Pikachu, scelgo te… da vent’anni!
La serie di Pokémon è diventata negli ultimi 20 anni uno dei videogiochi più venduti e amati di sempre: festeggiamo l’anniversario a suon di icone a 8bit e hard karaoke di Giorgio Vanni!
Questa metà degli anni ’10 si sta rivelando ricchissima di splendidi ventennali: solo per riassumere i più recenti e significativi, nel 2014 è stato festeggiato quello del cartone animato di Sailor Moon, nel 2015 ha soffiato sulle candeline la serie tv di Neon Genesis Evangelion e in questo 2016 appena iniziato si lanciano già i coriandoli per il fumetto di Card Captor Sakura, per non parlare del fatto che l’anno prossimo 2017 sarà la volta del videogioco Final Fantasy VII. Continue conferme del fatto che gli anni ’90 del secolo scorso sono stati un periodo di fertilità creativa difficilmente ripetibile.
Ma c’è un altro titolo che quest’anno festeggia il suo ventesimo compleanno: Pokémon! La serie di videogiochi partita con i due episodi Rosso e Blu è infatti stata messa in vendita in Giappone a partire dal 27 febbraio 1996 benché concepito ben prima.

Il videogame venne ideato da Satoshi Tajiri immaginando di spostare in versione elettronica il collezionismo di insetti, ancora oggi così comune fra i bambini giapponesi; ad esempio, un celeberrimo collezionista fu nientemeno che Osamu Tezuka. Evidentemente l’idea, benché bizzarra, non era del tutto peregrina dato che, con le sue quasi 300 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Pokémon è diventato il secondo titolo in assoluto più venduto nella storia dei videogiochi, superato solo da Super Mario pure della Nintendo.

Per festeggiare i mostri tascabili, questo 2016 sarà tutto un fuoco pirotecnico di iniziative varie, dalle più grandi come il lancio dei nuovi capitoli Pokémon Sole e Pokémon Luna a quelle più piccole e quotidiane come i regali di Toad, la mascotte di Nintendo, che sull’account giapponese di LINE ha regalato agli utenti le icone con i primi tre storici Pokémon Charizard, Squirtle e Bulbasaur in 8bit.

Oltre ai regalini gratis, la Nintendo deve anche fatturare sul franchise sia coi suddetti titoli nuovi sia con quelli vecchi. Per prima cosa ha prodotto delle edizioni speciali del Nintendo 2DS in plastica colorata trasparente come erano i gloriosi GameBoy, e poi ha rimesso sul mercato i primi quattro capitoli Rosso, Blu, Verde e Pikachu in edizione da collezione solo su prenotazione: il cofanetto è composto dalla card per scaricare il gioco su DS, una guida cartacea al gioco, una mappa del mondo esplorabile, un magnete a forma di replica esatta della cartuccia per GameBoy, e infine il codice segreto per catturare il Pokémon leggendario Mew.
Giorgio Vanni power.
Insomma un anniversario coi fiocchi, di cui hanno parlato anche tutti i telegiornali dei canali tv giapponesi essendo ormai i Pokémon in tutto e per tutto un prodotto culturale noto all’intera popolazione locale con infiniti fumetti, film e merchandising in aggiunta ai videogiochi, i quali comunque restano ancora e sempre il cuore principale della serie: forse la cura e l’attesa per i nuovi episodi del videogame e il lasciare volontariamente tutto il resto come un contorno è proprio la ragione del successo dei Pokémon, una saga fedele a sé stessa. Quindi, oggi come vent’anni fa, gotta catch ‘em all!
Purtroppo ho chiuso con i pokemon esattamente in questo momento del promo di Pokemon GO.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=pRES_IG2vp4&w=560&h=315%5D
Mi si è gelato il sangue nelle vene. La coalizione di una folla di esaltati contro un singolo che che non farebbe nulla di male se non provocato, una lapidazione, un massacro. E io non so se si tratti di un doppio livello di lettura voluto, comprensibile ai pochi, ma davvero, ci sono rimasto male.
Da allora non ho più comprato una sola cartuccia di Pokemon, nemmeno qualche vecchio titolo con l’emulatore.
Poi contando che *ah-ehm* tanti dei nuovi esemplari sono repliche di quelli delle generazioni precedenti, con altre volpi di fuoco, tartarughe d’acqua, roditori elettrici, rane e rospi (e mai che ne esca uno decente) altri coccodrilli, le digi- *ops* megaevoluzioni, e soprattutto, la ripetizione voluta di certi schemi narrativi nell’anime, visto che nel tuo precedente post si parlava di post-modernismo: la serie Nero e Bianco che richiama la Adventure, la serie XY che richiama la Advanced, Ash che ai tornei finali viene sempre battuto ai sedicesimi o agli ottavi (almeno fargli disputare una semifinale, dai!)
L’unica cosa che pare essere cambiata nel corso degli anni è l’ironia pungente della prima serie animata. La disponibilità a ignorare gli schemi del gioco in favore della storia. Quella è proprio scomparsa.
Vabbè dai, lì Mewtwo è tipo il boss finale e lo scopo dello spot è mostrare come per giocare sei invitato, anzi costretto a uscire di casa e giocare in compagnia con gli altri. In Giappone i videogiochi portatili e per smartphone hanno sempre avuto enorme successo perché lì i dispositivi portatili sono considerati come collante sociale invece che divisore come si ritiene in Occidente; ne parlo anche qui http://www.dimensionefumetto.it/gli-anime-sono-lanima-del-commercio/ sotto il quarto video.