Comics&Science: The Light Issue – Zerocalcare a Trieste

Free electron laser, luce di sincrotrone, elettroni, meccanica quantistica… Zerocalcare alle prese con uno dei centri di ricerca più importanti in Italia

La filosofia di Comics&Science è semplice: raccontare storie belle e interessanti, che divertano e incuriosiscano il lettore, spingendolo ad approfondire argomenti scientifici avanzati.

Andrea Plazzi e Roberto Natalini introducono così il secondo numero del 2018 della pubblicazione CNR che ha definitivamente sdoganato la divulgazione scientifica a fumetti in Italia. E sta provando a farne uno strumento efficace e diffuso di divulgazione culturale.

Il frutto del viaggio a Trieste, nella struttura di Elettra, il sincrotrone italiano, è un numero ricchissimo di fisica di frontiera, di esperimenti e nozioni per niente intuitivi. Con la  solita cura messa negli aspetti scientifici e la capacità del fumetto di tradurla in disegni e storie del tutto comprensibili.

L’attenzione del big del fumetto italiano coinvolto in questo numero è stata maniacale (ne abbiamo parlato nella presentazione che abbiamo già pubblicato). Infatti dopo aver ammesso che è territorio suo per fare bella figura davanti agli editor, in realtà mostra qualche perplessità.

Il reportage pubblicato sul sito divulgativo della SIMAI è esplicativo e approfondito e le foto, molte delle quali riportate anche nei redazionali scientifici del cartaceo, ci mostrano un Michele Rech attento e preoccupato come il suo alter ego grafico.

E la stessa attenzione scientifica si trova, come al solito, negli editoriali e nel materiale della nuova pubblicazione.

Il main course è il racconto di Zerocalcare della visita a Elettra, accompagnato da tre strani personaggi, due dei lemuri protagonisti di Madagascar e SailorMoon (d’altra parte siamo abituati agli alter ego).

Con la solita efficacia.

Tra le battute solo apparentemente ignoranti e i disegni ormai caratteristici, spiega con chiarezza la struttura e il funzionamento di base del sincrotrone. E anche un pochino della fisica che c’è dietro.

Con il fine per niente celato di far appassionare alla scienza. Perché più è grande il mistero, maggiore è l’impegno necessario a svelarlo. E maggiore è la presa che il mistero e la sua soluzione hanno su di noi.

Fine che emerge in modo esplicito alla conclusione della storia. Ed è un po’ il fine di tutti i fumetti dedicati alla scienza, non solo di quelli di questa serie.

Il fumetto, soprattutto se ben fatto, diventa veicolo forse imprescindibile per interessare il lettore a questi argomenti. Specie in una società disattenta come questa, in cui i giornali e i media seri finiscono con l’inseguire il pubblico scendendo in una spirale al limite dell’indecenza. Mentre i comics possono accendere l’attenzione su temi non banali.

La forma della facility di Trieste, gli elettroni, le linee del sincrotrone, le possibilità di ricerca vengono narrati con efficacia.

L’enorme anellone sdraiato origina dallo Stargate, con una citazione che i più giovani forse faticheranno a comprendere. Le particelle (elettroni) sono rappresentate con un aspetto che è a metà tra i neurotrasmettitori di Siamo fatti così e i rattodonti di Bone (ops, ho spoilerato?). Il tutto arricchito anche da citazioni coatte, come nelle corde di Zerocalcare.

Tutto serve a far conoscere una realtà nazionale che porta avanti la ricerca di base e di punta da oltre trenta anni, di cui peraltro non molti sono a conoscenza. Come ignoriamo che il nostro paese sia stato lungamente all’avanguardia, da ADA, ad ADONE, fino a DAΦNE, salvo poi perdersi un po’ quando altri paesi hanno messo a disposizione denari per ordini di grandezza ben maggiori. Perché comunque quella del sincrotrone è una storia quotidiana di lavoro, di raccolta dati, di analisi, di rendere usuale una cosa che usuale non è.

La gente ce lavora qua, mortaccivostri. Mica stiamo a Gardaland

protestano i ricercatori quando la strana spedizione guidata da Roberto “Julien” Natalini attraversa (bloccando la fila) i cancelli del centro di ricerca.

Certo non è l’unico o il più grande dei sincrotroni, basti pensare al ben più famoso LHC del CERN (che in realtà ha altri scopi scientifici), o ad ESRF a Grenoble. Ma è l’occasione di far vedere che anche il nostro paese, nonostante l’ormai atavica mancanza di fondi per la ricerca, è all’avanguardia. E lo è da anni. E lo è in tanti campi.

Il titolo del numero The light issue fa riferimento al fatto che è con la luce che si fa scienza. La cosiddetta luce di sincrotrone, cioè la radiazione continua prodotta da questo tipo di fenomeni subatomici negli acceleratori (ovviamente è spiegato benissimo nei disegni e nei redazionali). Ma anche la luce del FEL (free electron laser) la luce pulsata a femtosecondi (1 milionesimo di miliardesimo di secondo!) che sta avendo moltissime applicazioni dirette. Quella di Elettra a Trieste si chiama FERMI.

E a partire dalla luce vengono approfonditi temi tecnici e scientifici. Dalle stesse persone che compaiono nella strana foto di gruppo. Tutta gente che Zerocalcare incontra a Trieste.

Andrea Lausi e Roberto Visintini sono gli autori del primo articolo tecnico. Spiegano in modo chiarissimo la fisica di queste sorgenti luminose, i risultati che portano e anche come la comunità scientifica internazionale ne usufruisca.

Mattea Carmen Castrovilli  ci porta per mano a capire perché in realtà non possiamo pensare agli atomi e ai loro componenti come delle semplici “palline”, come ci ha invece abituato il modello di Bohr.

Daniele Catone ci racconta una parte della vita del ricercatore (o dello sperimentale, come lo chiama qualcuno). Che è fatta di turni impossibili, logbook e un gergo al limite dell’iniziazione.

Gabriele Bianchi ci fa capire come la scienza sia precaria. Perché potrebbe bastare un solo esperimento per buttare alle ortiche anni di teoria e di pratica scientifica (come è già successo in passato).

Chiudono il numero i soliti Davide La Rosa e la redazione di Lercio.it.

Insomma un numero che è un vero e proprio manualetto di fisica dei sincrotroni, che viene affrontata da diversi punti di vista, anche quello umano del ricercatore, che spesso si “seppellisce” nelle linee. Perché in queste grandi facilities il tempo per gli esperimenti è dato e va sfruttato al massimo. E che spesso lo fa solo per la passione di far diventare una fessura sul mondo una portafinestra.

Comics&Science – The light issue
CNR Edizioni
52 pag, colore, brossura, € 7

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