aprile, numerosi sono stati gli interventi grafici dei mangaka.
In Italia si è occupato di terremoti soprattutto il fumetto impegnato, cioè quello che denuncia misfatti pubblici e privati, e racconta storie vere o verosimili. Perché purtroppo in Italia i terremoti hanno sempre coinciso con ricostruzioni lente e macchinose, talvolta innaturali rispetto al contesto di partenza. Con corrotti e corruttori, nel campo delle opere urgenti e senza controlli, in cui la malavita organizzata la fa da padrone. Situazioni in cui la stessa popolazione colpita ha sempre trovato la forza di risollevarsi.
Quindi storie di ordinaria corruzione e malcostume che si intrecciano con storie di straordinaria resistenza e dignità.
Un esempio è Il terremoto del Friuli di Paolo Cossi, che con il suo stile grafico dinamico e graffiante, con i suoi grigi, riesce a rendere quasi tridimensionali e tangibili le immagini. Un’opera che è più un flusso narrativo della coscienza di una terra, della quale peraltro Cossi è originario.
Altre opere sono state ispirate dal più recente terremoto abruzzese del 2009.
Da una parte (sempre per BeccoGiallo) L’Aquila 3.32, con storie tra la realtà e la fantasia e lo sguardo concentrato sulla gestione del dopo-sisma e della ricostruzione. Dall’altra Campo Aquila Ovest, che invece guarda le cose dal punto di vista dei volontari che sono andati ad aiutare nei campi dopo l’evento, in particolare quelli del Gruppo Lucano di Protezione Civile, che hanno anche sostenuto la produzione del fumetto.
Tutti quelli che abbiamo appena sfiorato sono modi diversi di affrontare un tema sempre doloroso, perché tratta delle forze della natura che l’uomo non può affrontare, ma solo sperare di arginare limitando i danni. Purtroppo non credo si riesca mai a togliere in opere di questo tipo quel fondo di angoscia e di ineluttabilità che le caratterizza, perché questa va di pari passo con l’umana impotenza.
Quindi abbiamo elencato opere di taglio diverso, a volte anche divertente, ma che mantengono una amarezza di fondo, perché sappiamo di poter al più scappare, mai vincere. E che, per quanto possiamo premunirci, non è detto che poi non sia lui, il terremoto, a renderci sue vittime.
Con un pensiero alle vittime di quest’ultimo terremoto, e a quelle di tutti i terremoti.
Nella speranza che i fumetti, come ogni altra forma di cultura, possano aiutarci a vivere meglio il tempo che ci è dato, nel rispetto e nella solidarietà con tutti.
P.S.: ovviamente questa breve digressione non vuol essere esaustiva, ma dare anche l’occasione per cercare altre opere, di tutti i tipi, e di tutte le nazionalità, che affrontino il tema da diversi punti di vista.