DK n.1 – nome in codice “Diabolik 2.0”
Per poter entrare fin da subito nel mondo e nelle atmosfere di DK, il nuovo mensile targato Astorina, occorre partire, come chiarito dallo stesso direttore della casa editrice, Mario Gomboli, da una proporzione: immaginare che la realtà in cui si muove il personaggio stia a Clerville (la capitale dell’omonimo stato fittizio, in cui Diabolik compie le sue attività criminali) come Clerville sta alla nostra. Sì, perché DK si caratterizza immediatamente come una sorta di “clone” del Re del terrore, tant’è vero che in redazione il progetto che a suo tempo mirava a definirne i contorni era chiamato in codice “Diabolik 2.0”; e anche i comprimari delle storie, pur non avendo ufficialmente nomi propri, riproducono fisicamente Eva Kant e Ginko. Non possono mancare tuttavia, naturalmente, anche tratti espressamente vòlti a sottolineare l’originalità della nuova pubblicazione, ideati soprattutto per non rischiare di scivolare in un pericoloso effetto doppione. Ecco quindi riferimenti ai fumetti d’oltreoceano, per marcare la distanza dal feuilleton francese che aveva invece fornito materia d’ispirazione per Diabolik, e un formato, anch’esso “all’americana”, che rivela viceversa l’intento di offrire al prodotto una garanzia di internazionalità. Il risultato è una miniserie in quattro numeri, a cadenza mensile, di cui il primo novembre 2015 è uscito il n.1 (esattamente 53 anni dopo che nelle edicole aveva visto la luce il Diabolik n.1, oggi oggetto di culto per i collezionisti).
A una prima lettura dell’albo si può effettivamente, soprattutto se si è un fan dell’Astorina, avere la sensazione di essere di fronte a una sorta di remake: e questo non solo per le caratteristiche del personaggio (ladro e assassino, freddo e spietato, uomo dai mille volti e senza passato…), ma anche per la quantità di ammiccamenti e citazioni che rimandano al fumetto ispiratore, fino ai momenti dei suoi esordi (oltre alla caratterizzazione grafica di protagonista e comprimari, di cui si è detto, si notano: la predilezione di DK per i pugnali, la presenza della Jaguar, addirittura il furto di un diamante rosa, come ne L’arresto di Diabolik…). E se si scorrono i giudizi sulla pagina FB Diabolik – Il Re del Terrore, sembra infatti che, almeno da parte di qualcuno, l’accoglienza per questa nuova proposta sia stata un po’ tiepida.
Sarebbe tuttavia ingeneroso non tenere in debita considerazione i punti di forza su cui la pubblicazione può contare, che non sono pochi.
Innanzitutto, il soggetto, originale, scritto da Mario Gomboli in persona, che ha voluto in questo modo contrassegnare fin dall’inizio DK con una sua impronta personale; la sceneggiatura di Tito Faraci, libera dagli schemi classici, con un uso nella costruzione delle tavole con vignette di dimensione variabile che imprimono ritmo e dinamicità alle scene; i magistrali disegni di Giuseppe Palumbo, orientati verso la realizzazione di soluzioni grafiche innovative, ed esaltati dalla colorazione di Inventario ed Enrico Pierpaoli; le copertine di Matteo Buffagni, veri e propri quadri dipinti a olio su tavola; l’incisività della testata, con un taglio diagonale che ricorda la cicatrice sul sopracciglio destro di DK; e altre particolarità, come la foliazione, di ben 72 pagine, quindi piuttosto corposa, e la rilegatura, spillata, che consente l’inserimento di “paginoni doppi” di indubbia efficacia rappresentativa.
C’è anche da dire che forse mai come nel caso di DK i potenziali lettori hanno potuto seguire in presa diretta la nascita di un nuovo personaggio a fumetti: dopo i primi scambi di idee in Redazione, intorno al 2010, in occasione di Lucca Comics & Games 2012 venne presentato il volume DK, Work in progress; poi, il tutto venne riproposto in un albo del 2013 all’interno della collana Il Grande Diabolik, per approdare finalmente a questo n.1. Di volta in volta suggerimenti, critiche e osservazioni da parte di amici, conoscenti e fan hanno permesso di aggiustare via via il tiro, facendo apportare modifiche anche sostanziali, come per esempio, in questo numero, un prequel del tutto inedito.