Aliens: Defiance #1 – Nessuno può sentirti gridare
L’universo di Alien arriva in Italia e saldaPress comincia trasportandoci subito nello spazio profondo con Aliens: Defiance, midquel ambientato fra i primi due film della saga.
Inutile negarlo: il fascino orrorifico delle creature nate dalla mente di Ridley Scott ed H.R. Giger continua a essere eccezionale e accattivante. La saga di Alien non ha mai accennato a frenare in popolarità, nonostante numerosi acciacchi cinematografici.
Gli Xenomorfi sono forme di vita aliene orripilanti e letali, motori di un universo narrativo che dal 1989 ha cominciato a espandersi anche al mondo del fumetto grazie a Dark Horse Comics con la prima serie Outbreak, sequel di Aliens scritto da Mark Verheiden e disegnato da Mark Alan Nelson.
Quest’anno, il nuovo capitolo della serie, Alien: Covenant arriverà sugli schermi dei cinema di tutto il mondo, diretto dallo stesso Scott, come sequel diretto del più recente Prometheus. Approfittando della linfa vitale in popolarità portata dalla pellicola, saldaPress porterà in Italia un consistente pezzo di questo universo a fumetti, distribuendo la sopra citata serie originale del 1989, in un formato deluxe cartonato, il primo capitolo del grosso cross-over Life and Death dedicato a Prometheus e la miniserie Aliens: Defiance.
Proprio grazie a saldaPress, Uncanny Comics e Dimensione Fumetto hanno potuto leggere in anteprima il primissimo numero di Defiance, capitolo non-canonico che copre il lasso di tempo trascorso tra il primo incontro tra Sigourney Weaver e gli Xenomorfi in Alien e il suo sequel Aliens.
La serie non esplora i personaggi presentati da Ridley Scott nel suo primo film, bensì si concentra sul mondo attorno a loro, portandoci nei panni di una nuova protagonista e di una storia che si sente più slegata dalla “trama” principale, affrontando tematiche e situazioni molto più vicine a quelle dei sequel Aliens e derivati.
Il ruolo di protagonista principale, nel caso di Aliens: Defiance, tocca alla colonial marine Zula Hendricks, una donna che già dalle prime pagine della serie dimostra di aver vissuto una vita non propriamente facile. Hendricks non conta molti amici tra i suoi colleghi e commilitoni, a causa del suo carattere arcigno e dei suoi problemi fisici che la tengono in disparte e l’hanno relegata a fare da accompagnatrice a un gruppo di sintetici Weyland-Yutani.
Il senso di inadeguatezza e la voglia di riscatto sono i due principali tratti distintivi che subito notiamo facendo la conoscenza di Zula Hendrick; Brian Wood, autore della serie, ne amplifica subito la potenza, costringendo la protagonista alla collaborazione non troppo apprezzata con le intelligenze artificiali sintetiche che le stanno accanto, uomini meccanici programmati per eseguire il loro compito e non parlare troppo.
Paradossalmente, sono loro la forza militare in carico della missione, un disperato tentativo di recuperare il salvabile dal relitto della nave spaziale Europa, caduta in silenzio radio e impossibile da contattare a distanza.
Come da tradizione, nell’universo di Aliens ciò sta spesso a significare la massiccia presenza di Xenomorfi e questo caso non è da meno.
L’atmosfera e la pressione, visualizzate dalle matite di Tristan Jones e dai colori di Dan Jackson, da tese e sul filo del rasoio diventano insostenibili e il primo scontro con la mortale specie aliena si trasforma presto in un vero massacro di muscoli in fibra e parti metalliche, fluidi di carburazione e lubrificanti, con l’intero plotone di sintetici in balia degli Xenomorfi.
L’inizio della storia diventa subito raccapricciante e mette in chiaro che le forme di vita “intelligenti” umane e robotiche sono carne da macello e prede designate di una forza inarrestabile, spostando immediatamente gli equilibri in gioco e mettendo un bersaglio sulla schiena di Hendricks e di Davis One, uno dei pochi Sintetici sopravvissuti.
Evitando di addentrarci troppo nella trama di questi primi due episodi contenuti nel #1 della nuova serie saldaPress in uscita il 7 aprile, Aliens: Defiance mette in mostra non solo l’abilità di un ormai veterano Brian Wood, capace di ambientarsi e adattarsi a qualsiasi proprietà intellettuale, ma anche la potenza e la capacità di reinventarsi autonomamente di questo universo narrativo. Le scelte dei protagonisti, il loro essere diversi e le loro difficoltà sono centrali tanto quanto la morte e il senso di viscido e terrificante pericolo che incutono gli Xenomorfi.
Zula Hendricks risulta una scelta più che azzeccata come protagonista: molto diversa, ma anche vago ricordo di Ellen Ripley, la sua storia pregressa risulta uno degli elementi più interessanti di questo primo numero, che accenna soltanto a una vita passata sotto un rigido addestramento, bruscamente interrotta da un evento andato tragicamente storto. Avere una donna di colore al centro della storia permette anche a Brian Wood di poter creare un sottile parallelo con il “mondo reale”, affrontando le difficoltà nel guadagnare rispetto e stima per le donne negli eserciti di tutto il mondo.
È importante anche sottolineare il feeling istintivo e naturale che si incontra in queste primissime pagine, un senso di familiarità e atmosfera unici che il team artistico Tristan Jones e Dan Jackson traspone perfettamente su carta. L’horror spaziale e claustrofobico che contraddistingue l’intero brand è vivido, oscuro e dannatamente spaventoso, tra le luci soffuse e intermittenti dei pannelli di controllo e i flare rossastri lanciati nel buio, il venefico e verdastro liquido che scorre dalle bocche degli Xenomorfi e il pallore grigiastro dei sintetici Weyland-Yutani; ogni elemento si incastra perfettamente nell’immagine mentale che Ridley Scott e i suoi collaboratori hanno voluto imporre alla saga, creando un’esperienza a fumetti che potrebbe dare una lezione ad alcuni, più che mediocri, sequel al cinema dell’originale Alien.
L’operazione iniziata da saldaPress non può che essere premiata, quanto meno per provare a dare spazio in Italia a una linea a fumetti estremamente ricca di storie, dalle più bizzarre alle più tradizionali, sempre nel nome della paura e delle profondità del cosmo, chiusi tra mura di metallo e cacciati da un mostro insaziabile e disgustoso. Uno stacco netto dall’orrore tradizionale e un momento in più per dar luce a quello fantascientifico, in grado di amplificare la nostra innata paura del buio e dell’ignoto.
Se non l’avete mai fatto finora, recuperate i primi due capitoli cinematografici della saga, Alien e Aliens, fiondandovi successivamente su questa nuova e inquietante esperienza cartacea, dove nessuno può sentirvi gridare.