Suiciders #1 – Dedicato a chi viaggia spesso

Suiciders volume 1, testi e disegni di Lee Bermejo, colori di Matt Hollingsworth, edito dalla DC Comics negli USA e dalla RW Lion in Italia, è un albo che raccoglie sei capitoli di un’avventura ambientata a “New Angeles” -quello che resta di Los Angeles dopo il Big One-, dove dei lottatori di straordinarie capacità si affrontano all’ultimo sangue in arene gremite di folle in delirio, e sono chiamati i “Suiciders”; il campione attuale pare davvero imbattibile, ma se ne sa nulla e la strapotente organizzazione che gestiste i combattimenti si prodiga molto nel proteggere la divulgazione del suo oscuro passato.suic.1

L’ormai sperimentatissimo e blasonato Lee Bermejo si produce in questa sua opera di cui è anche autore, ambientata in un mondo che si rifà a tanti precedenti; anzi forse potrebbe essere definita proprio come una composizione di idee tutte già viste e modellate in una nuova forma.
Per dirne qualcuna, Conan il Barbaro e la necessità di combattere e vincere per sopravvivere, Mad Max (che lo stesso autore ha anche avuto modo di disegnare) e molte altre opere con scenari post apocalittici, l’idea di usare il Big One neppure è nuova -anzi piuttosto ripetuta-, c’è tanto Hard Boiled, un cinismo e una spietatezza -oltre a situazioni da “saloon”- da western anni ‘70 (e ulteriori) o persino il connubio California-lusso-crudeltà di opere come Sin City. Se ne potrebbero aggiungere davvero tante altre, ognuno si diverta a completare la lista, se crede.Suiciders-2

Quindi, sì, d’accordo, il mondo è spietato sino alla nausea, ci si muove solo tra cinismo, egoismo estremo, indifferenza al dolore umano e anzi persino godimento per lo stesso e per la morte del più debole, ma tutto questo è stato detto e visto over and over and over again, tanto che ci si chiede se sia davvero necessario ripeterlo di nuovo, cambiando nomi e situazioni, ma, in sostanza, lasciando tutto immutato; compresi passato oscuro, amore distrutto, accumulazione di torti e vendetta, tradimenti, e persino la ri-proposizione di un personaggio spalla, debole e menomato, ma scaltro e indipendente, che ha imparato a sopravvivere, e in un certo modo è anche dotato di cuore, una costante rivisitata dai tempi dei vecchietti sciancati con doppietta alla Un Dollaro d’Onore.

Insomma, la storia è come tante, e la domanda sul perché si dovrebbe perderci del tempo dietro, sorge. Ci sono risposte valide, però.
Innanzitutto per puro intrattenimento, magari in aeroporto, al posto del Candy Crush e quando probabilmente lo Zibaldone (come disse qualcuno: “di Leo Pardi”) sarebbe poco indicato e ingombrante.
Il fumetto in effetti scorre agile e veloce, è comprensibilissimo e avvince come fanno tutte le storie del genere per quante se ne siano già lette.
Ma la ragione più importante è forse il lato artistico, che brilla, brilla davvero, nonostante anche lì salti agli occhi certa stereotipicità. suiciders_3_1
I personaggi sono in classico stile comic-book, spesso muscolosissimi, altrimenti sciatti e trasandati, la violenza è esplicita e in un certo senso fastidiosa come si vuole che sia –quindi bene-, c’è anche certa sensualità e una gamma notevole di ambientazioni con suggestioni diverse, dal militare, al robotico, allo spionistico.
Quindi, se anche dal punto di vista grafico nulla di nuovo, il tutto è realizzato veramente bene. Ottimo!
Forse, tra le citazioni e i rimandi, ho trovato oltre ai supereroi (Batman, Capitan America, X Men, e via discorrendo) anche qualcosa di Lobo e specie del Punitore, ma quello che conta è che l’opera è magistralmente realizzata da ogni punto di vista, tratto, colore, regia, inquadrature, selezione delle scene, e vale suiciders-4-previewsenza dubbio la pena per gli amanti del genere.

Più fiacco di ogni altro, è il lato allegorico-simbolico e i parallelismi con la società americana e i suoi problemi, l’allusione all’immigrazione, l’uso di un muro per separare le persone, e molto altro di ritrito. Il tutto sa proprio della semplicistica moraletta hollywoodiana perbenista. Ma non ci si può nemmeno attendere di meglio.

In definitiva, quindi, non solo per i puristi del disegno, e specie se uno viaggia molto, l’acquisto può essere consigliato, il divertimento è semplice (sempliciotto, magari), ma assolutamente garantito.

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