Monster X Monster – Quando la caccia si fa grossa

In un mondo dominato da belve mostruose che divorano gli esseri umani, i soli eroi che hanno cambiato il destino del genere umano si fanno chiamare Bringer. Ma non tutti aspirano a diventarlo…

Quando ero piccola avevo la passione per i dinosauri. Immaginavo quanto sarebbe stato emozionante poter vedere un triceratopo in carne e ossa o un brachiosauro. Gli erbivori sarebbero stati innocui ma i carnivori ci avrebbero divorato. Come avremmo vissuto oggi se i dinosauri non si fossero estinti ma si fossero evoluti insieme a noi? Ci saremmo adattati in un mondo orrorifico, abitato da creature mostruose che si cibano di esseri umani? …Proprio come in Monster X Monster (モンスターxモンスター) di Nikiichi Tobita.

Un seinen manga di genere fantasy ancora in corso di produzione in Giappone ed edito dalla Shogakukan. In Italia è pubblicato dalla Edizioni Star Comics ed è giunto al secondo volume questo mese.

La storia è facile da immaginare, direte voi ma, se osservate bene la copertina, noterete un personaggio strano che è ben lontano dallo stereotipato eroe seinen. Cosa dobbiamo aspettarci da questo protagonista disadattato in un contesto in cui sembra capitato per sbaglio?

Questo elemento così estraneo ai canoni a cui siamo abituati, rende l’opera originale e accattivante.

In un mondo dominato da belve mostruose che divorano gli esseri umani, i soli eroi che hanno cambiato il destino del genere umano si fanno chiamare Bringer.

Questi guerrieri temerari cacciano i mostri per farne materie prime di alto valore economico. Zanne, corna, occhi, pellicce, carne, ossa, tutto può essere commercializzato. Così mentre tanti giovani sognano e si prodigano per divenire un giorno il più temuto e più forte Bringer del mondo, il nostro protagonista, quasi trentenne, preferisce poltrire nella sua cameretta.

Fiero di essere un NEET (Not in Education, Employment or Training) è troppo pigro per perseguire un obbiettivo, troppo codardo per voler divenire un Bringer, troppo sfaticato per trovarsi un lavoro e troppo dipendente dai videogiochi per dedicarsi ad altro.

I disegni ricordano quelli di  Masayuki Taguchi, l’autore di Battle Royale per intenderci. Lo stile tende al realistico non trascurando i minimi dettagli. I personaggi sono ben curati, dalle espressioni ai costumi. Particolare attenzione ai volti anziani, per i quali l’autore non si è risparmiato, senza trascurare la minima ruga.

Tobita mostra una notevole attenzione nella realizzazione delle tavole che ammaliano gli occhi durante la lettura. I mostri sono disegnati splendidamente.

Le folte criniere, le protuberanze ossee, la pelle squamosa, gli sguardi accesi, niente è stato trascurato per un risultato di ottima qualità.

Per rispettare la categoria del manga, non può mancare l’intimo femminile di conturbanti ragazze bellissime.

Le vignette esilaranti, sono un valore aggiunto a un trama originale in cui l’autore ha messo insieme elementi tra loro lontani.

Nonostante non ami i protagonisti pervertiti e perdigiorno come in questo caso, ho rivalutato il genere di personaggio. Nello sviluppo della trama, il protagonista cresce e acquista carisma.

L’autore infatti lo accompagna mano nella mano, e pensate che dall’inizio non ha neanche un nome. I personaggi che gli ruotano intorno contribuiscono a plasmarlo e spronarlo verso l’obiettivo che il lettore si aspetta.

Buona lettura!

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