Follia ed entusiasmo alla Fiera del Libro – il laboratorio di Fumetto
Dimensione Fumetto ha organizzato un laboratorio di disegno alla 22ma Fiera del Libro per Ragazzi di Folignano. Questo è il racconto di una folle giornata in compagnia di 44 ragazzini scalmanati
Non a tutti interesserà leggere questa storia, perché è un resoconto molto personale di come io stessa e Dimensione Fumetto siamo finiti a tenere un laboratorio alla Fiera del Libro per ragazzi di Folignano.
Però è una bella storia, quindi leggetela lo stesso…

Tutto inizia con una giovane ventenne bionda piena di energia e di entusiasmo, dal nome letterario di Beatrice, che mi contatta per dirmi che le piacciono i miei disegni e che vorrebbe proporre una mia mostra alla 22^ edizione della Fiera. Potevo dire di no? Un imperativo della mia esistenza attuale è non dire mai di no alle cose folli: è così che l’avventura inizia.
E l’avventura con Dimensione Fumetto è iniziata sedici anni fa, anche se in modo diverso, e insieme ne abbiamo fatte tante: dunque, se una mia mostra ha senso, ha senso che io proponga alla Commissione organizzatrice di fare una lezione/laboratorio sul fumetto. Fin qui tutto logico.
Finché poi non scopro, praticamente per caso, che a questa lezione si sono iscritti ben quarantaquattro (44!) bambini, di elementari e medie, e che io dovrò provare a far capire loro cos’è un fumetto e come ci parla il suo linguaggio. Ecco. All’incirca la mia idea di Inferno. Parlare ad adolescenti è già più semplice, l’argomento non è così diretto e elementare! Eppure… Qurantaquattro bambini hanno risposto alla chiamata del titolo dell’incontro, Storie di mano e matita. Quarantaquattro anime innocenti hanno pensato che questo laboratorio sarebbe stato divertente, che avrebbero imparato qualcosa, magari qualcuno avrà anche detto “Figo!”. Ed ecco, questa è abbastanza l’idea della Felicità per chi, come noi, ama i fumetti.
Così finalmente, tra viaggi all’ARF!, studio, preparazione di Concorsi, è arrivato il fatidico pomeriggio del laboratorio, con in mio possesso soltanto un foglietto di appunti, rimasto nello zaino, e un sorriso di aspettativa e timore.

Quando arrivano i bambini il timore scompare: grandi occhi, sorrisi furbi, sguardi timidi, lentiggini e risate, curiosità e fiducia. Soprattutto fiducia…
E la lezione inizia con: – Io sono Silvia, e quei disegni lì li ho fatti io!
– Nooo, che brava! Che belliii!
– Ma mi piacciono tanto anche i fumetti! Chi mi sa dire cos’è un fumetto?
(Tante tante mani alzate, chi me lo urla: – Sono disegni dove le persone parlano con le vignette! Chi mi chiama vicino perché è timido, ma la sua risposta la vuole dare, sussurrata: – È un disegno dove ci sono le parole).

E da quel momento, nonostante le urla dei più vivaci, gli scontri interni tra amici e avversari di vecchia data, l’impossibilità di far sentire la mia voce, i rimproveri di Beatrice e un grande, grande, entusiasmo generale, la lezione è partita: tutte le linee tonde che formano la facciona di Topolino (grande successo) ci parlano di un personaggio buono e buffo (- Come Doraemon?), mentre le linee dure e spezzate che servono per disegnare Goku ci parlano di un personaggio potente (-Ah ecco, è Dragonball, no Goku). E tutti, dai sei anni in su, che hanno tentato di venirmi dietro e capire quello che cercavo di dire, anche se a una piccola il disegno del Sayan proprio non veniva bene e ci ha pianto su tante lacrime (unico serio dramma del pomeriggio, a parte un bimbo che ha deciso che non voleva disegnare affatto ed è rimasto silenzioso osservatore per due ore, e un altro che ha abbandonato il gruppo di amici che lo chiamavano “ciccione” e ha continuato a disegnare serpi tra un personaggio e l’altro).
– Dai piccola, non piangere che adesso disegniamo Elsa di Frozen!
E lei piangendo ancora più tristemente: – A me non piacciono le principesse…
Ma poi la differenza del disegno del viso delle sue sorelle (tutto nelle sopracciglia e nei capelli, che ci indicano quale delle due è quella pericolosa e chi quella buona) ha avuto il suo discreto successo, perché anche per i maschi mettersi alla prova con qualcosa che non si disegna mai (manco morti) può diventare appassionante.

Unico magico momento di silenzio, è stato quando abbiamo provato a disegnare il corpo umano partendo dal manichino, con l’onore riservatomi dal piccolo D., il bambino più dolce del mondo, di disegnare davanti ai miei piedi perché da lontano non vedeva e non mi sentiva.
E infine, (dopo la merenda) tutti intorno a me a chiedermi il loro ritratto, o un disegno (grande stima per la ragazzina che mi ha detto -Mi fai Batman? Magari anche Superman perché ancora non so chi preferisco), ma il tempo era quasi finito e tanti sono stati portati via dagli impegni dei loro genitori, mentre per fortuna altri hanno potuto aspettare e io mi sono sentita così tanto la Zerocalcare “di no’ artri”, con tutti intorno a me in attesa, che mi facevano quei complimenti sinceri che solo i bambini sanno fare, che mi mostravano i loro sguardi limpidi e aperti, contenti di andar via con un foglio scarabocchiato a matita e un fumetto offerto da DF.
A tutti quelli che non hanno potuto attendere: ci rivedremo.
A tutti tutti tutti: che bello! Non mi aspettavo di divertirmi tanto! Come faccio a ringraziarvi?
Una delle avventure più emozionanti della mia vita. Grazie al Comune di Folignano, a Beatrice, a Dimensione Fumetto, a chi mi ha aiutato e ai quaranta (alla fine non quarantaquattro) bambini che sono stati lì: spero vi siate divertiti quanto me.
Che bel racconto! Chissà se quei fumetti donati possano instillare ancora di più la voglia di fumetto in quei bimbi!
Quando ho chiesto se ne leggevano e cosa leggevano, tante mani si sono alzate… speriamo bene!