Moving Pictures – Figure in movimento…
Kathryn e Stuart Immonen raccontano in modo particolare un aspetto dell’invasione nazista della Francia e di Parigi, sottolineando ancora una volta che la storia è la sovrapposizione di incontri e di scelte di singole persone…
…è la traduzione letterale del titolo, che potrebbe far pensare a un fumetto che racconti un film, invece il movimento è completamente diverso. Probabilmente perché in italiano picture si traduce in tanti modi (per Google Translate almeno 23)… avevo pensato a un fumetto che parlasse di cinema, anche per via del gioco di ombre e luci dell’immagine in copertina.
Invece devo ringraziare profondamente NPE e la sua campagna che lo scorso anno regalava titoli “casuali” dal catalogo in caso di acquisti online. E così ho conosciuto i coniugi Immonen, Stuart e Kathryn. Da trenta anni sulla scena del fumetto internazionale, hanno davvero esplorato tantissima parte del mondo dei comics (Marvel, DC, Image) e della bande dessineé, producendo nel 2010 un web comic che è poi stato raccolto in volume.
Lavorando in parallelo tra le major e le produzioni indipendenti, come hanno dichiarato più volte, si prendono i loro tempi per tirare fuori tutta l’arte che hanno dentro.
In questo lavoro si intrecciano molti aspetti, sia nella storia che nei disegni.
Una storia verosimile e a suo modo delicata, in un momento storico drammatico, che esplora un paradosso del periodo storico in cui è ambientata, e purtroppo non solo: il fatto che ci si occupi della cultura e dei quadri quando le persone venivano mandate a morire.
Un disegno schematico, appena accennato, con pochissimi dettagli dei personaggi e tante ombre completamente nere, senza sfumature, che diventa realistico solo nelle riproduzioni delle opere d’arte, per le quali invece si usa sempre la tecnica del tratteggio.
Vere protagoniste della parte grafica sono le opere d’arte, tra cui i dipinti, quelle pictures richiamate nel titolo, che si muovono non perché messe in ordine temporale su uno schermo, ma perché vengono trasportate. Trasportate via dal Louvre.
Infatti abbiamo da una parte i curatori francesi del Louvre che catalogano e nascondono nei vari castelli della Loira e della parte ancora sotto il controllo di Vichy: da Chambord a Chauvigny, dall’Abbazia di Loc Dieu a Chambord; dall’altra la Commissione Militare per l’Arte di stampo nazista. E discutono a lungo su dove e come sistemare le opere, andando incontro all’ineluttabile destino che finirà con il consegnare i capolavori all’invasore.
In realtà la storia (per fortuna) andò diversamente. Il responsabile del Louvre, Jacques Jaujard nel giro di qualche giorno (circa 72 ore) riuscì effettivamente a svuotare il museo, togliendo le opere principali dalle mani dell’Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg, incaricata di saccheggiare le principali gallerie d’arte europee per portare più capolavori possibile in Germania.
L’opera quindi è di fantasia, anche se perfettamente verosimile, e racconta della relazione fra il tedesco Rolf Hauptmann e la canadese Ila Gardner, che sui due fronti lavorano alla movimentazione delle opere d’arte del Louvre. La relazione e i rispettivi lavori si intrecciano, con una sensazione sempre presente di vischiosa oppressione che il tratto squadrato dei disegni e il netto bianco e nero della colorazione amplificano. Una relazione conflittuale, visto il lavoro che li porta a essere rivali, ma anche complice, alla ricerca di opere minori nascoste nei sotterranei e nelle casse, per mostre richieste dal Feldmaresciallo o per il solo gusto di trovarle (Hauptmann è alla ricerca di un’opera di George Braque, iniziatore del cubismo con Picasso, di piccolissime dimensioni, quasi un divertissement).
Proprio le opere d’arte danno un po’ di sollievo dall’oscurità che spesso nasconde anche i visi, in tavole in cui il nero prevale quasi sempre sul bianco. Quadri e sculture vengono disegnate con maggior poesia e realismo, insieme agli scorci della campagna francese che chiudono il libro. Le une e le altre permettono di evadere da una realtà che è invece oscura, quadrata, senza scampo.
Anche la gabbia delle pagine è regolare, le vignette sono disposte su tre righe. E anche se spesso si hanno splash page, non si esce da quello che sembra un film in bianco e nero dal contrasto elevato e dalla fotografia “triste”.
Tolti i due protagonisti, appaiono dei personaggi che sono poco più che comprimari: Jane, che Ila manda via all’inizio della storia con il suo passaporto; Marc, il cinico collaboratore che scappa da Parigi e che scrive la lettera finale; gli operai che, tra sigarette e martelli, non hanno grande rispetto per le opere; il commesso al servizio di Hauptmann. Persino alla stazione non ci sono altre persone, solo ombre.
I veri comprimari, tolti Rolf e Ila, sono le opere d’arte: si parla pressoché solo di loro. Delle opere preferite, di come impacchettarle, di dove sono state nascoste. Del tempo passato davanti a un’opera. Si parla addirittura di emettere sentenze riferendosi a dipinti e statue, quando in quegli anni si prendevano decisioni almeno altrettanto gravi sulle persone.
Anche se, a essere sinceri, non compare neppure un simbolo nazista: le bandiere per le strade di Parigi sono anche loro nere e non si vedono soldati, neppure di sfuggita, nelle scene all’aperto.
In effetti sembra di essere in una realtà parallela, altrettanto ineluttabile che quella storica. In cui si respira un’aria oscura, con qualche sprazzo di luce, come quando l’operaio sottolinea
questa volta la Francia non perderà
parlando con Ila delle Nozze di Cana del Veronese e di come siano state date al Louvre dall’Italia in cambio della Cena in casa Levi alla caduta di Napoleone.

I coniugi Immonen ci mostrano la loro grande versatilità nell’esplorare con il fumetto argomenti e realtà particolari, con registri grafici e una poetica sottesa molto interessante, lontana dai comics che pure frequentano con assiduità. Il fumetto in sé è un po’ criptico e di lettura non immediata, ma dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la Nona Arte può spaziare, anche senza cambiare autori, dall’intrattenimento meno impegnato a opere che hanno molteplici livelli di approfondimento.
Kathryn & Stuart Immonen
Moving Pictures
Nicola Pesce Editore, 2010
144 tavv., b/n, € 14,90
ISBN 9788897141488