Nathan Never: Stazione Spaziale Internazionale e Luna 2069 – Parmitano, ASI ed ESA per l’astronautica a fumetti

Luca Parmitano è il settimo astronauta italiano, il primo a fare attività extraveicolare e a comandare la ISS.

Partito da Baikonur nel giorno del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, il 20 luglio scorso, è una icona dell’Italia positiva.

Si è trovato così protagonista di due fumetti pubblicati praticamente in simultanea sotto l’egida di ASI e ESA. Le due agenzie spaziali hanno infatti messo il loro logo su due fumetti di grande formato:

Nel volume che Leo Ortolani ha pubblicato per Feltrinelli Comics, il signor Mask, un uomo di ricchezza e potere infinito (pare che il Papa gli incensi la macchina), decide di tornare sulla Luna con il suo progetto privato, prima che ci arrivino le Agenzie Spaziali pubbliche.

Così ci viene raccontata la storia della più grande impresa spaziale finora compiuta dall’uomo, con molti dettagli storici precisi, con l’usuale sagacia e le battute a sfondo vario. L’occasione è la preparazione dell’astronauta Fortunato, che ha i lineamenti di Luca Parmitano. Il suo pigmalione è un RatMan che fa le veci di Elon Musk (con tanto di automobile lanciata in orbita). Lo vuole al tal punto nel suo progetto spaziale, da fargli passare un brutto momento. Infatti viene sostituito nella missione che deve tornare sulla Luna per le agenzie spaziali pubbliche. Ma solo per essere coinvolto nella missione che subito torna sulla Luna con il futuribile vettore del Signor Mask. Utilizzando un timer da cucina che funziona come macchina del tempo, entrambi si ritroveranno poi nell’anno del centenario del primo sbarco. E assistono allo sbarco commemorativo. E si toglieranno lo sfizio di dire all’umanità che loro ci sono già stati.

Fortunato (Parmitano) è molto ben caratterizzato: la passione per la scoperta che tutto vince, tranne la necessità di essere vicino alla figlia in un momento importante.

E il volume è ricco anche di altre chicche storiche, a latere degli eventi ufficiali, come il discorso di Neil Armstrong in occasione di una serata in onore di James Doohan, il Signor Scotty del primo Star Trek. Oppure quello preparato da Nixon, nel caso in cui l’Apollo 11 avesse fallito. Nel frattempo affronta con leggerezza temi diversi: dal terrapiattismo, a quelli che “sulla Luna non ci siamo mai stati”, o “perché non ci siamo tornati?”, alla relazione difficile tra una bambina e il padre che fa un mestiere “non da tutti”. E mostra una attenzione puntigliosa alla scienza, alla storia e alla tecnologia.

Ortolani torna a mettere nelle sue storie gli astronauti, come aveva fatto con Nespoli in occasione del suo ritorno nello spazio. Ma stavolta scrive una storia di fantascienza possibile, divertente e affascinante. Il suo stile personale riesce a non essere mai noioso o ripetitivo. Le battute e le vignette arrivano inaspettate e pungenti come sempre. Il Signor Mask non ha nulla da invidiare a RatMan, anche se ha avuto certamente più successo nella vita. Anche il tempo un po’ indefinito (alla fine non si capisce mai se siamo nel 2019 o nel 2069) contribuisce alla bonaria confusione che spesso troviamo nelle sue storie.

Fortunato è stato o no sulla Luna nel 2019? Come ha fatto a tornare in tempo per la recita della figlia? In realtà c’è stato nel 2069? E come ha potuto senza invecchiare? Fino alla scena finale del viaggio che Fortunato avrebbe dovuto fare, ma poi non ha fatto. E al Signor Mask che sulla sua auto va verso le stelle, con una serie di didascalie che ricordano L’Isola che non c’è di Bennato. Quasi a indicare la nuova strada da percorrere.

Come dice la stessa quarta di copertina, in questa storia si scopre che esistono molti modi per lasciare un’impronta nella storia dell’umanità. A volte basta lasciarla nel cuore dei bambini.

Il libro si conclude con alcune parti redazionali su ASI, ESA, ISS e Luna. Come al solito dettagliati, interessanti e che stimolano la curiosità del lettore.

Quello rappresentato da Sergio Giardo nel volume intitolato proprio Stazione Spaziale Internazionale è certamente un Parmitano più realistico. Perché anche l’ambiente che lo circonda lo è.

Per quanto neanche l’astronauta Fortunato sia una macchietta, nell’opera di Vigna e Giardo, Parmitano e l’equipaggio della ISS sono reali.

Hanno i visi che riconosciamo nelle foto degli astronauti presenti sulla Stazione Spaziale nella missione di cui Parmitano è comandante. Christina Koch, Andrew Morgan e il resto dell’equipaggio, compreso CIMON.

La storia richiama l’origine dell’Asteroide Argo e la stringa di energia vicina all’orbita di Giove, alle relazioni tra la Terra e Marte che i lettori di Nathan Never conoscono bene.

Dall’altro lato, la vita sulla ISS è descritta bene (con il contributo dell’ASI e dell’ESA); la strumentazione, gli eventi.

I due fumetti hanno in comune l’aspetto personale. In entrambi viene sottolineato come lo spazio sia prima di tutto un luogo del sé: l’essere esploratori, il richiamo dell’avventura in contrasto con quello della casa, l’affrontare l’ignoto e contemporaneamente, provare a renderlo normale. Secondo me non a caso in entrambi si ha a che fare con i bambini. Perché sono quelli che sognano ma anche che ci riportano alla realtà delle cose.

Nel secondo libro si incrociano anche gli aspetti personali dei protagonisti del futuro: quelli dell’equipaggio della Conestoga (che peraltro è stato anche il nome di un razzo spaziale) e di chi ne ha provocato la deviazione.

È interessante che Parmitano incontri Nathan mentre sta riparando l’AMS-02, durante una attività extraveicolare (di quelle previste nella missione che l’astronauta italiano sta svolgendo in questo momento sulla ISS). In effetti Vigna mescola sapientemente realtà e fantasia, raccontando il credibile, (come dice nella prefazione Francesco Rea dell’ASI) e le storie reali di Parmitano da bambino e da astronauta. La realtà della ISS: impariamo la struttura della stazione seguendone gli abitanti, o come si respira nello spazio. Dall’altra parte, oltre alla storia fantascientifica dei personaggi provenienti dal futuro (che in realtà non è più così remoto) i dialoghi e gli eventi verosimili dei nostri giorni.

Sarà proprio l’AMS-02 a portare Parmitano in una attività extraveicolare che non si aspettava. A bordo di una astronave che cita anche Star Trek (nelle forme, nella tecnologia degli ammortizzatori inerziali, nel prefisso USS). E che lo porterà fino a Giove.

E non servirà fare altre riparazioni all’AMS-02, perché ci penserà l’androide della Conestoga, che si chiama Tennyson, come il poeta dell’Ulysses, un altro esploratore.

Il lavoro di Vigna e Giardo, con i colori di Romina Denti, è una tipica storia bonelliana da 96 pagine, ma a colori e in grande formato.

E si arricchisce di oltre trenta pagine di contenuti speciali, seguendo un po’ la modalità dei volumi di Comics&Science. Ascoltiamo così le voci di tutti i protagonisti del fumetto. Parmitano, Vigna e Giardo infatti allargano lo sguardo a partire dalla ISS e da queste pagine verso lo spazio, tra realtà, tecnologia e immaginazione. Inoltre abbiamo interessanti approfondimenti su Beyond e sugli esperimenti che la missione sta portando avanti in orbita. Oltre a presentare ESA e ASI.

Due volumi significativi, due storie interessanti, autori e disegnatori di grande livello, due editori di prestigio. A dimostrare che il fumetto è un medium sempre più significativo nella divulgazione.

Luna 2069
Leo Ortolani
Feltrinelli Comics, 2019
240 pagine, cartonato, 20 x 29,2 cm, bn e colore – 20 €

Nathan Never – Stazione Spaziale Internazionale
Bepi Vigna, Sergio Giardo, Romina Denti (colori)
Sergio Bonelli Editore, 2019
144 pagine, cartonato, 22 x 29,7 cm, colore – 19,00 €

Commenta !

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi