Viaggio nel regno dei manga – Il Tezuka Museum

Non c’è dubbio, il sogno di qualsiasi appassionato di manga e anime, sia esso della vecchia o della nuova generazione, è sicuramente quello di andare almeno una volta nella propria vita in Giappone.

L’immensa e sfolgorante città di Tokyo, le attrazioni del quartiere di Shibuya, i mille negozietti da visitare ad Akihabara … che meraviglia!

Però, quello che forse non tutti sanno, è che la vera patria dei manga si trova ben lontano dalle sfavillanti luci metropolitane; dopo un bel viaggio in treno, eccoci quindi a Takarazuka. L’amena cittadina del sud del Giappone non è solo la patria del teatro di sole donne ma è stata il luogo che ha dato i natali al creatore dei manga per come li conosciamo noi ora: Osamu Tezuka.

A poche centinaia di metri dalla stazione dei treni di Takarazuka, perso fra le vie interne della città, si trova l’Osamu Tezuka Manga Museum.

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Già dall’esterno la struttura dell’edificio, simile a un planetario iridescente, fa presagire la magia che si cela all’interno. Di fronte al palazzo veniamo accolti da una bellissima statua di “Hi no tori” (La Fenice)il cui basamento poggia su una pavimentazione che, strizzando l’occhio alla “Hollywood walk of fame”, presenta delle piastrelle in cemento con impresse le impronte di alcuni dei più famosi personaggi costituenti lo “star system tezukiano”.

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All’ingresso troviamo una pavimentazione a mosaico, col quale è raffigurato il buffo faccione caricaturale di Tezuka… si ha quasi timore a passarci sopra! Ai lati troviamo invece delle vetrinette colme di memorabilia vintage e non di Atom, Kimba e tanti altri personaggi.

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Entrati all’interno, il museo si presenta come con grande laboratorio suddiviso in tre piani. Il piano terra, oltre a ospitare la sala cinema, dove a intervalli regolari viene proiettato un gradevole corto d’animazione, racchiude al suo interno quelle che si possono definire “ampolle del tempo“: vere e proprie strutture in ferro e vetro che sembrano prelevate da un film di fantascienza anni ’50. Ogni teca contiene al suo interno, in ordine cronologico, materiale originale del Maestro: le foto della sua infanzia, la passione per gli insetti, gli studi di medicina, il basco e gli occhiali, i primi lavori e appunti dove possiamo vedere abbozzate le caratteristiche principali delle sue opere, le stampe dei primi manga di successo, numerose tavole originali e gli storyboard dei suoi anime. Decisamente emozionante!

Prima di salire al piano superiore è doverosa una sosta al bagno, dato che verremo accompagnati nel corridoio dai personaggi di “Jungle Taitei” (Kimba il leone bianco)Atom ci ricorderà di non dimenticare nulla

Il secondo piano è destinato ad ospitare delle mostre che lo Staff del museo organizza periodicamente. Nella nostra visita abbiamo avuto la possibilità di ammirare le tavole originali di “Adolf ni tsugu” (La storia dei tre Adolf). Rappresentante la 64esima Mostra del Museo, è stata appositamente allestita per i 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Le tavole selezionate raccontano i tratti salienti dell’intera storia del manga. Non manca una vetrinetta dove poter ammirare i volumi del fumetto nelle sue diverse edizioni internazionali: c’è anche quella italiana edita dalla Hazard Edizioni e recentemente ristampata.

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All’ultimo piano troviamo, oltre alla solita caffetteria e negozietto di merchandise, una bellissima libreria dove poter leggere moltissimi volumi delle opere di Tezuka e, poco più avanti, un vero e proprio laboratorio dove delle ragazze del Museo, invitano a sedersi di fronte a dei computer e, grazie a dei mini-giochi, a imparare i rudimenti dell’animazione.

Conclusa la visita, prima di volgere le spalle al museo, un ultimo sguardo all’interno permette di scorgere un dipinto del Maestro circondato dai suoi personaggi più cari, simbolo di come la fantasia resterà sempre vivida nei cuori di chi la cerca

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Mauro Paone

I fumetti fanno parte della mia vita da sempre, per questo sarò sempre una parte di loro...

Un pensiero su “Viaggio nel regno dei manga – Il Tezuka Museum

  • 12 Gennaio 2016 in 16:41
    Permalink

    Un motivo in più per andare a Takarazuka (oltre al teatro dove DEVO andare).

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